Warhammer 40000 Dawn of War 4 Anteprima – Gamescom 2025

Agosto 27, 2025 - 14:30
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Warhammer 40000 Dawn of War 4 Anteprima – Gamescom 2025

Warhammer 40000 Dawn of War 4 è un ritorno che i fan degli RTS attendevano da quasi un decennio, un ritorno oltretutto insperato dopo che il terzo capitolo della saga, rivelatosi un clamoroso insuccesso commerciale, aveva costretto Relic Entertainment ad abbandonare lo sviluppo attivo del progetto e cancellare le espansioni in arrivo.

A sobbarcarsi l'onere di una pesante eredità e di un'impresa dagli esiti non scontati è il team tedesco KING Art Games, già autore dell'interessante strategico Iron Harvest. Gli sviluppatori hanno le idee chiarissime sulle ragioni del successo passato della serie e sono pronti a riportarla al posto che merita.

Per farlo hanno preparato ben quattro diverse fazioni giocabili tra storici ritorni e contenuti promessi un tempo e mai realizzati. Le armate che potremo schierare in tenzone saranno: gli Space Marine, punta di diamante dell'Imperium, gli Adeptus Mechanicus, tecno-sacerdoti e dominatori di Marte, i Necron, umanoidi ridesti da un sonno millenario e i classici orchi.

Vi è la manifesta volontà di inscrivere questa nuova produzione nel solco delle precedenti, di trasformarla nella summa e nell'apice di tutto ciò che vi è stato prima e perciò capiterà spesso di ritrovare vecchie conoscenze del passato. Abbiamo avuto un'ora per scoprire Dawn of War 4, per comprenderne le strutture e le ambizioni. Questo è ciò che abbiamo scoperto.

I pilastri di Warhammer 40000 Dawn of War 4

Tra le colonne portanti di Dawn of War 4 spicca, senza dubbio, la volontà di restituire un'esperienza singleplayer longeva, stratificata e dalle solide fondamenta narrative, ragione per cui ad occuparsi dell'intreccio è stato scelto John French, autore di numerosi romanzi e racconti ambientati nel mondo di Warhammer.

A testimonianza di tale intento, il team ha tenuto più volte a rimarcare la presenza di grandiose cinematiche, le quali caratterizzeranno le campagne di ogni fazione e spiccheranno per brutalità e pathos. Il compito di esaltare l'iperviolenza tipica del wargame non verrà affidato alle sole cutscene ma caratterizzerà l'azione su schermo in ogni frangente.

Nel nostro provato, sebbene distolti dal guardare in dettaglio le schermaglie in virtù delle più impellenti necessità strategiche, abbiamo ugualmente notato una buona resa visiva dei combattimenti con una discreta varietà di interazioni diverse. Il fulcro di uno strategico, tuttavia, non è affatto l'aspetto ed è perciò il momento di giungere al sodo.

La missione disponibile in Germania vedeva un distaccamento degli Space Marine occuparsi della protezione di alcune milizie messe all'angolo dalle armate orchiche. Il funzionamento delle quest è piuttosto semplice e non si allontana dai canoni del genere, vedendoci, come spesso accade, a dover lanciare un assalto verso degli accampamenti nemici senza dimenticarci di difendere il nostro.

L'aspra contesa si concentra prevalentemente sulla gestione di alcuni punti sulla mappa adibiti alla produzione di risorse. Queste, di due tipologie (requisition e power), possiedono una miriade di funzione: servono per costruire nuove unità, per potenziarne l'arsenale, per applicare modificatori permanenti alla propria partita e per erigere le varie strutture.

Ogni nodo non rivendicato per il proprio team finirà nelle mani nemiche ed una volta che l'output produttivo dei propri rivali è divenuto soverchiante non vi è alcun modo di salvare la partita. Assicurarsi il controllo dei giacimenti, tuttavia, non è sufficiente e per ottenere realmente il trionfo sarà necessario preservarli dagli assalti avversari.

Gli Space Marine, a differenza degli orchi, possono portare sul campo di battaglia una quantità piuttosto esigua di unità e. pertanto, delegare membri attivi del proprio esercito a funzioni meramente difensive è fuori discussione. Proprio per questo abbiamo avuto la possibilità di costruire delle torrette automatiche, incapaci di respingere grossi attacchi da sole ma sufficienti per rallentarli fino al ritorno della cavalleria.

Al di là di alcune costruzioni difensive, delle caserme e di un paio di edifici per il potenziamento, la demo da noi provata non ha dimostrato particolare opulenza nella personalizzazione della propria base, preferendo concentrarsi maggiormente sulla gestione delle unità. Si parla comunque di una porzione introduttiva di Dawn of War 4 ed è probabile che avanzando si sblocchino sempre più possibilità.

Le unità, invece, ci hanno colpito ed appaiono al momento ben congeniate. Esse si dividono in varie tipologie, si rapportano tra loro in maniera differente e possono essere ulteriormente specializzate durante l'avanzamento. Gli archetipi principali che abbiamo utilizzato sono due: guerrieri melee armati di spada e fucilieri classici.

