Carceri, Osapp: “45 milioni per prefabbricati ma intanto servono 7mila agenti penitenziari”

Il segretario generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) denuncia una grave situazione delle carceri italiane. Ribadisce che “nella Polizia Penitenziaria servono con la massima urgenza almeno 7.000 unità in più per pensionamenti, burnout, aggressioni e nuovi posti detentivi.”
“È paradossale e vergognoso – denuncia il sindacalista – che mentre il Governo e il Commissario Straordinario stanziano oltre 45 milioni di euro per nuovi padiglioni modulari nelle carceri, chi opera quotidianamente a contatto con i peggiori criminali continui a lavorare in condizioni da inizio ‘900, senza tecnologia né innovazione”.
“Oggi, gli agenti di Polizia Penitenziaria sono ancora costretti ad effetture il conteggio dei detenuti presenti nelle celle con carta e matita, a verificare l’integrità delle inferriate battendole con aste di ferro, a portarsi dietro pesanti mazzi di chiavi per aprire e chiudere cancelli. Addirittura In molte sedi penitenziarie mancano telefoni cordless e sistemi di allarme individuali per segnalare le continue emergenze: una realtà medievale indegna di un Paese civilizzato”.
Il leader dell’OSAPP evidenzia la vera emergenza: “Ai nuovi padiglioni dovrebbero corrispondere assunzioni aggiuntive immediate di Polizia Penitenziaria. Ma per acquisire nuovi agenti occorre iniziare ad agire almeno 36 mesi prima, tra rilevazione delle carenze e delle necessità, autorizzazioni, concorsi e formazione. È necessario incrementare e velocizzare drasticamente queste procedure, perché le assunzioni servono non solo per sostituire i pensionamenti, ma anche per coprire le assenze che il carcere determina ogni giorno, per infortuni fisici e psicologici causati dalle continue aggressioni, oltre che per compensare le necessità legate all’aumento dei posti detentivi.
“Si parla, infatti, di creare 10-15.000 posti detentivi aggiuntivi, ma senza almeno 7.000 unità in più di personale, questa operazione appare più un business economico che una vera soluzione al dissesto organizzativo-funzionale del sistema penitenziario italiano. “Invece di investire solo in cemento – incalza il segretario generale del’OSAPP – costruissero ospedali specializzati per gli agenti aggrediti e potenziassero urgentemente le commissioni mediche ospedaliere, oggi drammaticamente insufficienti, per curare burnout e patologie psichiche. Le poche commissioni esistenti non riescono a fronteggiare l’emergenza sanitaria nel personale penitenziario”.
“In queste condizioni – conclude Beneduci – il rischio concreto è che le carceri diventino territori completamente auto-gestiti dai detenuti” conclude.
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