Dialogo e unità per “alleviare le sofferenze del popolo sudanese”
Appello al dialogo dell’episcopato sudanese. I vescovi fanno esplicita richiesta della piena attuazione del Revitalized Agreement on the Resolution of the Conflict in South Sudan (R-ARCSS), firmato nel 2018, da parte di tutte le parti “per creare fiducia nella popolazione e avviare un dialogo sincero”. Un’accorata esortazione alle parti coinvolte nel conflitto in Sudan a riprendere il dialogo e ad attuare la Dichiarazione di Jeddah, maggio 2023, che riafferma la necessità di ricorrere al dialogo e all’unità e alleviare le sofferenze del popolo sudanese. Le inondazioni in Sudan e Sud Sudan, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, sono diventate altrettanto distruttive delle guerre civili e dei conflitti tra comunità. “Molti villaggi, fattorie, scuole, strutture sanitarie e fonti di sostentamento della popolazione sono stati sommersi. Chiediamo che venga data particolare attenzione a questo disastro naturale e che vengano individuate le sue cause e i rimedi. Come vostri Pastori vi assicuriamo che condividiamo il vostro dolore e la vostra sofferenza e che siamo determinati a proseguire nella continua advocacy per il dialogo, la riconciliazione, la guarigione, l’unità e la pace”.

Invito al dialogo
“In merito alla nostra responsabilità pastorale, abbiamo rilanciato la ‘Piccola Comunità Cristiana’. Che le nostre chiese diventino santuari di speranza, dove tutti possano trovare guarigione, unità e rinnovata forza”, osserva l’episcopato sudanese. La conferenza episcopale comune ai due Paesi africani denuncia lotte di potere e interessi che ostacolano la riconciliazione. E lancia un appello alla comunità internazionale affinché mantenga l’impegno verso la popolazione civile più vulnerabile. lancia un grido di dolore contro il progressivo deterioramento della situazione generale, gli accordi di pace “disonorati” e l’assenza di un vero dialogo per la riconciliazione. I presuli della regione, riporta Vatican news, hanno discusso nella città di Malakal sul tema “Costruire la pace, guarire le ferite e rafforzare l’unità. In una dichiarazione letta dal cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba e presidente dell’episcopato, si sottolinea che “è allarmante che il dialogo non sia più visto come veicolo di armonia, guarigione, riconciliazione e unità“. Al contrario, “interessi egoistici hanno scatenato la violenza, aggravando le crisi umanitarie, l’odio tra le comunità e gli sfollamenti diffusi“.
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