Salute mentale, Iardino (Fondazione The Bridge): «Più risorse e formazione per combattere lo stigma»

Ottobre 10, 2025 - 22:00
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Salute mentale, Iardino (Fondazione The Bridge): «Più risorse e formazione per combattere lo stigma»

La presidente della Fondazione The Bridge invita a puntare sulla prevenzione per tutelare la salute mentale e coinvolgere le nuove generazioni per promuovere consapevolezza

«La salute mentale rappresenta un’emergenza che coinvolge trasversalmente tutta la società, senza distinzioni di età, genere o condizione socioeconomica. Il suicidio, in particolare, è una delle principali cause di morte tra i giovani. È, quindi, fondamentale aumentare le risorse economiche e investire sul capitale umano, attraverso la formazione della comunità educante e l’aggiornamento continuo degli operatori sociosanitari. Allo stesso tempo, non possiamo abbassare la guardia nella lotta contro lo stigma che ancora grava sulla salute mentale. Come Fondazione The Bridge siamo quotidianamente impegnati su più livelli, sociale e sanitario, per affrontare questa sfida in modo concreto e strutturato». Lo ha dichiarato Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale 2025, che ricorre il 10 ottobre.

«La situazione è allarmante – ha proseguito –. Secondo l’Oms Europa, un operatore sanitario su tre, tra medici e infermieri, soffre di depressione, e uno su dieci riferisce pensieri suicidi passivi. Anche l’Ocse evidenzia che il 20% della popolazione presenta sintomi lievi o moderati di ansia o depressione, il 3% soffre di depressione maggiore e il 5% di disturbi d’ansia generalizzata. In Italia, l’Iss segnala che oltre il 6% degli adulti e il 9% degli over 65 manifesta sintomi depressivi. In questo scenario – ha osservato Iardino – è essenziale che le nuove generazioni sviluppino una maggiore consapevolezza sul tema della salute mentale. Come ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è prioritario ‘incoraggiare la prevenzione, garantire un’assistenza di qualità e favorire percorsi di partecipazione attiva’».

«Non va, inoltre, sottovalutato l’impatto che i dispositivi digitali possono avere sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei giovani, perché l’uso eccessivo può compromettere attenzione, memoria e capacità di problem-solving. Riconoscere rapidamente segnali di disagio, come passività o inattività, è decisivo per individuare situazioni di ansia o depressione che potrebbero rimanere invisibili», ha concluso.

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