Referendum 8 e 9 giugno, affluenza definitiva è del 30,58%
Sono state chiuse alle ore 15 le urne nelle 61.591 sezioni in cui ieri e oggi si è votato per il Referendum. Il dato parziale sull’affluenza è pari al 30,10%, sulla base dei dati relativi a 50.439 sezioni su 61.591. Per essere valido, il referendum deve superare la soglia del 50%. La regione in cui si è votato di meno, per il momento, è il Trentino Alto Adige con il 21,24% di affluenza; la regione in cui si è votato di più è la Toscana con 39,10%. Ieri sera l’affluenza registrata è stata del 22,73%.
L’affluenza definitiva è del 30,58%
E’ del 30,58% l’affluenza definitiva al referendum dell’8 e 9 maggio 2025. E’ questo il dato registrato nelle 61.591 sezioni in cui si è votato. Per essere valido, il referendum avrebbe dovuto superare la soglia del 50%.
Landini parla di crisi democratica
Commentando i risultati del referendum il leader della Cgil Maurizio Landini parla di “crisi democratica” per il nostro Paese. Qui le dichiarazioni complete di Landini.
Comunali, l’affluenza definitiva a Matera e Taranto
A Matera, dove oltre al referendum si votava per il ballottaggio tra Roberto Cifarelli (centrosinistra) e Antonio Nicoletti (centrodestra), l’affluenza definitiva registrata è del 56,9%. Il dato è in calo rispetto al 65,2% del primo turno. L’affluenza definitiva al turno di ballottaggio delle elezioni comunali di Taranto è stata invece pari al 47,08%. Lo riporta il portale del ministero dell”Interno, Eligendo.
Quesito su reintegro licenziamenti illegittimi: ‘Sì’ all’88%
Il “Sì” al quesito numero 1 del referendum, sul reintegro licenziamenti illegittimi, al momento (13.175 sezioni su 61,591) si attesta sull’88,37% con 2.307.892 voti. I “No” sono stati l’11,63% pari a 303.852 voti. In questa tornata referendaria non è stato raggiunto il quorum del 50%, con l’affluenza ancora non definitiva che non supera il 30%.
Quesito su cittadinanza italiana, ‘Sì’ al 63%
Il “Sì” al quesito numero 5, sul riconoscimento della cittadinanza italiana dopo 5 anni agli stranieri, al momento (8.184 sezioni su 61,591) si attesta sull’63,76% con 865.923 voti. I “No” sono stati l’36,24% pari a 492.097 voti.
Boschi: “Rassicuro Meloni, cadrà per scandali e stipendi bassi”
“Rassicuro Fratelli d’Italia. Meloni non cadrà per un referendum ma perché in questo Paese aumentano gli scandali e gli spionaggi e diminuiscono stipendi e sicurezza”. Lo scrive sui social la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi, che aggiunge: “Un tempo Meloni esultava per i risultati delle elezioni, ora è costretta a sperare nelle astensioni. Qualcosa sta cambiando”.
Rassicuro FdI.
Meloni non cadrà per un referendum ma perché in questo Paese aumentano gli scandali e gli spionaggi e diminuiscono stipendi e sicurezza.
Un tempo Meloni esultava per i risultati delle elezioni, ora è costretta a sperare nelle astensioni.
Qualcosa sta cambiando— Maria Elena Boschi (@meb) June 9, 2025
Gasparri: “Quorum non raggiunto ma soldi spesi tanti”
“La soglia del Referendum era il 50%, il resto non conta. Noi abbiamo sempre sostenuto che erano migliori le leggi vigenti di quelle che sarebbero uscite fuori da questo Referendum abrogativo. C’erano molte contraddizioni. Alcuni dei proponenti di questo Referendum sono parlamentari o dirigenti del Pd che sono stati anche elettori delle leggi, come il Jobs Act, che in parte si chiedeva di abrograre. Indebolendo la forza della proposta. È legittimo promuovere il Referendum, ma è altrettanto legittimo avvalersi del quorum. Quanto alla diatriba giuridica sul dovere o non dovere di votare, come hanno spiegato alcuni giuristi, se i costituenti hanno inserito il concetto del ‘quorum’, hanno implicitamente consentito la scelta anche di partecipare o meno”. Così il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ospite a Rai Radio 1. “Io non mi proclamo vincitore per il fatto che non sia stato raggiunto il quorum – ha aggiunto – Sono dispiaciuto per i soldi che ci hanno fatto spendere per una consultazione che tutti sapevano non avrebbe raggiunto il quorum e per fare un congresso postumo del Pd in cui alcuni hanno promosso l’iniziativa contro quello che avevano votato. Sarebbe stato meglio dare quei soldi alle associazioni, al volontariato, ai ragazzi di Caivano che si stanno organizzando per fare iniziative sportive. Il Pd della Schlein ha fatto spendere un sacco di soldi per una consultazione che tutti sapevano non avrebbe raggiunto il quorum”.