I primi sono molto più efficaci di quanto possano apparire in un mondo straripante di bocche da fuoco di ogni foggia. Ingaggiando in mischia le truppe avversarie, infatti, possono costringerle a passare all'arma bianca e trascinarle in una posizione svantaggiosa. D'altro canto esiste il rischio che i fantascientifici spadaccini, percossi da una pioggia di piombo, giungano dinanzi all'obiettivo in fin di vita.

Per prevenire tale possibilità si può sbloccare uno specifico perk che consente loro di spiccare il volo tramite alcuni razzi e piombare sopra i nemici. Non solo viene arrecato del danno ad area all'interno del raggio ove i marine atterrano, ma si possono ignorare tutte le unità che si frappongono al nostro obiettivo, evitando, per esempio, di essere intercettati.

I militi tradizionali, invece, possiedono una granata, perfetta per abbattere all'istante alcune piccole creature ed evitare che possano costringere al corpo a corpo. Oltre a queste abilità che devono essere attivate personalmente da parte del giocatore vi sono tutta una serie di modificatori passivi che concorrono a precisare la funzione dei propri distaccamenti.

Ad esempio si può privilegiare il range a discapito del danno oppure aumentare la potenza di fuoco ma costringere i propri guerrieri ad avvicinarsi. Allo stesso modo è possibile aumentare l'efficacia nei confronti delle armature oppure verso gli orchi completamente sguarniti.

Ruolo focale hanno i leader, non solo estremamente abili nella mischia (sebbene fin troppo preziosi per essere esposti) ma supporti strabilianti, spesso capaci di celarsi alla vista delle minacce e di applicare dall'ombra buff decisivi ai propri sottoposti. Essi sono potenziabili a loro volta, ma solo il futuro ci dirà fino a che punto altereranno il corso delle partite.

Anche i comandanti delle armate rivali possono fare capolino, con incursioni subitanee ed imprevedibili. Nella nostra partita ci siamo trovati a dover frenare l'avanzata di un signore della guerra orchico giunto alle porte della nostra base operativa. Qui anche le truppe tradizionali, su cui non abbiamo potere diretto, si sono unite allo scontro e sarà interessante capire se tale meccanica si rivedrà in futuro.

Un'esperienza solida

Spesso negli strategici a turni pulizia, intuitività e precisione dell'interfaccia dividono un progetto riuscito da uno fin troppo claudicante. In un RTS, poi, la rapidità è un imperativo e bisogna sempre tentare di ridurre al minimo il numero di input necessari a compiere una determinata azione.

Sebbene le possibilità fossero ancora discretamente limitate, Warhammer 40000 Dawn of War 4 ci è apparso ben congeniato, per quanto legato a scorciatoie codificate e note a tutti gli appassionati del genere. I controlli sono responsivi ed immediati, il pathfinding delle unità funziona brillantemente, gli AoE delle abilità sono rappresentati alla perfezione.

Il titolo è estremamente solido e si profila ricchissimo dal punto di vista contenutistico. Oltre ad una campagna piuttosto variegata, infatti, gli sviluppatori hanno promesso un nutrito comparto multiplayer ed il ritorno dell'amatissima modalità "The Last Stand" ove una serie di giocatori si trova a dover cooperare per respingere ondate via via crescenti di nemici.

Anche il comparto tecnico si assesta su livelli abbastanza alti, sebbene sia estremamente secondario in un titolo del genere, e presenta modelli dettagliati delle truppe e degli edifici, nonché un'eccellente perizia nel portare su schermo le carneficine tipiche della saga di Warhammer.

Dawn of War 4, tuttavia, ha destato in noi anche delle preoccupazioni. Il team tedesco, infatti, nel tentativo di far dimenticare gli amari fallimenti del passato ha deciso di assumere un approccio molto prudente ma ha al contempo privato l'opera di innovazioni sufficienti a distaccarla non solo dai capitoli precedenti ma anche dai molteplici (purtroppo sempre meno) RTS che popolano il mercato.

Conclusioni

Questa appena sopraggiunta parrebbe un'epoca d'oro per le produzioni ambientate nel mondo di Warhammer, con giochi di ruolo di altissimo livello come Rogue Trader e brillanti sparatutto in terza persona come il recente Space Marine 2. È il momento che anche gli RTS della saga ricevano la loro grande seconda consacrazione e Dawn of War 4 parrebbe capace di farcela.

Gli sviluppatori di KING Art hanno dimostrato di conoscere a menadito i tre storici capitoli della serie e di volerne recuperare i punti di forza senza andare incontro al medesimo infausto destino. Quello che ci siamo trovati davanti è un gioco che spicca per solidità e che anche nella sua prima missione appare abbastanza ricco di meccaniche.

Certo, solo a lungo andare potremo veramente saggiare quanto vario e bilanciato sarà il comparto ludico ma le nostre prime impressioni sono state più che positive. Solo la mancanza di coraggio ha raffreddato il nostro animo, nel timore che il titolo non voglia ambire a rinnovare o reinventare il celebre brand ma soltanto a riportarlo nuovamente sulla scena.

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