Sembra il Sahara, ma è in Italia: un deserto nascosto tra calanchi, colline sabbiose, vigne e uliveti infiniti

Novembre 18, 2025 - 08:13
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Sembra il Sahara, ma è in Italia: un deserto nascosto tra calanchi, colline sabbiose, vigne e uliveti infiniti

Nel cuore della Toscana, tra le dolci colline delle Crete Senesi, si cela un paesaggio sorprendente e quasi surreale.

Questo territorio, pur non essendo un deserto nel senso climatico del termine, offre un ambiente unico caratterizzato da formazioni geologiche particolari, che ricordano paesaggi desertici per la loro aridità e conformazione.

La zona rappresenta un gioiello naturalistico e culturale, capace di affascinare sia gli appassionati di natura che i cultori della storia.

Le badlands delle Crete Senesi

Situato nel comune di Asciano, in provincia di Siena, il deserto di Accona si sviluppa all’interno delle Crete Senesi, un’area famosa per il suo terreno argilloso di colore grigio-azzurro, che conferisce al paesaggio un aspetto quasi lunare. La definizione di “deserto” qui è più metaforica che climatica: l’area presenta un clima mediterraneo con estati calde e secche e precipitazioni annuali che si aggirano intorno agli 800 mm, ben lontano quindi dalle condizioni di un vero deserto. Più correttamente, si tratta di una zona di badlands, ovvero terre fortemente erose caratterizzate da campi di biancane (argille chiare con efflorescenze saline e tunnel sotterranei) e calanchi, profondi solchi scavati dall’acqua che modellano il terreno in forme spettacolari.

La formazione di queste conformazioni risale al Pliocene, quando l’area era sommersa dal Mar Tirreno. Nel corso dei millenni, l’erosione ha scavato e plasmato questo territorio, rendendo visibili i sedimenti marini e dando vita a un paesaggio di grande impatto visivo e scientifico. Le biancane e i calanchi costituiscono un patrimonio geologico di rilievo, oggi tutelato nell’ambito del programma europeo Natura 2000, che ha portato a un rallentamento dell’erosione naturale grazie alla sospensione di alcune pratiche agricole tradizionali.

Visitare il deserto di Accona significa immergersi in un mondo dove la luce e le ombre creano continui giochi visivi sui rilievi argillosi
Tra natura, storia e cultura: cosa offre il deserto di (www.blitzquotidiano.it)

Visitare il deserto di Accona significa immergersi in un mondo dove la luce e le ombre creano continui giochi visivi sui rilievi argillosi, regalando panorami di straordinaria bellezza soprattutto al tramonto. L’esperienza può essere vissuta attraverso escursioni a piedi o in bicicletta lungo sentieri che attraversano le biancane di Leonina e Lucciola Bella, oppure lungo i calanchi di Monte Oliveto, zone dove la natura ha saputo adattarsi a condizioni difficili.

La flora è composta da specie resistenti come timo, lavanda e asparago selvatico, mentre la fauna locale annovera specie adattate all’ambiente semi-arido, come il geco comune, l’allodola e l’assiolo. Tra gli insetti spicca il coleottero del deserto, dotato di particolari adattamenti per sopravvivere alle condizioni estreme. Questi elementi contribuiscono a un ecosistema fragile ma ricco di biodiversità, che oggi è oggetto di attenzione per la sua conservazione.

Accanto alla natura si intreccia la storia millenaria della zona: dalle antiche popolazioni etrusche e romane che qui si stabilirono, fino all’epoca medievale, quando l’area faceva parte della Repubblica di Siena. L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, fondata nel XIV secolo da Bernardo Tolomei, domina il paesaggio con la sua imponente struttura e i celebri affreschi di Luca Signorelli e Sodoma. L’abbazia rappresenta un punto di riferimento spirituale, culturale ed economico che ha influenzato profondamente l’area circostante.

Nel corso dei secoli, le pratiche agricole e pastorali hanno contribuito a modellare il territorio. I monaci benedettini introdussero la piantumazione di cipressi per stabilizzare il terreno e prevenire frane. Le attività di pascolo, spesso accompagnate da bruciature controllate, hanno mantenuto aperti i campi di biancane, favorendo la sopravvivenza di habitat specifici. Tuttavia, l’abbandono di questi metodi a partire dagli anni ’90 ha portato a un progressivo ritorno della vegetazione, che rischia di cancellare alcune delle caratteristiche più peculiari del paesaggio.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia