Un chip più sottile di un capello può sbloccare i computer quantistici
Un chip ottico più piccolo dello spessore di un capello umano potrebbe rappresentare uno dei tasselli mancanti per portare i computer quantistici fuori dai laboratori e avvicinarli a un utilizzo su larga scala. Un gruppo di ricercatori ha infatti presentato un nuovo modulatore di fase ottico, progettato per controllare con estrema precisione la luce laser, che consuma fino a 80 volte meno energia rispetto a molte soluzioni commerciali oggi disponibili.
La dimensione è uno degli aspetti più sorprendenti del dispositivo, poiché il chip è quasi cento volte più piccolo della larghezza di un capello umano. Ma la vera novità non sta solo nella miniaturizzazione. A rendere questo risultato particolarmente rilevante è il fatto che il modulatore sia stato realizzato con processi industriali standard, gli stessi utilizzati per produrre i chip dei computer, degli smartphone e di molti elettrodomestici di uso quotidiano. Questo significa che il dispositivo non è un prototipo artigianale da laboratorio, ma una tecnologia pensata fin dall’inizio per essere prodotta in grandi quantità.
Il lavoro è stato guidato da Jake Freedman, dottorando in ingresso nel Dipartimento di Ingegneria elettrica, informatica ed energetica, insieme al professor Matt Eichenfield, titolare della Karl Gustafson Endowed Chair in Quantum Engineering, con la collaborazione di Sandia National Laboratories. Tra i coautori senior figura anche Nils Otterstrom, che ha contribuito allo sviluppo del dispositivo.
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