Casapound, i cittadini dopo il Leoncavallo: “Sgomberare la sede a Roma? Magari”

Con lo sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano ritorna nel dibattito pubblico la questione della sede di Casapound Italia a Roma. Le opposizioni lamentano un ‘trattamento di favore’ da parte del governo per gli inquilini dell’immobile nel cuore del quartiere Esquilino, a pochi passi dal centro, occupato da circa vent’anni dall’associazione neofascista. Sullo stabile di sei piani al civico 8 di Via Napoleone III pende, dal 2020, un decreto di sequestro preventivo. Dal 2022 il palazzo è nella lista degli immobili romani prossimi allo sgombero stilata dall’allora prefetto della Capitale Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno.
Ma chi abita il quartiere come vive il vicinato con il gruppo della tartaruga frecciata? Lo abbiamo chiesto ai romani che passano ogni giorno per Via Napoleone III. Sebben siano tutti d’accordo sulla quiete degli inquilini, la maggior parte dei residenti intervistati da LaPresse si augura il ripristino della legalità. “Ma quando se ne vanno?” chiede la signora Daniela, “Vorrei sapere quando Giorgia decide di mandare via i suoi amichetti. Si parla tanto di amichettismo e poi lei è la prima? Per carità, non mi hanno mai dato fastidio a parte in occasione della marcia per Acca Larentia quando hanno sfilato a passo militare. Però se dobbiamo difendere la legalità dobbiamo far osservare la legge a tutti”.
Più scettica è una signora che preferisce non essere ripresa: “Lo sgombero? Non avverrà. Io sono qui da tanto tempo e loro sono sempre protetti. Da chi? Da chi li protegge, penso a livello politico ma non lo so. Abito vicino e sono abbastanza tranquilli ma noi paghiamo acqua, luce e gas per loro”.
La grossa scritta in stile littorio “CASAPOVND” sulla facciata del palazzo è stata rimossa dai militanti nel 2019 ma ancora si legge il segno lasciato dalle lettere. La presenza del gruppo si fa comunque sentire con la bandiera tartarugata che svetta sul tetto e con alcuni graffiti: “fascist zone” e “Italia o morte!” si legge sui muri lì intorno. Tra i residenti c’è anche chi si mostra disinteressato o contrario a un eventuale sgombero. “Non danno fastidio a nessuno”, dice un signore che abita a pochi metri dalla sede di Casapound. “Se possono restare? Per me sì”.
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