Viaggio a Olimpia, la culla sacra che accende lo spirito eterno dei Giochi

Novembre 26, 2025 - 23:05
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Viaggio a Olimpia, la culla sacra che accende lo spirito eterno dei Giochi

Il 26 novembre 2025, il sole si è posato sulla Valle dell’Elide e, fra colonne silenziose e resti millenari, la fiamma olimpica ha iniziato un importante viaggio. Da questo angolo remoto della Grecia, il fuoco è partito per l’Italia, pronto a illuminare Milano e Cortina durante i Giochi del 2026.

Olimpia, punto di partenza di una tradizione che unisce sport, storia e mito, appare oggi come un teatro senza tempo: le rovine raccontano oltre 3.000 anni di corse, lanci e sfide, ma anche di devozione, politica e rivalità fra città-stato.

Breve storia di Olimpia

L’antica Olimpia è bagnata dai fiumi Alfeo e Cladeo e risulta essere stata abitata già in epoche antichissime. Gli scavi archeologici condotti nel corso degli anni, infatti, hanno rilevato tracce di insediamenti secolari, evidenziando una frequentazione dell’area già in epoche molto remote.

Olimpia, Grecia
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Alcune delle rovine di Olimpia

Dal VII secolo a.C. (per la precisione del 776 a.C.), la città ospitò le prime Olimpiadi storicamente accertate, competizioni quadriennali dedicate a Zeus, che richiamavano atleti da tutta la Grecia. Le vittorie degli sportivi segnavano non solo il prestigio personale, ma anche quello della città egemone che ospitava i Giochi.

Sotto i Romani, i Giochi continuarono ad attrarre concorrenti e spettatori, e Olimpia prosperò grazie a nuovi templi e a ricostruzioni di edifici monumentali. Con il passare del tempo, calamità naturali e incursioni la portarono all’oblio, fino alla riscoperta nel XVIII secolo.

Furono però le spedizioni francesi e tedesche, tra il 1829 e il XIX secolo, a far riemergere dalla terra statue, altari e l’assetto urbano di una città che ha plasmato l’idea stessa di competizione e celebrazione sportiva, al punto che tale meraviglia viene celebrata ancora oggi.

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La cerimonia di accensione della torcia olimpica a Olimpia

Cosa vedere a Olimpia

L’affascinante complesso archeologico di Olimpia si estende attorno all’Altis, recinto sacro che custodiva i principali templi e gli edifici amministrativi. Ogni struttura è testimone di una storia, un episodio della vita pubblica e religiosa. Non è un caso, che queste narrazioni sembrino rimbombare ancora adesso tra le sue rovine.

Tempio di Zeus

Costruito nel V secolo a.C. in stile dorico, il Tempio di Zeus era la culla di una statua crisoelefantina del dio realizzata da Fidia, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. In epoca attuale quel che rimane sono i resti di colonne e basi marmoree, che però restituiscono l’imponenza di un edificio che dominava la valle.

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Il Tempio di Zeus a Olimpia

Heraion

Heraion era il più antico tempio dorico del sito, dedicato a Era, e custodiva le corone di alloro dei vincitori. Attualmente è possibile ammirare alcune delle colonne che sono ancora in piedi, le quali aiutano a percepire la solennità degli antichi rituali olimpici.

Stadio

Oltre 120 metri di pista tracciata nella terra battuta e gradinate in pietra per ben (stando ad alcune stime storiche) 40.000 spettatori: lo Stadio di Olimpia era davvero enorme. Da queste parti si svolgevano corse, lanci e gare equestri, ma la verità è che oggi dei fasti originali rimangono soprattutto i contorni della pista, i segni delle linee di partenza e i resti dei sedili per i giudici. Ciò non toglie che questi dettagli bastino ancora a evocare lo spettacolo e la tensione delle competizioni che hanno definito un’epoca.

