Rino Petino approda in Borsa: il player pugliese sbarca su Euronext

Rino Petino fa il grande passo e approda in Borsa. La realtà pugliese, attiva nei segmenti wholesale e retail della moda e dell’abbigliamento sportivo, dopo un percorso di ampliamento e un focus sulle nuove aperture (collaborando con marchi come Adidas, Mango, Yamamay e Carpisa), è diventata pubblica, segnando la quarantunesima ammissione del 2025 su Euronext.
L’ammissione alle negoziazioni, avvenuta l’8 agosto, ha seguito il collocamento di 300mila azioni ordinarie, derivanti dall’aumento di capitale deliberato il 25 giugno 2025, a servizio dell’ipo, con un prezzo di offerta pari a 3 euro per azione.
La raccolta complessiva è stata di 0,9 milioni di euro e la capitalizzazione prevista al momento dell’inizio delle negoziazioni era pari a 9 milioni di euro, considerando solo le azioni ordinarie (9,9 milioni di euro includendo le azioni a voto plurimo).
“La quotazione rappresenta un investimento strategico fondamentale per la nostra azienda, non solo dal punto di vista organizzativo e strutturale, ma soprattutto evolutivo. Siamo certi che l’ingresso in Euronext Growth sarà determinante per lo sviluppo dell’impresa, sia in termini di accesso al capitale che come leva per generare nuove opportunità, ampliare il nostro network, rafforzare la nostra cultura manageriale e sostenere la crescita organica e professionale di tutti i nostri collaboratori”, ha commentato Francesco Petino, AD della società.
“Da oggi – ha aggiunto il manager -, il mercato valuterà le nostre performance economiche e le scelte strategiche. Siamo convinti che il vero valore dell’azienda risieda nell’organizzazione e nelle persone che la guidano ogni giorno. Guardiamo al futuro con fiducia, pronti a cogliere nuove opportunità con i nostri partner attuali e coinvolgerne di nuovi, creando valore duraturo per tutti gli investitori che hanno creduto in noi”.
La quota detenuta dal mercato post-quotazione sarà pari al 10% del capitale sociale (escludendo le azioni a voto plurimo), rappresentata dalle 300mila azioni ordinarie sottoscritte da investitori istituzionali e professionali, sia italiani che esteri.
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