Pd: “Giusto giocare partita, battaglia riparte da 15 mln voti”
“15 milioni sono usciti di casa, in un weekend molto caldo di giugno e penso bisognerà avere molto rispetto di questi 15 milioni di elettori che ci dicono che su lavoro e cittadinanza in Parlamento la maggioranza deve avere il coraggio di fare non sono quello che dice il Governo. Giorgia Meloni ha avuto 12,3 milioni di voti nel 2022, oggi hanno votato in 15milioni. Vedremo quanti sono i sì. Se la destra continua a far finta di nulla si scontrerà con realtà”. Così il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia intervistato su La7. Le critiche interne al Pd? “È una partita che aveva molo senso giocare senso di creare un fronte sociale unito e coeso”, risponde. Quanto alla segreteria Schlein, è più forte? “Schlein ha preso il Pd al 14% e che governava in 4 regioni, le regioni oggi sono 6 e il Pd ha preso il 24% alle Europee. Segnalo che il 50% nemmeno alle Europee è stato raggiunto, abbiamo fatto una battaglia nella quale abbiamo creduto, crediamo e continueremo a fare contro la precarietà selvaggia, sapendo che si riparte da 15 milioni di voti. Schlein è stata eletta con un mandato, sta seguendo un percorso e continuerà su quella strada”, conclude.
Picierno: “Sconfitta seria ed evitabile, regalo enorme a Meloni”
“Una sconfitta profonda, seria, evitabile. Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Fuori dalla nostra bolla c’è un Paese che vuole futuro e non rese di conti sul passato. Ora maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri”. Lo scrive sui social l’eurodeputata Pd Pina Picierno.
Calenda: “Trasformarlo in consultazione contro Meloni clamoroso autogol”
“Sono andato a votare perché penso che per un politico eletto sia un dovere morale. Detto questo, lasciatemi aggiungere che: il Referendum è ormai uno strumento di cui si è troppo abusato. Avevamo per tempo avvertito i promotori della possibilità di non raggiungere il quorum. Non ci hanno ascoltato perché quello che li interessava veramente non era vincere, ma avere un’affluenza da poter rivendicare politicamente. A mio avviso questo è un modo irrispettoso di trattare l’esercizio del voto stesso che così diventa solo un costoso sondaggio. Non si interviene via Referendum su materie complesse come il lavoro. Trasformare questo Referendum in una consultazione contro la Meloni è stato un clamoroso autogol – come già avevamo detto – perché ha sommato i voti della destra con quelli dell’astensione”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.
Sono andato a votare perché penso che per un politico eletto sia un dovere morale.
Detto questo, lasciatemi aggiungere che:
1) Il #referendum è ormai uno strumento di cui si è troppo abusato. Avevamo per tempo avvertito i promotori della possibilità di non raggiungere il…— Carlo Calenda (@CarloCalenda) June 9, 2025
Da Lega ironia social, ‘piccoli problemi di quorum’
‘Piccoli problemi di quorum’. E’ il titolo del post pubblicato sui social dalla Lega con l’immagine della segretaria del Pd Elly Schlein, del presidente del M5S Giuseppe Conte, di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, del leader della Cgil Maurizio Landini e dell’europarlamentare Ilaria Salis raccolte fino a formare un cuore e la scritta ‘Crisi di nervi a sinistra’ e ‘Colpiti al quorum’.
Piccoli problemi di quorum 💔 pic.twitter.com/FnwBy8Wuhh
— Lega – Salvini Premier (@LegaSalvini) June 9, 2025
Renzi: “Per c.sinistra vincente parlare di futuro non di passato”
“Il Referendum non ha raggiunto il quorum, come facilmente prevedibile. I quesiti sul lavoro erano ideologici e rivolti al passato. Spero che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato”. Lo scrive sui social il leader di Iv Matteo Renzi.
FdI: “Vero obiettivo c.sinistra far cadere governo ma ha perso”
“L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi”. Lo scrive sui social Fratelli d’Italia pubblicando una card in cui si vedono abbracciati su un palco Riccardo Magi, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni con la grande scritta ‘Avete perso’.
L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il #GovernoMeloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi. pic.twitter.com/TLBdrCIH2l
— Fratelli d’Italia 🇮🇹 (@FratellidItalia) June 9, 2025
Referendum, affluenza parziale (5.407 sezioni) al 28,06%
Si attesta invece al 28,06% il primo dato parziale sull’affluenza, sulla base dei dati relativi a 5.407 sezioni su 61.591. Per essere valido, il referendum deve superare la soglia del 50%. La regione in cui si è votato di meno, per il momento, è il Trentino Alto Adige, con il 18,97%; la regione in cui si è votato di più è la Toscana con il 37,51%.
Fazzolari: “Governo ne esce rafforzato, sinistra ulteriormente indebolita”
“Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 Referendum in un Referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita”. Lo dichiara Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l’Attuazione del programma di governo, intercettato dai giornalisti fuori da palazzo Chigi.
De Luca: “Sbagliata l’eccessiva politicizzazione dei temi”
“C’è stato un elemento di ideologizzazione eccessivo, che è stato sbagliato, e una politicizzazione eccessiva, ed è stato sbagliato anche questo. E c’è il problema che, quando si affrontano problemi complessi, lo strumento referendario non è quello più adatto”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, commentando i dati dell’affluenza ai referendum a margine di una conferenza stampa a Napoli. “Alla fine bisogna arrivare a una sede parlamentare per affrontare i problemi e definire procedimenti legislativi che li risolvano. Io credo che, per quanto riguarda i temi del lavoro, siamo entrati in un’epoca nella quale dobbiamo cercare forme di collaborazione, non basta il conflitto sociale”, ha aggiunto De Luca.
Conclusa la seconda giornata di voto anche per le comunali in Sardegna e per i ballottaggi
Contestualmente al voto sui referendum abrogativi si è votato anche per il ballottaggio in 13 città (tra cui Matera e Taranto) e per le amministrative in sette comuni della Sardegna: Nuoro, Oniferi, Monastir, Cardedu, Goni, Luras e Soleminis. Al via lo spoglio per conoscere i risultati.
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