Un piano (sventato) per uccidere Papa Francesco a Trieste: arrestato sospetto terrorista turco dell’Isis-K

C’era un piano per uccidere Papa Francesco durante la sua visita a Trieste del 7 luglio del 2024? A scriverne oggi è il quotidiano Il Piccolo in una sua inchiesta in cui tira in ballo l’Isis, lo Stato Islamico.
Per capire di cosa si sta parlando bisognare fare un passo indietro e tornare al luglio dello scorso anno, quando l’allora pontefice argentino Jorge Mario Bergoglio, scomparso il 21 aprile 2025, era giunto nella città capoluogo del Friuli Venezia Giulia in occasione della chiusura della 50/a Settimana sociale dei cattolici in Italia.
Il 6 luglio, giorno prima dell’appuntamento pubblico di Francesco, era stata trovata una pistola in un trolley scuro abbandonato nel bar della stazione ferroviaria. Secondo la ricostruzione del quotidiano, nei carteggi di indagine riferiti agli accertamenti “di intelligence” sulla pistola si fa riferimento a un “possibile progetto di attentato contro il Sommo Pontefice”.
Indagini che hanno portato a sviluppi concreti. L’Interpol ha tratto in arresto nei Paesi Bassi uno dei sospetti, il cittadino turco Hasan Uzun, 46 anni, oggi detenuto in carcere a Trieste. Le indagini lo collegherebbero all’arma trovata all’interno del trolley, un’automatica CZ modello 7B calibro 9 Luger matricola 5793N con caricatore. Gli inquirenti avevano anche trovato 14 cartucce.
Secondo la ricostruzione de Il Piccolo, l’attentato sarebbe stato progettato da un’organizzazione turca legata all’Isis K, lo Stato islamico- Khorasan, il ramo dello Stato Islamico dell’Iraq attivo in particolare in Afghanistan, Tagikistan e Pakistan. Dopo l’estradizione dall’Olanda, Hasan Uzun ha trascorso alcuni giorni in carcere a Milano e adesso è in una cella d’isolamento a Trieste.
Una ricostruzione dei fatti che però vede la Questura di Trieste evidenziare come al momento “nessuna evidenza è emersa” tra eventuali “progettualità ostili o omicidiarie nei confronti del Santo Padre” e il cittadino turco arrestato in Olanda ed estradato in Italia.
Piuttosto l’uomo “sembrerebbe essere inserito in circuiti criminali non correlati al terrorismo di qualsivoglia matrice”. A ulteriore conferma di un quadro non ancora chiaro ci sono le parole dell’avvocato Lucrezia Chermaz, che assiste Uzun e che sottolinea come il 43enne turco risponde solo del reato di poto e detenzione abusivo di arma.
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