Taser, due morti in due giorni, Salvini: “Nessuno tocchi i carabinieri”

La Procura della Repubblica di Tempio Pausania ha disposto l’autopsia per accertare le ragioni della morte di Giancarlo De Martis, 57 anni, fermato col Taser da una pattuglia di Carabinieri la notte del 16 agosto, dopo che alcuni cittadini avevano segnalato una serie di aggressioni da parte dell’uomo, originario di Butei ma residente a Sassari.
Intanto un’altra persona è morta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi, che è deceduto a Sant’Olcese, sulle alture di Genova, nella serata di domenica. I colpi, secondo gli inquirenti, potrebbero aver provocato nell’uomo un arresto cardiaco. La pm Paola Calleri nelle prossime ore aprirà un fascicolo per omicidio colposo e disporrà l’autopsia. Le indagini sono affidate all’aliquota dei Carabinieri di palazzo di giustizia. De Martis decedeva mentre era in autoambulanza a causa di un arresto cardiaco. Sarebbe sembrato in stato di alterazione da consumo di alcolici o sostanze stupefacenti e al momento dell’arresto avrebbe colpito un militare procurandogli diverse ferite al volto. Ma si tratta di un episodio tutto da ricostruire nella sua dinamica.
Il Sic, sindacato dei Carabinieri, ha espresso solidarietà ai colleghi, spiegando che avrebbero agito con professionalità, attenendosi alle procedure operative previste in occasione di interventi nei confronti di soggetti che versano in stato di alterazione psiofisica e che hanno comportamenti pericolosi per la collettività. Dice il sindaco di Butei, Daniele Arca: “La notizia ha sconcertato un po’ tutti soprattutto per la dinamica, ma le situazioni le conosce solo chi le ha vissute. Conosciamo bene la famiglia di origine: tutte persone per bene, anche lui era noto come un ragazzo sveglio e intraprendente. Aspettiamo anche noi di capire cosa sia successo”. Chi conosceva De Martis dice che era “brillante, intelligente, si occupava di ristorazione e organizzazione di eventi. Aveva avuto problemi di droga, ma sembrava esserne uscito”.
Il deputato Salvatore Deidda di Fdi sostiene che la vicenda richiede rispetto sia per la vittima sia per i Carabinieri. Il deputato della Lega Dario Giagoni sostiene che il Taser è uno strumento giusto. “Non è uno strumento di tortura e viene usato solo quando è necessario per proteggere e prevenire reati”. “E adesso nessuno se la prenda con i Carabinieri che hanno difeso se stessi e dei cittadini aggrediti – sono le parole del vicepremier Matteo Salvini – i militari hanno fatto solo il loro dovere”. Non è il primo morto per Taser. Nel giugno scorso, a Pescara, era deceduto Riccardo Zappone, 30 anni, picchiato dentro una autofficina da tre uomini. Poi, interveniva la polizia che, per fermare il giovane descritto come molto agitato, usava la pistola elettrica. Il Taser era stato introdotto ufficialmente nel 2022.
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