Sostenibilità e innovazione: Europa accelera ma Italia resta indietro
Milano, 8 nov. (askanews) – Le normative sulla sostenibilità sono state a lungo percepite solo come un onere. Eppure i dati raccontano una storia diversa: l’81% dei manager che si occupano di sostenibilità in Europa considera oggi il reporting un motore di innovazione e di vantaggio competitivo. Con oltre il 77% delle aziende che ha già automatizzato almeno in parte i propri processi di rendicontazione e inizia a raccogliere i frutti dei primi investimenti. Tuttavia, la mancanza di competenze interne in ambito Esg continua a rallentare i progressi nei diversi mercati: il 25% degli intervistati la riconosce come principale criticità. E’ quanto emerge dallo studio “The state of sustainability reporting in Europe” condotto da osapiens, scale-up nata in Germania specializzata in soluzioni software per la sostenibilità e la trasparenza. La ricerca ha raccolto le opinioni di 250 manager di aziende provenienti da sei mercati chiave europei: Dach (Germania, Austria, Svizzera), Italia, Benelux, Paesi nordici, Francia e Spagna.
Per quanto riguarda la rendicontazione di sostenibilità e l’automazione dei processi Esg, il ritmo della trasformazione varia notevolmente tra le diverse regioni prese in esame. L’area Dach è in testa, con l’88% delle aziende che utilizza strumenti di automazione dedicati. Tuttavia, solo il 29% ha raggiunto una piena automazione (il doppio della media europea ferma al 15%) a testimonianza di una diffusa dipendenza da sistemi parzialmente o completamente manuali. Rispetto a questo tipo di maturità l’Italia si colloca nella fascia europea media, con il 60% delle aziende che dichiara di aver introdotto qualche forma di automazione nelle proprie attività di rendicontazione. Un dato che segna un progresso rispetto ad anni precedenti e che colloca il Belpaese dietro alla già citata aerea capofila (Dach ) e ai Paesi nordici (60%), ma davanti a Francia e Benelux che si fermano rispettivamente al 40% e al 36%. È interessante notare quanto i dirigenti direttamente responsabili della sostenibilità siano ottimisti riguardo al valore di quest’ultima come vera e propria opportunità strategica. Nell’area Dach , il 97% dei leader crede che la rendicontazione di sostenibilita migliori il proprio vantaggio competitivo. Anche nei Paesi nordici la percentuale è molto alta, arrivando al 90%.
Dove l’automazione prende piede, le aziende superano la semplice ricerca della conformità, integrando la sostenibilità in diverse aree e facendola diventare un motore di innovazione. Secondo i manager intervistati a giovare maggiormente di questo trend è l’innovazione di prodotto (52,8%), con esempi che spaziano dalla ricerca su nuovi packaging fino al supply chain risk management. A seguire si notano miglioramenti anche in termini di efficienza dei processi (47,2%), rafforzamento del posizionamento di mercato (46,8%), engagement del cliente (44%), attrattività verso gli investitori (38,8%). Anche in questo caso si notano le differenze tra le aeree geografiche. Solo il 21% delle nostre aziende dichiara che le iniziative Esg hanno portato a nuovi o migliorati prodotti o servizi, contro il 65% della regione Dach, il 40% della Francia e il 31% della Spagna.
Nonostante i progressi, la piena automazione rimane fuori portata per molte aziende. Per gli intervistati i principali ostacoli includono i costi di implementazione (30%), la limitata competenza interna (16%) e l’integrazione con sistemi legacy (14%). Anche laddove è presente l’ambizione, una limitata esperienza continua a ostacolare il progresso perchè molte organizzazioni non dispongono ancora dei sistemi e delle competenze fondamentali per raccogliere e interpretare i dati sulla sostenibilita in modo efficace. Un problema avvertito dal 36% delle aziende in Benelux, dal 33% nell’area Dach e dal 26% in Italia. Inoltre, fuori dall’area Dach, la rendicontazione è spesso frammentata a causa di sistemi disomogenei, mentre le aziende Dach faticano con la raccolta manuale dei dati (36%) e la loro verifica per le revisioni contabili (29%).
Per chi investe nell’automazione, i vantaggi sono evidenti. Le aree più impattanti comprendono la raccolta e validazione dei dati (38%), la preparazione al reporting e alle revisioni (30%) e il monitoraggio della conformità (30%). Anche la gestione dei rischi e la comunicazione con gli stakeholder ne beneficiano. Queste capacità non solo riducono l’onere amministrativo, ma aumentano anche l’accuratezza e la responsabilità delle funzioni di sostenibilità.
Quasi un’azienda su tre (30%) indica la conformità dei fornitori come principale criticità in ambito reporting. Più in profondità nella supply chain i dati affidabili e tempestivi scarseggiano e quasi un quarto dei partecipanti dichiara di non avere fiducia nel raggiungere una piena trasparenza. Sistemi obsoleti e monitoraggi manuali rendono difficile tracciare le emissioni Scope 3 o verificare le dichiarazioni dei fornitori, trasformando le strategie di sostenibilità in esercizi reattivi.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