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L’ingresso allo stadio di Olimpia

Leonidaion

C’è poi il Leonidaion, che era l’alloggio destinato ai dignitari e agli ospiti di rilievo, una struttura solenne che testimonia quanto le Olimpiadi erano sì una festa sportiva, ma anche (e soprattutto) un momento di grande importanza politica. I suoi portici e le robuste costruzioni in pietra raccontano di un’organizzazione attenta all’accoglienza, pensata per ospitare atleti, funzionari e spettatori provenienti da ogni angolo della Grecia. Lo scopo, dunque, era quello di dare loro un soggiorno all’altezza della magnificenza dell’evento.

Palestra e Ginnasio

Come preannuncia il loro nome, la Palestra e il Ginnasio erano il cuore della preparazione fisica e mentale degli atleti. I corridoi e le aule, parzialmente restaurati, lasciano intuire la disciplina e la dedizione necessarie per gareggiare ai massimi livelli, mentre le strutture riflettono un’organizzazione precisa, studiata per affinare forza, agilità e tecnica.

Philippeion

Il Philippeion, edificio circolare voluto da Filippo II di Macedonia, è il simbolo tangibile dell’influenza politica e militare che i Giochi avevano anche oltre i confini greci. All’interno erano collocate le statue di Filippo e della sua famiglia, simboli di prestigio e potere, a ricordare che Olimpia era uno spazio in cui sport e diplomazia si intrecciavano.

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Il Philippeion a Olimpia, dedicato a Filippo II di Macedonia, eroe delle corse con la biga

Ninfeo di Erode Attico

Costruito nel II secolo d.C., questo ninfeo semicircolare combina eleganza architettonica e funzionalità. Colonne e statue arricchivano lo spazio (e in parte lo fanno anche adesso), mentre la grande vasca d’acqua garantiva approvvigionamento alla città. In poche parole, questo angolo di Olimpia dimostra come i mecenati Romani sapessero coniugare estetica e utilità in opere monumentali.

Tesori

Dodici piccoli templi votivi che proteggevano i tesori delle città-stato partecipanti. Ogni struttura, in fila lungo la strada principale, narra la devozione dei popoli greci e l’orgoglio per la propria partecipazione ai Giochi.

Museo Archeologico di Olimpia

Infine il museo che raccoglie reperti straordinari: frammenti di statue, ex voto, bronzi e oggetti votivi, inclusi pezzi legati al laboratorio di Fidia. Tutti elementi che ricostruiscono la vita quotidiana degli atleti, dei sacerdoti e dei cittadini. Qualsiasi sala restituisce la dimensione culturale e spirituale delle Olimpiadi antiche, immergendo chi le visita in secoli di tradizione e creatività.

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Kirsty Coventry, Presidente del Comitato olimpico internazionale al Museo Archeologico di Olimpia durante la cerimonia di accensione della torcia per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026

La città moderna

A pochi minuti dal sito, la cittadina moderna di Olimpia si snoda lungo strade tranquille, con caffè all’aperto e negozi che mantengono l’autenticità dell’entroterra del Paese. Le strutture ricettive sono poche ma confortevoli, ideali per chi desidera riposare tra una visita e l’altra. Il fiume Kladeos segna la soglia tra il presente e il passato, e il contrasto tra la vita quotidiana e le rovine antiche amplifica la percezione del tempo sospeso.

Come arrivare

Olimpia si raggiunge facilmente da Atene, con un viaggio in auto di circa 3 ore e mezza lungo l’autostrada verso sud-ovest, o in autobus tramite Pyrgos. I porti di Katakolon e Kyllini collegano la terraferma alle isole vicine, offrendo percorsi alternativi per chi viaggia via mare. Per chi predilige il treno, è possibile raggiungere il sito da Katakolo con la linea Katakolo–Pyrgos–Olimpia, anche se il servizio risulta piuttosto limitato.

Sito archeologico dell'antica Olimpia, Grecia
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Il sito archeologico dell’antica Olimpia

L’antica città dispone di biglietteria all’ingresso e di musei per i quali è necessaria almeno mezza giornata di visita. Vi consigliamo di raggiungere Olimpia durante le mattinate, ovvero quando la luce illumina le colonne doriche e i dettagli delle strutture: è il modo migliore per percepire la monumentalità e la storia racchiusa in ogni pietra.

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Redazione Redazione Eventi e News