Mattarella: “Province non possono essere destinate a un eterno limbo”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto oggi martedì 25 novembre all’assemblea dell’Unione Province Italiane a Lecce, e ha sfruttato l’occasione per chiedere al legislatore interventi organici volti a chiarire ruoli e funzioni di questi enti locali dopo la riforma rimasta incompiuta del 2014. “Le province non possono essere destinate a un eterno limbo. Sono parte della vita democratica della Repubblica. Nessuna sede meglio di questa, nella quale sono presenti i sindaci, che oggi costituiscono gli organi deliberativi delle province, può elaborare un contributo di riflessione autorevole e da ascoltare”, ha detto il capo dello Stato nel suo intervento. “L’indebolimento avvenuto in questi anni nell’ente provincia con attribuzioni incerte o contese, nonostante il generoso impegno degli amministratori locali, ha provocato una ricaduta sul soddisfacimento di diritti dei cittadini e sui servizi. Insomma, sulle potenzialità dei territori”, ha aggiunto.
“Servono organici interventi legislativi”
La riforma Delrio del 2014 prevedeva la ridefinizione di ruoli e competenze delle province, ma il suo assetto si basava su una futura abolizione costituzionale, mai realizzata dopo la bocciatura del referendum costituzionale del 2016, lasciando in vigore regole provvisorie che hanno creato confusione e instabilità istituzionale. Le Province vivono “una transizione incompiuta. La legge del 2014 è intervenuta su funzioni, ambiti di intervento e procedure in previsione di un riassetto costituzionale che non si è realizzato“, in un processo che “si è interrotto e non è stato ripreso né compiuto. Sono rimaste le incertezze sul ruolo delle province. Sull’esercizio dei compiti. Sugli indirizzi da assumere. E questo incide sull’intero complesso delle autonomie. Con problemi evidenti di coordinamento e di efficacia”, ha aggiunto il presidente della Repubblica. Questa situazione non preoccupa “soltanto per le relazioni fra gli enti territoriali, ma anche e soprattutto per la qualità dei servizi resi ai cittadini. Per le opportunità che devono essere promosse e non misconosciute. Per i diritti che vanno garantiti nel nostro paese secondo una misura di uguaglianza. Tutto questo pone interrogativi che è necessario superare con organici interventi legislativi”, prosegue Mattarella, sottolineando che “il più elementare degli interrogativi è se la dimensione territoriale e provinciale sia superata come sembrava sottintendere la legge del 2014. La riflessione sui temi coinvolti da questo interrogativo è di alto rilievo, giacché richiama principi di fondo di organizzazione della nostra comunità nazionale, a partire dall’applicazione del principio di sussidiarietà verticale e dalla questione della identità”.
“Previsioni Costituzione non possono essere accantonate”
Le Province sono istituzioni che “la Costituzione pone come elemento costitutivo della Repubblica, unitamente a Comuni, Città metropolitane, Regioni. La Costituzione stabilisce inoltre che sono enti autonomi con propri statuti, poteri, funzioni. Si tratta di previsioni che non possono essere accantonate“, ha affermato ancora Mattarella.
“Nella Carta edificio armonioso basato su leale collaborazione”
“Il sistema delle autonomie voluto dalla Repubblica è un edificio armonioso, basato sul principio della leale collaborazione“, ha detto ancora il capo dello Stato. “Il ruolo dei comuni ha fondamenti antichi nella storia d’Italia – aggiunge -. E sappiamo che per i costituenti l’istituto regionale con piena ragione rappresentava la novità più significativa del disegno autonomista della Costituzione, concepito come una forma di democrazia, decisamente più partecipata e avanzata rispetto al modello precedente di Stato centralista”.
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