Catacombe di Priscilla, il labirinto segreto di Roma con la più antica immagine della Madonna

Novembre 10, 2025 - 09:00
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Catacombe di Priscilla, il labirinto segreto di Roma con la più antica immagine della Madonna

Sotto la frenesia di Via Salaria, tra palazzi recenti, negozi e traffico costante, si nasconde uno dei segreti meglio custoditi di Roma. Nel profondo di quell’asfalto, infatti, resiste un mondo che non appartiene alla città di oggi. Parliamo delle Catacombe di Priscilla, un labirinto sotterraneo vasto e silenzioso, aperto nel ventre della Terra per ben 13 chilometri.

Gallerie scavate nella pozzolana, volte basse, nicchie e cubicoli sono testimoni di una storia iniziata nel II secolo e (quasi) senza interruzioni fino al V. Le pareti conservano colori antichi, figure essenziali e simboli tracciati per restare. Tra questi spazi si trova la più antica immagine della Madonna, dipinta quando Roma cambiava volto e il cristianesimo lasciava le prime tracce nelle pietre.

L’ingresso resta discreto, celato dentro un convento contemporaneo, quasi a proteggere un angolo della città che ha attraversato la storia senza perdere la sua voce.

La storia delle Catacombe di Priscilla

Prima che le Catacombe di Priscilla iniziassero ad accogliere i defunti, l’area era un semplice vuoto scavato in una collina. La pozzolana, pietra friabile tanto apprezzata dai romani per costruire strade, muri e acquedotti, veniva estratta con regolarità, creando corridoi e camere che già ricordavano piccoli labirinti. Tra il II secolo e gli anni successivi, queste cavità furono lentamente trasformate in necropoli cristiana.

Catacombe romane
Getty Images
Galleria con nicchie nelle Catacombe di Priscilla

La zona apparteneva agli Acilii Glabrioni, famiglia senatoria romana; le gallerie, i corridoi trasversali e i loculi ricavati nelle pareti furono organizzati con ordine, mentre sale e ambienti destinati a singole famiglie vennero decorate con pitture e simboli coerenti, pensati per accompagnare l’anima dei defunti.

Nel III secolo, la catacomba assunse un ruolo importante nella comunità cristiana romana. Le stratificazioni visibili sulle pareti raccontano di migliaia di sepolture, di uomini e donne che venivano collocati in spazi ordinati, a volte accompagnati da simboli della loro fede o scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento.

Con l’età costantiniana, l’espansione raggiunse il culmine: tre livelli sovrapposti si articolavano fino a 35 metri di profondità, formando un reticolo di cunicoli che partiva dalla collina e si estendeva verso l’odierna Via Salaria.

Qui trovarono sepoltura sette pontefici: Marcellino, Marcello I, Silvestro I, Liberio, Siricio, Celestino I e Vigilio. La presenza di così tante figure illustri consacrò il complesso come la “Regina Catacumbarum”, un titolo che ancora oggi evoca il prestigio di questo luogo sotterraneo. Nel IV secolo papa Silvestro I volle aggiungere una basilica in superficie, costruita sopra le tombe dei martiri Felice e Filippo.

Questo rapporto tra gli spazi sotterranei e il luogo di culto sovrastante trasformò la necropoli in un punto di riferimento liturgico destinato a durare secoli. La basilica rimase un centro di devozione fino al progressivo abbandono delle zone suburbane circostanti, quando la città si spostò e l’area cadde in un silenzio lungo e quasi totale.

Tra Medioevo e Rinascimento il labirinto sprofondò nell’oblio. Gli spazi vennero violati da scavi clandestini e saccheggi, sarcofagi e reperti andarono dispersi, ma alcune testimonianze sopravvissero, attirando l’attenzione di studiosi e antiquari a partire dal XVI secolo. Solo nell’Ottocento le esplorazioni assunsero un rigore scientifico: campagne sistematiche mappavano le gallerie e ne tracciavano la complessa geometria.

