Cingolani: “L’integrazione dell’AI e dell’analisi dei dati cambierà l’industria della difesa”

ai, dati e difesa
Cingolani: “L’integrazione dell’AI e dell’analisi dei dati cambierà l’industria della difesa”
Nel suo intervento nell’ambito dell’Assemblea Generale di Assolombarda Roberto Cingolani, AD di Leonardo, parla del futuro della sicurezza: la risposta alle crescenti minacce risiede nell’integrazione rapida e protetta di dati e intelligenza artificiale (AI). Questo nuovo paradigma, basato sui sistemi multi dominio, è fondamentale per l’analisi e la predizione di scenari critici per la sicurezza. Gli impatti positivi si estenderebbero però anche all’industria civile…

Per affrontare le crescenti sfide alla sicurezza nazionale e continentale è indispensabile superare l’incapacità di raccogliere e analizzare la mole di dati generata dai sistemi moderni: è questo il nodo da sciogliere per traghettare l’industria della difesa verso il futuro, come ha evidenziato Roberto Cingolani, Amministratore Delegato di Leonardo, nel suo videomessaggio inviato all’Assemblea Generale di Assolombarda.
L’integrazione delle moderne tecnologie di raccolta, analisi e gestione dei dati permetterà, spiega l’AD di Leonardo, di creare “sistemi multi dominio interoperabili” che si renderanno sempre più necessari in un contesto sempre più “ibrido”.
Le due sfide infrastrutturali: cyber security e real-time decision
Il futuro della difesa, sottolinea Cingolani, è basato su sistemi in grado di integrare le nuove tecnologie, prima fra tutti l’intelligenza artificiale, per portare le capacità predittive al livello necessario a prevedere l’evoluzione di scenari critici e abilitare un modello decisionale (e di intervento) basato sull’analisi dei dati in tempo reale.
La realizzazione di un’architettura decisionale basata sull’AI e sui dati comporta tuttavia la necessitò di indirizzare due imperativi fondamentali che amplificano le sfide infrastrutturali.
Il primo è quello della cyber security: la quantità enorme di dati che viaggia e viene fissata su supporti diversi – dalla smart grid alla fibra – deve essere protetta in modo assoluto.
“Se un attore ostile intercetta i dati o penetra il sistema, le conseguenze nel mondo civile possono bloccare servizi essenziali come semafori, aeroporti o banche; ma in un contesto di difesa, l’intercettazione annulla la capacità di decidere e reagire a una minaccia imminente”, spiega Cingolani.
Il secondo aspetto è la velocità: sebbene in alcuni settori civili la sicurezza sia prioritaria rispetto alla rapidità, nella difesa la capacità di analizzare e prendere decisioni in tempo reale (real-time decision) è critica.
La risposta: sistemi multi dominio e droni autonomi
La necessità di decisioni immediate, in uno scenario ad alta criticità come quello di una minaccia balistica – dove un missile ipersonico può coprire la distanza Russia-Europa in circa tre minuti –, impone la creazione di un sistema di difesa integrato.
Questo sistema, definito da Cingolani un “multi dominio interoperabile“, integra i domini mare, terra, aria e spazio e rappresenta il futuro della sicurezza nazionale e continentale.
“La sua efficacia dipende dalla capacità di integrare sistemi convenzionali con l’infrastruttura di supercalcolo, la Cyber security e l’AI. L’obiettivo è annullare la minaccia attraverso la scelta automatizzata e più probabile di successo del mezzo di difesa”, spiega.
Gli ingredienti fondamentali di questa architettura partono dai satelliti, che fungono da sentinelle in grado di fornire dati essenziali di posizione e traiettoria. Questi dati alimentano un comando e controllo condiviso con sistemi che volano, a terra e in acqua.
Un ulteriore elemento che potenzia la guerra ibrida è l’uso crescente di sistemi non gestiti dall’uomo, i droni (aerei, terrestri e subacquei). Questi droni producono essi stessi un’enorme quantità di dati che occorrerà saper proteggere ma anche analizzare per garantire la sicurezza.
Questa sfida, che è una sintesi delle più grandi sfide tecnologiche del secolo, mobilita simultaneamente discipline che vanno dalle neuroscienze e sistemi cognitivi, all’AI e alla computer science, all’elettronica, fino alla matematica avanzata per la sicurezza cibernetica.
La sicurezza come motore di sviluppo economico
La portata di questa sfida tecnologica, sebbene parta dalla necessità di garantire la sicurezza di una nazione e di un intero continente, presenta una profonda valenza duale e ricadute dirette sull’industria civile.
“Molte delle tecnologie sviluppate per la difesa avranno un utilissimo impiego in altri settori. I satelliti, ad esempio, non servono solo per la sorveglianza militare, ma abilitano l’osservazione della terra, il posizionamento e l’analisi tematica per l’agricoltura e l’acqua, con infinite applicazioni pacifiche”, sottolinea Cingolani.
Allo stesso modo, l’avanzamento in settori come il supercalcolo, l’elettronica sofisticata e l’AI – sviluppati per i sistemi multi dominio – generano impatti in ambiti come l’elettronica e i trasporti.
“La sicurezza è una necessità per il futuro e un motore per far crescere l’economia e l’industria, ponendo la digitalizzazione come funzione guida per la protezione del modello sociale”, conclude.
L'articolo Cingolani: “L’integrazione dell’AI e dell’analisi dei dati cambierà l’industria della difesa” proviene da Innovation Post.
Qual è la tua reazione?






