The Lamb di Bloomsbury, il pub georgiano nel cuore letterario di Londra
Nel cuore di Bloomsbury, quartiere che ha visto nascere alcuni dei più grandi movimenti intellettuali e letterari del Regno Unito, si nasconde uno dei pub più affascinanti di tutta Londra: The Lamb, situato al numero 94 di Lamb’s Conduit Street. È un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un rifugio caldo e silenzioso dove le luci ambrate si riflettono sui pannelli di legno e sui vetri smerigliati, e dove ogni bicchiere servito porta con sé un frammento di storia georgiana e vittoriana. Costruito nel XVIII secolo e sopravvissuto a incendi, guerre e rivoluzioni sociali, The Lamb continua a vivere nel XXI secolo con la stessa grazia di un romanzo inglese, diventando oggi una delle testimonianze più autentiche dell’antica arte dell’ospitalità londinese.
Le origini georgiane di un’istituzione londinese
Per comprendere il fascino del The Lamb bisogna tornare indietro di oltre tre secoli, quando Londra era ancora una città in piena espansione e il quartiere di Bloomsbury non aveva ancora acquisito la fama intellettuale che oggi lo contraddistingue. La strada su cui sorge il pub prende il nome da William Lambe, un filantropo del XVI secolo che finanziò un sistema di acquedotti e fontane pubbliche per garantire acqua pulita agli abitanti della zona. Da quel “conduit” — termine che indica proprio un condotto o canale d’acqua — nacque il toponimo Lamb’s Conduit Street, e con esso la prima traccia di un luogo che sarebbe diventato simbolo di socialità e cultura.

L’edificio che ospita il pub risale probabilmente ai primi decenni del Settecento, periodo noto come età georgiana. In quell’epoca Londra cresceva rapidamente: i quartieri si espandevano verso nord e ovest, mentre le taverne e i “public houses” diventavano punti d’incontro per viaggiatori, lavoratori e gentiluomini. The Lamb nacque proprio in questo contesto, forse come locanda per chi transitava tra Holborn e Russell Square, e mantenne nel tempo la sua funzione di rifugio accogliente.
Le prime menzioni documentate del pub risalgono al 1731, e anche se l’aspetto attuale presenta elementi successivi, la struttura originaria conserva ancora oggi l’impianto georgiano. Le finestre a ghigliottina, i soffitti bassi, i pavimenti in legno massiccio e le linee semplici della facciata rievocano la sobrietà di un’epoca in cui la simmetria e la misura erano segni di eleganza. Nonostante le inevitabili trasformazioni architettoniche, The Lamb resta una delle più antiche case pubbliche ancora attive di Bloomsbury, sopravvissuta a incendi, bombardamenti e alla modernizzazione urbana che ha cancellato molti edifici coevi.
Oggi l’edificio è protetto come Grade II listed building, riconoscimento che ne certifica il valore storico e architettonico. Questo status impone vincoli rigorosi sulle modifiche strutturali, garantendo che l’atmosfera e l’identità del locale restino intatte. Per chi desidera saperne di più sul sistema dei “listed buildings” britannici, il portale ufficiale di Historic England offre informazioni dettagliate su criteri e classificazioni.
Gli snob screens vittoriani e l’eleganza del riserbo
Se l’anima del The Lamb è georgiana, il suo volto più celebre appartiene all’età vittoriana. Tra il 1860 e il 1890, quando il pub venne ristrutturato, furono installate le celebri snob screens, autentiche rarità oggi sopravvissute in pochissimi locali di Londra. Si tratta di piccoli pannelli in vetro molato o inciso, montati su cerniere di ottone sopra il bancone, che consentivano ai clienti di ordinare da bere senza essere visti dal personale o dagli altri avventori. Un dispositivo tanto curioso quanto significativo della società dell’epoca, in cui il concetto di privacy — persino all’interno di un pub — diventava un segno di distinzione sociale.
Le snob screens, tipiche dei pub vittoriani di classe medio-alta, permettevano infatti ai clienti “rispettabili” di evitare contatti diretti con le classi lavoratrici. Oggi, osservandole da vicino, colpisce la loro raffinatezza artigianale: vetri satinati, cornici in legno lucidato e piccole decorazioni floreali che riflettono la luce dorata delle lampade. È come se ogni dettaglio fosse pensato per evocare un’epoca in cui l’eleganza era un modo di vivere più che una moda.
The Lamb è uno dei pochi pub di Londra a conservare ancora questi schermi originali, un elemento che gli ha valso numerosi riconoscimenti da parte della Campaign for Real Ale (CAMRA), l’associazione britannica che tutela i pub storici e la birra tradizionale. Sul sito ufficiale della CAMRA si può leggere come il locale sia considerato un “pub di interesse storico nazionale”, con interni classificati come National Inventory of Historic Pub Interiors.