Nel Novecento vennero compiuti i restauri più importanti: consolidamento delle volte, pulitura degli affreschi e allestimento di percorsi fruibili, che permisero di restituire ai visitatori l’impatto visivo e la precisione architettonica, rendendo leggibile una storia lunga quasi mille anni.

Cosa vedere

Il percorso odierno interessa le zone più stabili e meglio conservate. Le pareti mostrano ancora loculi disposti su livelli sovrapposti e chiusi un tempo da lastre marmoree con iscrizioni. Le superfici presentano resti di intonaco bianco, cornici in rosso cinabro, simboli cristiani e motivi vegetali. Alcune sale riassumono l’evoluzione dell’iconografia paleocristiana.

Cubicolo della Velata

Il Cubicolo della Velata, databile al III secolo, custodisce un apparato pittorico completo. La figura centrale è una donna velata in atteggiamento di orante. L’immagine occupa la parete principale del cubicolo, con linee morbide e colori tenui. Sulla volta appare il Buon Pastore con capretto sulle spalle, circondato da figure disposte in semicerchio. Le pareti laterali presentano scene della vita quotidiana della defunta, interpretate dagli archeologi come un racconto biografico.

Cappella Greca

Degna di nota è anche la Cappella Greca, che nei fatti rappresenta una delle testimonianze più importanti dell’arte paleocristiana. Le pareti sono la culla di scene veterotestamentarie e neotestamentarie: il Profeta Daniele, la resurrezione di Lazzaro, la guarigione del paralitico, l’Adorazione dei Magi e Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia. Le figure sono leggibili, seppur stilizzate. La volta presenta una mensa semicircolare attorno alla quale compaiono pani e pesci, immagine legata al banchetto eucaristico. Il colore dominante è il rosso cinabro, con tocchi di ocra e verde.

Criptoportico degli Acilii

Il Criptoportico appartiene alla residenza degli Acilii Glabrioni. Le pareti mostrano intonaci con pitture romane: figure con toga, ornamenti a festone, motivi vegetali e scene di vita aristocratica. Gli ambienti testimoniano il passaggio dall’uso privato alla funzione cristiana. Nelle sale adiacenti compaiono simboli con pani e pesci, allusioni alla liturgia. La sovrapposizione di decorazioni pagane e cristiane offre un quadro diretto della transizione culturale tra III e IV secolo.

La più antica immagine della Madonna

Tra le testimonianze più note si trova una piccola raffigurazione mariana databile tra la fine del II e l’inizio del III secolo. Maria è seduta con il Bambino in braccio, senza aureole o ornamenti posteriori. Accanto compare una figura maschile che indica una stella collocata sopra la scena. Gli studiosi identificano il personaggio con il profeta Balaam e la stella come riferimento alla profezia messianica. La semplicità dell’impianto pittorico non riduce l’importanza dell’opera: questa immagine costituisce la più antica rappresentazione conosciuta della Madonna.

Dove si trovano e come arrivare

Le Catacombe di Priscilla si trovano a Roma in Via Salaria 430, davanti al parco di Villa Ada. L’ingresso è collocato nel cortile interno del convento delle Suore Benedettine. La zona è raggiunta con varie linee di autobus urbani, oppure con taxi. L’accesso ipogeo avviene tramite scale moderne che collegano la superficie agli ambienti sotterranei. Il percorso è interamente guidato e segue fasce orarie prestabilite per garantire sicurezza e tutela.

Informazioni utili

La temperatura sotterranea resta costante durante l’anno e favorisce la conservazione degli affreschi. I turni di visita risultano contingentati, con gruppi ristretti. I biglietti sono acquistabili in loco o online, con una maggiorazione digitale, ma la struttura non è aperta il lunedì.

All’esterno è presente un piccolo museo con frammenti marmorei, iscrizioni, capitelli e reperti recuperati durante gli scavi moderni. La basilica antica situata sul pianoro, ricostruita nel XX secolo, rende leggibile il rapporto tra culto in superficie e sepolture sotterranee.

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Redazione Redazione Eventi e News