Brexit e la chiusura di Gola: Aaron Rutigliano torna in Italia

Ottobre 4, 2025 - 20:30
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Brexit e la chiusura di Gola: Aaron Rutigliano torna in Italia

Per quindici anni il ristorante Gola a Fulham è stato uno degli indirizzi italiani più iconici di Londra, un luogo frequentato da calciatori della Premier League, attori e celebrità, ma anche da migliaia di italiani che cercavano il gusto autentico della Penisola in terra britannica. Alla fine di settembre 2025 è arrivata la notizia che nessuno si aspettava: il titolare Aaron Rutigliano, imprenditore pugliese, ha deciso di abbassare la serranda e di lasciare definitivamente Londra, citando come motivazioni principali gli effetti della Brexit e un mutato scenario internazionale che ha reso la capitale inglese meno centrale rispetto al passato. La sua scelta è un segnale forte per tutta la comunità italiana all’estero, e apre una riflessione sul presente e sul futuro della ristorazione londinese.

L’avventura londinese di Gola

Aperto nei primi anni 2010 a Fulham, quartiere residenziale e cosmopolita del sud-ovest di Londra, Gola si è imposto come punto di riferimento per la cucina italiana con una forte impronta pugliese. In un panorama gastronomico londinese ricchissimo di proposte, il ristorante ha saputo distinguersi grazie alla qualità delle materie prime, alle ricette della tradizione rivisitate in chiave contemporanea e a un’atmosfera che univa eleganza e convivialità.

Il successo è stato immediato: presto Gola è diventato meta di clienti vip, tra cui noti calciatori della Premier League, star dello spettacolo e influencer internazionali. Le recensioni sulla stampa britannica hanno sottolineato più volte l’autenticità e l’energia del locale, che ha contribuito a rafforzare l’immagine della cucina italiana a Londra come sinonimo di eccellenza e lifestyle.

Per Aaron Rutigliano, giovane imprenditore pugliese arrivato nella capitale con un sogno e tanto coraggio, Gola ha rappresentato non solo un’attività commerciale, ma un progetto di vita che ha incarnato il successo della diaspora italiana a Londra, in quegli anni d’oro in cui la città era percepita come la vera capitale europea delle opportunità.

Brexit e le difficoltà per la ristorazione italiana

Negli ultimi anni, però, lo scenario è cambiato radicalmente. Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la ristorazione italiana ha dovuto affrontare ostacoli sempre più gravosi. I problemi si sono concentrati su tre fronti:

  1. Importazioni alimentari: prodotti tipici come olio, vini, formaggi e salumi hanno iniziato a subire controlli doganali, rallentamenti e costi aggiuntivi, riducendo i margini di guadagno e complicando la logistica.

  2. Personale qualificato: moltissimi camerieri, cuochi e pizzaioli europei hanno lasciato Londra per mancanza di visti o per difficoltà burocratiche. Reperire forza lavoro con esperienza è diventato complicato e costoso.

  3. Pressione fiscale e costi di gestione: la Brexit ha coinciso con l’aumento dei costi energetici, degli affitti e dei servizi, rendendo più difficile mantenere competitività e qualità.

In questo contesto, anche un ristorante consolidato come Gola si è trovato a navigare in acque sempre più turbolente. Nonostante la fedeltà di una clientela affezionata, Rutigliano ha dovuto fare i conti con un equilibrio economico e gestionale non più sostenibile.

Come ha spiegato in un’intervista a Repubblica, la decisione di chiudere è stata sofferta ma inevitabile: “Sono triste di aver abbandonato Londra dopo tanti anni, ma non vedo l’ora di ricominciare in Italia, per un’altra eccitante avventura.”

Il ritorno in Italia: Milano e Roma come nuove capitali

La scelta di Aaron Rutigliano non è un addio alla ristorazione, ma un ritorno strategico. Il ristoratore guarda ora all’Italia, e in particolare a Milano e Roma, come luoghi ideali per intraprendere una nuova avventura imprenditoriale.