L’ambiente interno è un vero viaggio nel tempo: pavimenti in legno scuro, pareti pannellate, specchi antichi e una lunga barra centrale che divide lo spazio in più salette intime. La luce filtra dolcemente attraverso i vetri smerigliati, conferendo agli ambienti un tono caldo e raccolto, ideale per conversazioni tranquille o momenti di lettura solitaria. Non è difficile immaginare Dickens o Virginia Woolf seduti a un tavolo, penna e taccuino alla mano, osservando la vita che scorre dietro quei vetri color miele.
Bloomsbury e la sua anima letteraria
Non si può parlare del The Lamb senza evocare l’atmosfera di Bloomsbury, uno dei quartieri più colti e affascinanti di Londra. Situato a pochi passi dal British Museum e dalle piazze alberate di Russell Square, Bloomsbury è stato per oltre un secolo il cuore pulsante della cultura britannica. Nel XIX e XX secolo fu la dimora di scrittori, artisti e pensatori come Charles Dickens, Virginia Woolf, Lytton Strachey, E. M. Forster e molti altri membri del celebre Bloomsbury Group, che qui discussero d’arte, letteratura e politica radicale.
Proprio questa dimensione intellettuale fa del The Lamb un simbolo perfetto del quartiere: non un pub rumoroso o caotico, ma un luogo di riflessione, di incontro tra menti curiose e spiriti liberi. Secondo alcune fonti, Charles Dickensfrequentava regolarmente il locale nei suoi anni giovanili, quando abitava in Doughty Street, a poche centinaia di metri di distanza — oggi sede del Charles Dickens Museum. Non è difficile immaginare l’autore di Oliver Twist sorseggiare una birra ambrata, prendendo appunti sulla varia umanità londinese che entrava ed usciva dalla porta del pub.
Anche in epoche più recenti, The Lamb ha continuato a essere un ritrovo per scrittori e poeti. Negli anni Cinquanta e Sessanta, Ted Hughes e Sylvia Plath vi si incontravano spesso, condividendo conversazioni e idee tra una pinta e l’altra. Le loro biografie — oggi conservate anche negli archivi della British Library — citano esplicitamente questo locale come uno dei loro luoghi preferiti a Bloomsbury. È difficile non percepire la suggestione di quelle storie quando ci si accomoda a un tavolo vicino alla finestra, circondati da libri e tazze di birra che sembrano appartenere a epoche diverse.
L’atmosfera senza tempo: tra legno, luce e memoria
Entrare al The Lamb significa varcare una soglia simbolica, un confine sottile tra presente e passato. L’odore del legno antico, il suono dei passi sul pavimento e il rumore sommesso delle voci creano un’atmosfera che non si trova altrove. Le luci soffuse, filtrate dai vetri smerigliati, donano al locale un bagliore dorato che cambia con le ore del giorno: più brillante al mattino, più intimo al tramonto, quasi magico la sera.

Una delle caratteristiche più amate dai visitatori è la coerenza estetica del locale. A differenza di molti pub storici “rimodernati” con stili e arredi discordanti, The Lamb ha conservato un equilibrio raro: ogni dettaglio, dalle maniglie in ottone alle piastrelle in facciata, sembra appartenere a un tempo preciso. Anche il soffitto decorato e le travi a vista contribuiscono a dare profondità visiva all’ambiente, mentre le vecchie fotografie appese alle pareti raccontano storie di un’altra Londra.
Il pub offre anche una piccola beer garden sul retro, una corte pavimentata con tavoli in legno dove, nelle giornate di sole, si possono gustare birre artigianali e piatti tipici della cucina britannica. Il menu, curato dal gruppo Young’s, comprende pies, fish and chips, salsicce tradizionali e un’ampia selezione di birre cask ale. Non mancano vini e gin tonicserviti in calici di cristallo, in omaggio alla tradizione londinese più raffinata.
Ma ciò che davvero distingue The Lamb è il suo ritmo lento. Qui il tempo scorre diversamente: le persone leggono, chiacchierano, osservano. Non ci sono schermi o musica ad alto volume, ma solo il fruscio delle pagine e il tintinnio dei bicchieri. È un’esperienza che ricorda cosa significhi davvero “pub”: abbreviazione di public house, casa pubblica, un luogo di accoglienza e comunità.
