Cavalli da corsa: arrivano nuovi protocolli d’intesa, ma la strada verso un settore sostenibile è ancora lunga
Due protocolli d’intesa, appena firmati, incentivano la ricerca genetica e i progetti di reinserimento dei cavalli da corsa a fine carriera. Spieghiamo quali potrebbero essere gli effetti e su cosa siamo ancora indietro
Sono state molte le novità annunciate durante la 127esima edizione di Fieracavalli, che si è chiusa domenica 9 novembre a Verona. Due protocolli d’intesa, in particolare, riguardano la ricerca su genetica, salute e alimentazione da un lato e il destino dei cavalli usati nelle competizioni.
Si tratta di segnali positivi di rinnovamento, anche se, come spieghiamo in questo articolo, per avere ricadute reali dovranno essere supportati da azioni concrete e nuove regole, viste le molte criticità del settore sul fronte del benessere animale.
Nuove opportunità di ricerca
Il primo protocollo d’intesa ha visto come protagonisti il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf) e il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea).
L’accordo, di durata pluriennale, punta a valorizzare e sviluppare il patrimonio equino nazionale, concentrandosi, come spiegato anche sul sito del Masaf, sul miglioramento genetico dei cavalli e sulla promozione di aggiornamenti sul fronte gestionale.
Si parla anche di studi sulle razze tipiche italiane, di prevenzione del doping equino attraverso monitoraggi su larga scala, di nuove ricerche sui mangimi utilizzati dagli allevatori.
Tutti ottimi punti di partenza, su cui sarà necessario però un grande impegno collettivo interno al settore. Da quanto comunicato dal Masaf e Crea, inoltre, non sembra per il momento che l’accordo comprenda anche un’intensificazione dei controlli all’interno degli allevamenti o l’obbligatorietà delle buone pratiche che verranno promosse.
Non solo. È fondamentale anche che l’orientamento verso il miglioramento genetico sia accompagnato da criteri rigorosi per evitare selezioni eccessivamente spinte sulla performance sportiva, che potrebbero alla fine avere l’effetto opposto rispetto a quanto annunciato dalle istituzioni coinvolte.
Il rischio è infatti compromettere la diversità genetica e quindi la resistenza naturale delle razze alle malattie infettive, oppure aumentare il rischio di patologie ereditarie.
Una seconda carriera per i cavalli da corsa
Il secondo protocollo d’intesa di cui diamo notizia è stato firmato invece dall’Associazione Nazionale Galoppo con Italia Polo Challenge e l’Ippodromo di Ozieri-Chilivani.
L’obiettivo questa volta è garantire – attraverso un progetto che verrà sviluppato nei prossimi anni – una seconda carriera per i cavalli da corsa (in particolare, purosangue inglesi), anche dopo la conclusione della loro attività agonistica in pista, negli ippodromi.
Questi animali, dopo il percorso agonistico, possiedono infatti ancora un enorme potenziale da esprimere in contesti educativi, riabilitativi e di inclusione.
Il loro impiego in attività di pet therapy, turismo equestre o percorsi formativi per bambini e ragazzi, se gestito in modo corretto e rispettoso delle esigenze degli animali, può essere positiva anche per il benessere del cavallo stesso.
Si tratta di un progetto che può rappresentare un’interessante elemento di contrasto a una delle problematiche più tristi e conosciute del settore. Anche in questo caso, però, i buoni proposti non possono però essere disgiunti da avanzamenti a livello normativo e attente ispezioni.
Proprio negli ultimi mesi, come avevamo raccontato su GreenPlanner, l’Efsa è infatti tornata a denunciare la presenza capillare di pratiche scorrette – tra uccisioni, avvelenamenti, abbandoni e maltrattamenti dei cavalli considerati inutili – in tutto il settore e nella maggior parte dei Paesi europei, sia nella filiera alimentare sia nel mondo delle competizioni equestri.
Non a caso, alcune associazioni animaliste, come Animal Equality Italia, propongono in risposta al permanere di queste situazioni il totale divieto alla macellazione dei cavalli. Una legge simile è stata introdotta ad esempio in Grecia nel 2020.
Crediti immagine: Depositphotos
L'articolo Cavalli da corsa: arrivano nuovi protocolli d’intesa, ma la strada verso un settore sostenibile è ancora lunga è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
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