Campo largo, la festa è finita fra i paletti di Conte e le ferie di Fico

Novembre 26, 2025 - 13:30
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Campo largo, la festa è finita fra i paletti di Conte e le ferie di Fico

La festa è già finita, gli amici se ne vanno”, cantava Ornella Vanoni nel 1967.

Un ritornello che pare piacere molto a Giuseppe Conte , il quale, appena sono finiti gli applausi e i sorrisi per la vittoria del campo largo, pone subito i paletti che si potevano immaginare (Elly Schlein faceva finta di non saperlo?).

Neppure il tempo di bere l’ultima coppa di champagne: l’avvocato del popolo indica le strade da seguire. Un compromesso  che deve suggerire le priorità, niente patti al ribasso.

Per essere più chiari il leader dei 5Stelle vuol far capire al vertice di via del Nazareno che “siamo soltanto alla partenza” di un accordo che non deve badare solo al successo. Quello si scioglie come neve al sole, bisogna mettere nero su bianco in modo che in futuro non ci possano essere equivoci.

Da campo largo a campo illuso

Campo largo, la festa è finita fra i paletti di Conte e le ferie di Fico, nella foto Roberto Fico
Campo largo, la festa è finita fra i paletti di Conte e le ferie di Fico – Blitzquotidiano.it (Il nuovo presidente della Campania, Roberto Fico nella Foto Ansa)

Ecco fatto: il campo largo diventa subito “un campo illuso”, come indica stamane il Secolo d’Italia con un titolo a tutta pagina. D’altronde si poteva prevedere un atteggiamento del genere che avrebbe freddato l’entusiasmo e la gioia della Schlein. Visto come si stava delineando il trionfo dedicato soltanto alla segretaria, il leader pentastellato ha voluto mettere la situazione in chiaro.

Non si illuda il Pd che noi saremo solo una ruota di scorta dell’accordo, o comunque un cespuglio pronto a regalare i suoi voti senza avere nulla in cambio, se non briciole che ai pentastellati non sono mai piaciute.Se unione ci deve essere dovremo da subito indicare i confini e i risultati che si dovranno raggiungere. La vittoria (o presunta tale) raggiunta soprattutto nel Mezzogiorno non dovrà illudere quanti in realtà pensavano che già con il referendum e poi con le politiche del 2027 il ribaltone sarebbe diventato una realtà.

“Okay, stiamo arrivando”, ripeteva come un mantra la Schlein nelle infinite volte che è apparsa in questi giorni in tv. Felice, ormai certa di aver sconfitto pure gli amici-nemici, continuava a brindare con i fedelissimi perché ormai i Prodi, i Franceschini, i Guerini e i Ruffini non avrebbero più avuto nessuna possibilità di riportare il Pd ai vecchi progetti: un riformismo si, ma moderato, senza corse irrefrenabili verso traguardi rivoluzionari.

I tormenti della giovane Elly

Una volta vinta la battaglia tra le quattro mura domestiche, Elly si è trovata subito di fronte il leader pentastellato che non ha messo nel cassetto il suo grande sogno: quello di essere lui il vero “capitano e interlocutore” della sinistra che prima o poi tornerà a sedersi sulla poltrona di Palazzo Chigi. Quale sarà il futuro dei dem?  Essere  solo uno del gruppo senza altre priorità oppure riuscire a sconfiggere chi intralcia il cammino del Pd verso traguardi di governo?

Eccolo il dilemma che dilania ancora un volta l’opposizione. Si vince uniti, d’accordo, ma dov’è l’unione? Dura lo spazio di un mattino per poi scindersi di nuovo perché i comandanti sono diversi e nessuno vuol perdere questa grande occasione.

Dopo il primo scossone che ha destato più di un timore a destra, i Fratelli d’Italia insieme con i suoi alleati, possono trarre un sospiro di sollievo perché è vero (come confermano molti commentatori) che è proprio questa disordinata pattuglia a non preoccupare l’esecutivo, i suoi ministri e i suoi parlamentari.

Il voto delle regionali non ha sopito il dibattito politico di tutti i giorni che ha un unico scopo: quello di mettere in difficoltà l’avversario e cantare vittoria. Ogni occasione è buona: prima il caso Garofani, ora la triste vicenda dei tre bimbi che vivevano con i genitori in un bosco vicino Chieti.

Si sono schierate due fazioni: quella che ritiene la decisione della magistratura un vero e proprio diktat contro i princìpi dell’umanità e coloro i quali difendono i giudici che hanno voluto dividere i tre fanciulli dai loro genitori. “Vivevano in una casa fatiscente senza la possibilità di conoscere amichetti e giocare con loro.”, sostiene l’ordinanza del tribunale dell’Aquila. “Non è così, tanto è vero che anche il ministero dell’istruzione ha dovuto riconoscere che le tre creature erano al passo con gli altri fanciulli che vanno regolarmente a scuola.

La politica entra a gamba tesa nella questione dimenticando forse il vero problema che riguarda il futuro dei tre bimbi: la loro serenità e la loro spensieratezza. “Se non c’erano pericoli veri, non si poteva toglierli ai loro genitori”, tuona gran parte della destra. Sembra di essere al prodromo del referendum della prossima primavera: pro o contro la legge sulla riforma della giustizia. La speranza è che venga presto il giorno in cui la famiglia possa tornare ad essere unita, qualunque sia la decisione che si prenderà.

Roberto Fico, appena diventato governatore della Campania, se n’è andato in ferie. “Sono troppo stanco ho bisogno di riposo”, ha confessato ai suoi amici. Con un flashback torniamo a pochissimi giorni fa quando l’allora candidato era “prigioniero” dei microfoni e dei taccuini dei giornalisti. Se dovesse diventare presidente, quali saranno i primi provvedimenti che prenderà? “Sono innumerevoli, tutti a favore delle famiglie più disagiate:dalla sanità alla scuola fino a trovare un posto a chi non ha lavoro”.

Oggi, dopo una vittoria così schiacciante il grillino è andato in vacanza, magari a bordo di quella barca che aveva suscitato una infinità di polemiche. Quanto durerà lo sfinimento?

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