Curiosità e dettagli architettonici
Oltre agli snob screens e alla facciata piastrellata, il The Lamb custodisce altre piccole meraviglie. Tra queste spicca un antico polyphon, un juke-box meccanico dell’Ottocento che riproduce musica grazie a grandi dischi metallici perforati. Ancora oggi, in occasioni speciali, lo staff del pub permette ai clienti di ascoltarlo, riempiendo la sala di un suono cristallino e malinconico. È uno dei pochi polyphon ancora funzionanti a Londra, e rappresenta una rarità tecnica e culturale.
All’esterno, la facciata conserva una lapide parrocchiale del 1831, incastonata nel muro, che segna i confini ecclesiastici tra le antiche parrocchie di St. Andrew Holborn e St. George the Martyr. Dettagli come questi ricordano che i pub erano — e in parte sono ancora — microcosmi urbani, legati non solo alla socialità ma anche alla geografia spirituale della città.
Il locale si distingue anche per il suo rivestimento in faience verde, una ceramica smaltata tipica dell’era edoardiana, che dona al pub una tonalità unica, visibile soprattutto al tramonto quando le piastrelle riflettono la luce dorata. La combinazione di elementi georgiani, vittoriani ed edoardiani fa del The Lamb un caso raro di continuità stilistica nella Londra moderna.
Non sorprende che il pub sia spesso citato in guide turistiche e saggi dedicati alla storia urbana della capitale. Il sito di Londonist lo definisce “a perfectly preserved Victorian gem”, una gemma vittoriana perfettamente conservata, mentre la European Bar Guide lo descrive come “un rifugio luminoso e silenzioso, con un’anima letteraria che resiste al tempo”.
The Lamb oggi: tra tradizione e contemporaneità
Nonostante la sua veneranda età, The Lamb non è un museo ma un locale vivo e vibrante. Appartenente oggi alla catena Young’s Pub Group, mantiene però una gestione attenta alle tradizioni. Lo staff, spesso composto da londinesi e studenti internazionali, è orgoglioso della storia del locale e felice di raccontarne gli aneddoti ai visitatori curiosi.
Ogni anno il pub partecipa al London Pub Heritage Walk, un itinerario organizzato da associazioni culturali e turistiche che collega i principali pub storici della città. Il The Lamb è una tappa immancabile, sia per la sua importanza architettonica, sia per la memoria sociale che custodisce. Durante questi tour, le guide spiegano come il concetto di pub si sia evoluto nei secoli: da taverna per viandanti a luogo di ritrovo comunitario, fino a diventare oggi un simbolo di identità britannica.
In un’epoca in cui molti locali tradizionali chiudono o vengono trasformati in catene impersonali, il The Lamb resiste con dignità, rappresentando un raro esempio di equilibrio tra autenticità storica e sostenibilità moderna. Il suo successo si basa sulla capacità di rimanere fedele a se stesso, offrendo un’esperienza autentica in un mondo sempre più veloce e digitalizzato.
Anche la posizione contribuisce al suo fascino: a pochi minuti a piedi si trovano il Charles Dickens Museum, il Foundling Museum e la sede dell’Università di Londra. È un punto perfetto per chi desidera esplorare Bloomsbury attraverso la lente della storia, tra una visita culturale e una sosta gastronomica. Non a caso, molti tour letterari della città includono una tappa al The Lamb, rendendolo una destinazione di nicchia per appassionati e turisti consapevoli.
Una testimonianza vivente di Londra
The Lamb di Bloomsbury non è soltanto un pub: è una testimonianza vivente della trasformazione di Londra nel corso dei secoli. Dall’Inghilterra georgiana dei commercianti e degli architetti all’epoca vittoriana delle fabbriche e delle ferrovie, fino alla metropoli globale dei nostri giorni, questo piccolo locale ha visto tutto e ha continuato a servire birra e storie con la stessa naturalezza.
Visitandolo, si ha l’impressione che la città esterna — rumorosa, affollata, moderna — resti fuori dalla porta, mentre all’interno regni una calma antica. È come entrare in un frammento di tempo sospeso, dove ogni oggetto racconta qualcosa: una bottiglia, una lampada, un segno inciso nel legno. The Lamb è la prova che la memoria di una città può sopravvivere anche nei gesti più quotidiani, come alzare un bicchiere o scambiare due parole con uno sconosciuto.
Chi desidera scoprire la Londra nascosta nel tempo troverà qui una delle sue più autentiche incarnazioni. Non serve cercare monumenti o musei: basta entrare in un pub come questo, lasciarsi avvolgere dal profumo del legno e del luppolo, e ascoltare le voci che da tre secoli animano le sue stanze.
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Immagini interne: By Ewan Munro from London, UK – Lamb, Bloomsbury, WC1Uploaded by Edward, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9927640, By Edwardx – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=51725904
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