Pace? Per ora si tratta ma in Italia non c’è tregua alla polemica, Landini guida e guarda al (suo) futuro

Ottobre 5, 2025 - 12:00
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Pace? Per ora si tratta ma in Italia non c’è tregua alla polemica, Landini guida e guarda al (suo) futuro

C’è un odore di pace che dovrebbe farci essere ottimisti. Ma mai come in questo caso, il condizionale è d’obbligo.

Le trattative cominciano domani in una delle più belle località dell’Egitto, Sharm al Sheikh, dove tutti sogniamo un giorno di andare.

Si patteggia, si cerca un accordo, si tenta forse in ogni modo di far tacere le armi. Tutto facile? È davvero arrivata l’ora della svolta? Non è così, purtroppo ed i più noti commentatori europei ed extraeuropei scrivono dei pericoli a cui si va incontro.

Primo, Trump non vuole ostacoli di nessun genere. Il suo è un ultimatum. “Se Hamas non accetterà sarà l’inferno”, dice alzando il tono della voce.

Secondo, Hamas, pur avendo accettato di sedersi attorno ad un tavolo, pone delle condizioni che potrebbero far saltare il banco e ricominciare da capo. Stavolta con una violenza senza limiti. Dio ce ne scampi, speriamo che Sharm possa essere un luogo dove si parli di pace e basta.

I dettagli dovranno essere superati con il buon senso e la buona volontà.  In parole povere, tranquillizzare il mondo che non vuole sentire l’odore della guerra.

A Sharm obiettivo pace

Pace? Per ora si tratta ma in Italia non c’è tregua alla polemica, Landini guida e guarda al (suo) futuro, nella foto Trump incontra Netanyahu
Pace? Per ora si tratta ma in Italia non c’è tregua alla polemica, Landini guida e guarda al (suo) futuro – BlitzQuotidiano.it (foto ANSA)

Fermare le uccisioni, stop ai bombardamenti, ai droni, aiuti umanitari a quella gente che muore letteralmente di fame. Eccoli gli obiettivi, non sono irraggiungibili se davvero si andrà all’incontro con la volontà di fermare subito le armi per poi toccare con mano la pace.

Gli ostaggi vengano subito liberati, i prigionieri palestinesi fatti rientrare in Patria, la Striscia non più occupata dall’esercito israeliano, la possibilità di milioni di accampati (in tende che non hanno nulla di umano) di rientrare nelle loro case se ne hanno ancora una.

Con un nuovo esecutivo formato da uomini terrorizzati da un conflitto: apolitici e pronti a riportare il benessere in quei territori.

Ancora una volta, milioni di persone sono scese in piazza per evitare il peggiorare della situazione. Più che Pro Pal sarebbe più giusto definirli esseri che non vogliono tornare indietro di anni.

Chi ha i capelli bianchi (come il sottoscritto) ricorda quei giorni e quelle ore passati principalmente nei rifugi sperando che le bombe non centrassero le nostre città e case.

Ben vengano dunque le marce della pace con le donne in prima fila a dimostrazione che la violenza è proibita.

Roma bloccata dalla protesta

Giovani, anziani, pure bambini a marciare e a invadere letteralmente Roma. “Abbiamo bloccato la Capitale”, gridavano ieri i più focosi. È vero: per 24 ore la Capitale sembrava un’altra, ma perché vantarsi di obiettivi così poco rassicuranti? A chi giova provocare incidenti, lanci di pietre, incendi di cassonetti e di auto, interventi della polizia a cui va il merito di aver placato gli animi di quei teppisti senza il precipitare della situazione?

“Si apre una pagina nuova”, sostiene il cardinale Pizzaballa, quell’uomo di chiesa che ha tentato in tutti i modi di fermare le navi della Flotilla. Ricordate? Voleva che la flotta dirottasse su Cipro, si liberasse del carico che sarebbe arrivato a destinazione con l’aiuto di tutto il Patriarcato di Gerusalemme.

Non è stato così: tante perquisizioni, arresti e, per fortuna, rientro veloce in Patria dei 44 italiani che avevano voluto partecipare a quell’impresa. Ora, fortunatamente, molti sono di nuovo nei nostri confini, primi fra tutti i quattro parlamentari del Pd e dei 5Stelle.

La speranza era che se ne stessero zitti, visto l’inizio di un corso che potrebbe portare la pace. Ma la pubblicità e l’evidenza sono più forti di qualsiasi altra cosa. Hanno gettato benzina sul fuoco raccontando particolari scabrosi di cui avrebbero potuto parlare una volta che le trattative in Egitto fossero andate a buon fine.

L’arte della polemica trova grande spazio nel nostro Paese. Non se ne può fare a meno anche se le circostanze dovrebbero favorire il contrario. Così si ritorna sullo sciopero generale di venerdì ed il primo a prendere la parola è (manco a dirlo) Maurizio Landini.

Si deve difendere dai suoi amici-nemici che vorrebbero scavalcarlo a sinistra. Allora lui diventa più estremista di quel che già è. “Mi hanno accusato di aver portato in strada decine di migliaia di persone in modo illegittimo. Non è vero, basta leggere attentamente il regolamento e mi si darà ragione. La verità è che si vuole cancellare il diritto alla protesta, sacrosanto in un regime democratico”.

Il segretario della Cgil non ha freni, in un programma televisivo si scatena fino ai limiti della legalità. Tuona contro il governo che vuole tappare la bocca agli italiani che hanno capito l’antifona di lor signori o di lor signore. Insomma, ne ha per tutti, forse perché teme che il giorno in cui dovrà lasciare la guida del sindacato possa trovarsi con un pugnp di mosche in mano.

Torniamo finalmente ad esseri allegri leggendo quel che è stato deciso in un carcere di Padova. Alcune stanze di quel penitenziario sono “riservate all’amore”, cioè alla possibilità che i reclusi hanno di incontrare mogli o  compagne e trascorrere con loro due ore di felicità. Certamente non parlando di politica e del continuo scontro che c’è fra destra e sinistra. Ci mancherebbe altro. In quella circostanza anche i secondi diventano preziosi.

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