Vieira e la filosofia del pensare giorno per giorno motivando il gruppo, così il francese ha conquistato il Genoa

Genova. Patrick Vieira ha salutato i tifosi nell’ultima di campionato in casa con un giro di campo, applaudendo. Ha ricevuto lo stesso tributo dagli spalti del Ferraris per una salvezza raggiunta con grande anticipo. Ha dimostrato sul campo di che pasta è fatto, ha portato ottimismo e conquistato la piazza dopo un allenatore come Gilardino che ha e avrà sempre un posto speciale nel cuore dei sostenitori del Grifone.
Per lui, a una partita dalla fine, un bilancio di 7 vittorie, 9 pareggi e 9 sconfitte. 30 punti conquistati (media 1,2).
Sulla partita persa proprio all’ultimo contro l’Atalanta elenca i pregi della sua squadra e chiarisce la questione sul gol finale, da vero uomo di sport: “Stasera mi è piaciuto come abbiamo giocato, con intensità e determinazione. I giocatori hanno giocato bene, volevamo finire con una vittoria davanti ai nostri tifosi che lo meritavano. Abbiamo fatto una bella partita, giocando con personalità. Così si va in avanti. Il terzo gol? Era più la frustrazione, ma non possiamo dire che loro devono fermarsi. Loro devono giocare e fare gol e dopo l’arbitro deve prendere la sua decisione, sono più frustrato di come noi ci siamo fermati che del fatto che loro hanno continuato a giocare. Se l’arbitro non ferma il gioco, dobbiamo continuare a giocare. Abbiamo preso gol, questo ti fa crescere”. Sul gol annullato riferisce: “Ho chiesto all’arbitro e mi ha detto che c’era il mani di Bani, per questo è stato annullato il gol”.
Il mister è comunque dispiaciuto per non aver preso un punto: “Meritavamo di più. In queste partite eravamo vicini a prendere punti. Credo che questa partita faccia crescere giocatori e squadra. La rabbia è più per i miei giocatori che per l’Atalanta e Gasperini”.
Non si sbilancia neanche a una partita dalla fine sulle possibilità di crescita della squadra nella prossima stagione. Una mentalità di affrontare le cose giorno per giorno che è la sua cifra da quando ha preso il genoa, evidentemente vincente: “La cosa importante è finire bene il campionato, abbiamo dimostrato che giocheremo tutte le partite con intensità e voglia di vincere. Vogliamo andare avanti, finiamo l’ultima partita e poi c’è tempo per vedere come farlo”.
Pinamonti è tornato al gol, anzi, ne ha fatti due, raggiungendo la doppia cifra e il mister gli fa i complimenti. Non è un mistero che il lavoro oscuro del numero 19, senza palla, sia di grande aiuto alla squadra e piaccia molto al mister: “Sono molto felice per lui, è stata una stagione complicata perché offensivamente abbiamo avuto problemi. Se sei un attaccante vuoi sempre compagni che possono creare situazioni per fare gol. Questa mancanza è stata difficile per lui. Oggi ha fatto vedere le sue qualità, sono contento. Nei momenti difficili non ha mai mollato, lavorando sempre. Questo è un segno molto positivo. Speriamo tutti che possa rimanere, però vedremo“.
Vieira chiarisce anche cosa è successo a Vasquez: “Gli si è girata la caviglia, spero che non sia grave”.
Il mister commenta anche l’uscita di Badelj e il saluto di tutto lo stadio: “Ha avuto questo momento, che dà il livello di quello che ha fatto al Genoa. Fa parte dei signori del calcio, per la persona che è dentro e fuori il campo. Quando siamo arrivati è stato un aiuto per me e il mio staff, meritava questo”. E tutto ciò si lega anche a una riflessione successiva legata comunque a un certo tipo di rapporto con lo spogliatoio e con i tifosi anche di mister Vieira: “Fa piacere vedere il saluto a Badelj, era un momento importante. Fa vedere che è sempre stato parte della famiglia del Genoa, ero poi dispiaciuto di non prendere un punto. Siamo cresciuti però negli ultimi mesi, abbiamo visto tanti giovani. Non era facile, ma ho trovato un gruppo con voglia di rimanere in A e con il supporto dei tifosi abbiamo finito il campionato bene. Sono molto orgoglioso”.
In sala stampa gli viene chiesto anche cosa pensa della retrocessione della Sampdoria: “Come uomo di sport e per il derby della città sono un po’ dispiaciuto. Dopo la realtà è che raggiungere gli obiettivi è molto difficile. Per questo noi dobbiamo essere orgogliosi e contenti di quello fatto dal nostro gruppo, non era semplice. Siamo stati bravissimi, non era facile”.
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