Basta prato all’inglese, evviva l’erba alta. Anche in città…

Nelle città l’erba viene lasciata crescere, non per pigrizia o per mancanza di denaro: ridurre gli sfalci in ambito urbano ha, infatti, permesso di aumentare la presenza di impollinatori del 65% in un solo anno
Gli assessori al verde e all’ambiente di molte città italiane stanno combattendo una lotta in prima persona per salvaguardare la biodiversità in parchi, strade, ma anche rotonde, aiuole…
Dopo aver preso la decisione di adottare una diversa manutenzione dell’erba (leggi sfalci ridotti) si trovano spesso attaccati dai concittadini, ai quali non è chiara la scelta di vedere l’erba alta in città.
Eppure, va detto, gli sfalci ridotti hanno precise evidenze scientifiche: permettono di ammortizzare il calore, di aumentare la gestione dell’umidità del suolo e di facilitare l’assorbimento delle acque in caso di bombe d’acqua, agendo come sistemi drenanti naturali, di aumentare la popolazione di insetti buoni (farfalle, api, coccinelle, ragni, ma anche uccelli insettivori) che oltre a impollinare limitano la presenza di zanzare (e di conseguenza gli interventi chimici contro queste ultime).
Semmai, sono proprio i prati all’inglese a essere un pericolo per l’ambiente: anche se appaiono più ordinati, non esplicano una buona funzione ecosistemica.
Sfalci ridotti a Pavia
Sul tema è tornato anche Lorenzo Goppa, assessore all’ambiente, alla sostenibilità, alla transizione ecologica e alle politiche energetiche del Comune di Pavia, incontrato durante la presentazione di Horti aperti, il festival del verde in città che torna dal 19 al 21 settembre 2025 nel parco Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia.
Una tre giorni in cui,in questa città che si allunga sul Ticino, si farà di tutto per valorizzare l’importanza di vivere in un ambiente verde anche per contrastare l’inquinamento tipico della Pianura Padana.
“Da questa primavera è stata introdotta la pratica degli sfalci ridotti, con l’obiettivo di favorire la biodiversità urbana e tutelare le popolazioni di impollinatori. Molte rotatorie sono gestite senz’acqua con prati fioriti con miscugli di papaveri, fiordalisi, calendula, crisantemi campestri. I risultati sono visibili a tutti: rotonde fiorite, profumate, autentiche cartoline che raccontano una città più viva e attenta all’ambiente“.
Sfalci ridotti anche per attirare impollinatori e abbattere zanzare e le isole di calore, ricorda Goppa, che ha scelto anche di introdurre in città alberi mangia-smog, controlli alle caldaie e strategie per un ambiente più sostenibile, portando all’attenzione dei cittadini anche la possibilità di adottare le Comunità energetiche rinnovabili.
Tornando agli sfalci, le evidenze scientifiche non mancano, a partire dallo studio effettuato nel 2022 dall’Università di Lund (Svezia) nel quale è emerso che ridurre gli sfalci in ambito urbano ha aumentato la presenza di impollinatori del 65% in un solo anno.
Va detto che in molte città europee da tempo si effettua questa procedura, con particolare attenzione a creare nei parchi le giuste aree di erba alta: vicino agli alberi o alle zone umide, per esempio.
Sfalciare meno significa anche un minor uso di carburante e mezzi a motore che girano in città per eseguire il taglio – avete notato come questi mezzi siano spesso ancora obsoleti e qui dovremmo aprire una capitolo su come i manutentori del verde non abbiamo ancora fatto un salto nella qualità dei propri attrezzi, spesso rumorosi e non certo elettrici – e minore necessità di irrigazione.
Milano, Bologna, Trento, Torino, ma anche Reggio Emilia e Bergamo sono città apripista sugli sfalci differenziati e, forse, tutti noi dovremmo abituarci a pensare la bellezza di un prato per la sua funzione ecologica, non per la sua simmetria.
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