Milano, negli ultimi anni, ha vissuto una trasformazione straordinaria: è diventata un hub finanziario e culturale di rilevanza europea, con un settore della ristorazione vivacissimo e una clientela sempre più internazionale. Roma, da parte sua, sta vivendo un nuovo dinamismo, trainato dal turismo e da una crescente attrattività per investitori stranieri.

Secondo Rutigliano, oggi queste città rappresentano “le nuove capitali europee in Italia”. A confermarlo c’è anche il fenomeno degli expat britannici che scelgono di trasferirsi proprio a Milano e Roma, attratti non solo dal lifestyle mediterraneo ma anche da incentivi fiscali pensati per chi decide di trasferire la propria residenza in Italia.

Gli sgravi per impatriati, introdotti dal governo italiano negli ultimi anni, permettono infatti a professionisti e imprenditori di beneficiare di consistenti riduzioni fiscali sui redditi prodotti in Italia, aumentando l’appeal del Paese come nuova terra di opportunità.

Gola come caso emblematico della comunità italiana a Londra

La chiusura di Gola non è soltanto la fine di un ristorante, ma un simbolo più ampio delle difficoltà che la comunità imprenditoriale italiana ha affrontato a Londra dopo la Brexit. Migliaia di italiani, negli ultimi anni, hanno scelto di rientrare in patria o di trasferirsi in altri Paesi europei, attratti da mercati più dinamici e condizioni meno complesse.

Come ricorda il portale Italian Chamber of Commerce in the UK, Londra resta un luogo strategico per il business, ma i costi e le complessità burocratiche hanno ridotto l’appeal per molti imprenditori. La vicenda di Aaron Rutigliano è quindi parte di una narrazione collettiva che mette in discussione il ruolo storico della capitale britannica come fulcro per l’imprenditoria europea.

Per la comunità italiana a Londra, la chiusura di Gola è un colpo simbolico. Il ristorante era un punto di riferimento, un luogo di incontro che testimoniava la forza e il prestigio del made in Italy all’estero. Il suo abbandono rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di ripensare strategie e modelli di business in un contesto post-Brexit sempre più competitivo.

Tra nostalgia e nuovi inizi

Il tono con cui Rutigliano ha annunciato la chiusura è intriso di nostalgia ma anche di fiducia. Dopo quindici anni di successi e sfide a Londra, l’imprenditore pugliese non intende abbandonare il settore, ma piuttosto rilanciarsi in un contesto che percepisce come più favorevole.

Il suo ritorno in Italia è anche un messaggio di speranza: dimostra che, nonostante le difficoltà del passato, il Paese è tornato a essere attrattivo per chi ha esperienza internazionale e vuole costruire nuove opportunità. Milano e Roma, in particolare, stanno vivendo una fase di crescita che potrebbe davvero rappresentare una rinascita per la ristorazione italiana, sempre più aperta all’innovazione senza rinunciare alle radici.

Rutigliano porta con sé un bagaglio fatto di storie, successi e relazioni costruite in uno dei mercati più competitivi del mondo. È probabile che il suo nuovo progetto in Italia saprà unire la tradizione pugliese con l’esperienza cosmopolita londinese, creando un modello di ristorazione che guarda al futuro senza dimenticare il passato.

Una lezione per Londra e per l’Italia

La vicenda di Gola invita a riflettere anche sul ruolo di Londra nella nuova geografia economica e culturale post-Brexit. Una città che per decenni ha attratto talenti e investimenti da tutta Europa rischia oggi di vedere ridimensionata la sua centralità. Al contrario, città come Milano e Roma stanno riscoprendo una vocazione internazionale che potrebbe ridisegnare gli equilibri nel continente.

Il caso di Aaron Rutigliano non è isolato, ma si inserisce in una tendenza più ampia che riguarda imprenditori, professionisti e creativi che scelgono di ripartire dall’Italia. Una sfida che chiama in causa politiche economiche, strategie di attrazione di talenti e la capacità del Paese di valorizzare chi decide di investire sul proprio territorio.


Fonti esterne autorevoli:


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