Android verso la rivoluzione globale: store alternativi, pagamenti via web e commissioni ribassate

Epic e Google hanno concordato una proposta di accordo per chiudere la causa che li oppone da tempo, con un pacchetto di cambiamenti su Android e Google Play ora al vaglio del giudice James Donato. Se approvato, l'esito sposterebbe dal solo mercato USA a una portata globale alcune misure chiave già emerse in tribunale.

La proposta introduce un taglio delle commissioni standard, un programma per gli App Store di terze parti nella prossima versione di Android e modifiche alle schermate di installazione per ridurre la frizione del sideloading. Sia Sameer Samat (Google) che Tim Sweeney (Epic) parlano di intesa che, se validata, "risolverebbe le controversie"; e indubbiamente cambierebbe Android rispetto a com'è stato finora.

Google propone un nuovo modello di commissioni con soglia al 20% o al 9%, a seconda del tipo di transazione e del momento in cui l'app è stata installata. Il portavoce Dan Jackson precisa che il modello si applicherà alle nuove installazioni successive a ottobre 2025.

Per gli acquisti in app che forniscono un minimo vantaggio nel gameplay, Google potrà applicare il 20 per cento. Se l'acquisto non dà quel vantaggio, la quota scende al 9 per cento; la stessa soglia del 9 per cento vale per app e abbonamenti venduti su Play, senza includere la parte di Google Play Billing. La commissione di fatturazione di Google Play Billing viene scorporata e fissata al 5%, separata dalla service fee.

Se lo sviluppatore sceglie un sistema di pagamento alternativo, Google Play può valutare un ulteriore balzello anche su tali transazioni. Jackson aggiunge che quando l'utente paga con un sistema alternativo, lo sviluppatore non corrisponde alcuna commissione di fatturazione a Google.

Google potrà teoricamente ottenere la propria quota anche se l'utente completa il pagamento sul sito web dello sviluppatore entro 24 ore da un click partito dall'app. Nelle app, le opzioni di pagamento alternative compariranno fianco a fianco con Google Play Billing, e gli sviluppatori potranno impostare prezzi diversi, anche più bassi, per i metodi alternativi.

Google introdurrà nella prossima major release di Android un programma che consente agli store alternativi di registrarsi come Registered App Stores. L'obiettivo è renderli facilmente installabili dagli utenti, in modo che siano riconoscibibili a pieno titolo all'interno dell'ecosistema.

Dal prossimo rilascio principale e fino al 30 giugno 2032, Android mostrerà una singola schermata di installazione con tono neutro per installare uno store registrato da un sito web, concedendo al contempo i permessi necessari per installare le app. Epic sostiene che questo riduca la frizione e le cosiddette scare screen che ostacolano il sideloading.

Restano in vigore altri vincoli ottenuti da Epic: Google deve interrompere incentivi economici a produttori, operatori e sviluppatori in cambio di esclusive o preinstallazioni, e deve consentire agli sviluppatori di comunicare con i clienti su prezzi e offerte al di fuori del Play Store.

In precedenza, il giudice Donato aveva imposto a Google di accogliere store rivali dentro Google Play e di concedere accesso all'intero catalogo delle app, oltre a non richiedere più l'uso obbligatorio di Play Billing. Quell'ingiunzione però valeva solo negli Stati Uniti, durava tre anni e non toccava le commissioni.

La nuova proposta estende Registered App Stores e riduzioni di commissioni a livello mondiale fino al 2032. Sameer Samat afferma che l'approvazione risolverebbe il contenzioso; Tim Sweeney parla di apertura a pagamenti terzi e via web, contrapponendo la proposta di Google al modello di Apple che, a suo dire, blocca store concorrenti. Le parti discuteranno i dettagli davanti al giudice giovedì 6 novembre, ma la via sembra tracciata.

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