Patente e malattia oncologica: una riforma per garantire sicurezza e inclusione – Congresso SIMCe alla Camera dei Deputati
Alla Camera dei Deputati, medici e istituzioni chiedono una riforma per uniformare i criteri di rilascio della patente ai pazienti oncologici guariti. L’iniziativa è promossa da SIMCe.
Patente e malattia oncologica: una lacuna normativa che penalizza i pazienti guariti
🏛️ Alla Camera dei Deputati il confronto promosso da SIMCe: istituzioni, medici e associazioni chiedono una riforma nazionale per garantire sicurezza e inclusione
Roma, 5 novembre 2025 – Palazzo Montecitorio, Sala Stampa della Camera dei Deputati.
Si è svolta la presentazione del VII Congresso Nazionale SIMCe – Società Italiana di Medicina Certificativa, dedicato al tema “Valutazione dell’idoneità alla guida. Disabilità, invalidità e patologie oncologiche tra sicurezza e inclusione”.
Un incontro di alto profilo istituzionale e sanitario che ha acceso i riflettori su una delle questioni più delicate del nostro ordinamento: l’assenza di una normativa chiara e uniforme sul rilascio o rinnovo della patente di guida per i pazienti oncologici.
Una legge assente e decisioni affidate alle commissioni locali
Attualmente, in Italia, non esistono linee guida nazionali che regolino la valutazione dell’idoneità alla guida per chi ha affrontato un tumore o è in trattamento oncologico.
Le decisioni spettano alle Commissioni Mediche Locali, che operano con criteri spesso disomogenei. Questo comporta differenze di giudizio tra regioni e territori, con conseguenze dirette per i cittadini: un paziente in remissione può vedersi negato il rinnovo della patente in una provincia, mentre in un’altra verrebbe giudicato idoneo.
Come evidenziato durante il confronto, questa disparità viola il principio di uguaglianza e genera disagi personali, familiari e lavorativi.
Molti pazienti guariti si trovano a dover giustificare nuovamente la propria idoneità fisica e mentale, affrontando burocrazia, costi aggiuntivi e lungaggini, nonostante la medicina moderna abbia restituito loro piena autonomia.
Il diritto alla mobilità: un tema di dignità e inclusione
Il confronto alla Camera ha ribadito che il diritto alla mobilità è parte integrante della qualità della vita e della dignità personale.
Limitare la patente senza criteri scientifici significa colpire la libertà di movimento dei pazienti oncologici e ostacolare la loro piena inclusione sociale.
“La medicina moderna consente oggi a migliaia di pazienti di tornare a una vita piena e attiva – ha ricordato il Presidente SIMCe, Giorgio Ruggeri –. È inaccettabile che la legge resti ferma a logiche di esclusione. Serve una riforma urgente che armonizzi criteri e competenze.”
Un confronto istituzionale per una riforma chiara e uniforme
All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e delle principali organizzazioni coinvolte nella certificazione sanitaria e sicurezza stradale, tra cui:
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On. Fabio Rampelli, Vice Presidente della Camera dei Deputati
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On. Enzo Amich, Commissione Trasporti
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Ing. Gaetano Servedio, Direttore Generale della Motorizzazione Civile
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Francesco Osquino, Vice Segretario Nazionale Studi UNASCA
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Lucia Vecere, ACI Mobilità e Sicurezza
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Vincenzo Farabella, Presidente FISH e Consigliere CNEL
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Giorgio Ruggeri, Presidente SIMCe
I relatori hanno concordato sulla necessità di un quadro normativo aggiornato, fondato su parametri clinici moderni che riflettano i progressi terapeutici e garantiscano diritti uguali per tutti i cittadini guariti dal cancro.
L’On. Rampelli ha sottolineato che “la sicurezza stradale e la tutela della salute non sono in contrasto, ma valori che devono convivere in una normativa moderna e rispettosa della persona.”
L’On. Amich ha aggiunto l’importanza di una collaborazione tra Parlamento, Ministero dei Trasporti e Ministero della Salute, per sviluppare una visione unitaria e scientificamente fondata.
Verso una proposta di riforma condivisa
La SIMCe ha annunciato che presenterà al prossimo Congresso Nazionale una bozza di linee guida condivise, elaborata insieme a medici certificatori, giuristi e rappresentanti istituzionali, per uniformare la valutazione dell’idoneità alla guida in tutto il territorio italiano.
L’obiettivo è superare la discrezionalità delle commissioni locali, introducendo un sistema:
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più trasparente e digitale,
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basato su progressi clinici documentati,
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rispettoso della privacy dei pazienti,
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e centrato sul valore della guarigione e della reintegrazione sociale.
“La patente non è solo un documento, ma uno strumento di libertà – è stato ricordato in chiusura –. Restituirla a chi ha vinto la malattia significa riconoscere pienamente il suo diritto di tornare alla vita.”
🇮🇹 Un segnale forte dalla Camera dei Deputati
L’incontro promosso da SIMCe nella Sala Stampa della Camera dei Deputati rappresenta un passo importante verso una legge nazionale più equa e moderna.
La presenza congiunta di istituzioni, esperti e associazioni ha evidenziato la volontà comune di armonizzare sicurezza, salute e diritti civili in un sistema normativo inclusivo e rispettoso della persona.
Il dibattito proseguirà durante il VII Congresso Nazionale SIMCe, in programma a novembre, dove saranno presentate le proposte ufficiali di riforma e le nuove linee guida operative per medici certificatori e commissioni.
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