Consumo di carne consapevole: il ruolo dell’etichetta

Una comunicazione trasparente e completa può influenzare positivamente le scelte alimentari dei consumatori e, di conseguenza, promuovere la sostenibilità agroalimentare
Quanta acqua serve per produrre una bistecca? Quanta CO2 libera una fettina di vitello prima di arrivare nel nostro piatto? In quali condizioni è stato allevato l’animale? Quanto costa tutto questo, in termini di salute, ambiente e coscienza?
Le nuove etichette della carne dovrebbero contenere tutte queste informazioni. Se n’è parlato a Modena, nel corso dell’evento organizzato da Isde Italia (Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente – International Society of Doctors for the Environment) Etichettatura ambientale delle carni – Il legittimo diritto dei consumatori di conoscere il processo produttivo.
Un titolo semplice ma carico di significato, che mette al centro una verità fondamentale: chi acquista ha il diritto di sapere esattamente da dove arriva ciò che mangia.
“È importante un approccio integrato che consideri salute, ambiente e diritti dei consumatori e che metta in evidenza come una comunicazione trasparente e completa possa influenzare positivamente le scelte alimentari e promuovere la sostenibilità” spiega Mikla Skolovic, direttore generale di Epha (European Public Health Alliance).
Il suo intervento ha offerto una preziosa prospettiva internazionale e ha fatto un confronto le politiche europee, in particolare il Green Deal europeo, la Strategia Farm to Fork e il Regolamento sull’etichettatura nutrizionale front-of-pack (Nutri-Score), con quelle di altri Paesi, illustrando i modelli di etichettatura ambientale più efficaci.
La Francia è tra i paesi pionieri nell’uso del Nutri-Score, un sistema di etichettatura nutrizionale che sta influenzando positivamente le scelte alimentari dei consumatori. La Germania sta sperimentando sistemi integrati di etichettatura che includono anche l’impronta ambientale dei prodotti, andando oltre la semplice informazione nutrizionale.
Nei Paesi Bassi sono in corso, invece, progetti pilota per etichette che combinano dati su salute, ambiente e benessere animale, con un forte coinvolgimento dei consumatori nelle fasi di sviluppo.
Queste politiche mirano a ridurre l’impatto ambientale dell’agroalimentare, promuovendo sistemi alimentari sostenibili, una produzione più pulita e una maggiore informazione e tutela per i consumatori.
Parallelamente, Carlo Lupi, direttore di MiOGas (Microbial Organic Gas), ha presentato alcune innovazioni tecnologiche nel settore agroalimentare, in particolare l’uso di biogas e biometano derivanti dai reflui zootecnici.
“Queste tecnologie – ha commentato Lupi – possono contribuire a una produzione di carne più sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e offrendo soluzioni concrete per una filiera agroalimentare più responsabile“.
Per esempio, l’installazione di impianti di digestione anaerobica nelle aziende agricole permette di trasformare i liquami degli allevamenti in energia rinnovabile, riducendo le emissioni di metano nell’atmosfera e producendo al contempo biometano utilizzabile per alimentare macchinari agricoli o veicoli.
Questa tecnologia non solo limita l’inquinamento ambientale, ma rappresenta anche un modello di economia circolare che valorizza gli scarti agricoli, contribuendo così a una produzione di carne più sostenibile e a minore impatto ambientale.
La verità (che non vediamo) sulla carne che mangiamo
Viviamo in un’epoca in cui ogni scelta ha un peso. E nessuna è neutra, nemmeno quella che facciamo al supermercato davanti al banco frigo. La crisi climatica, l’inquinamento, le malattie legate alla dieta e la sofferenza degli animali sono problemi reali e spesso iniziano proprio lì, nel silenzio di una filiera che preferisce non essere guardata troppo da vicino.
Ecco perché si parla sempre più di etichettatura ambientale delle carni: perché dietro a ogni etichetta non c’è solo un prezzo al chilo, ma una storia fatta di scelte produttive, impatti invisibili e conseguenze collettive. L’etichettatura ambientale è una piccola rivoluzione.
Immaginate di poter leggere su ogni confezione di carne informazioni dettagliate e trasparenti: quanta acqua è stata utilizzata per produrla, quante emissioni di CO2 sono state generate, quanta terra agricola è stata consumata e quale livello di benessere animale è stato garantito durante tutto il processo.
Immaginate che questi dati siano chiari, verificati e facilmente comprensibili in pochi secondi, così da permetterti di fare una scelta consapevole, informata e libera: questa è l’etichettatura ambientale.
Non è una bacchetta magica che risolve tutti i problemi, ma rappresenta uno strumento fondamentale. Aiuta a orientarsi nel mercato, scegliendo prodotti più sostenibili e aiuta il Pianeta a respirare un po’ meglio.
Allevamenti intensivi: il volto oscuro della carne
File infinite di animali stipati in spazi minimi, antibiotici usati in massa, ritmi innaturali di crescita. Gli allevamenti intensivi non sono semplicemente un modo per produrre cibo, sono una delle principali cause di inquinamento globale, consumo di risorse, perdita di biodiversità e maltrattamento animale.
Inoltre, rappresentano un serio rischio per la salute umana: favoriscono la diffusione di malattie zoonotiche e contribuiscono alla crescente resistenza agli antibiotici.
Eppure, quasi nessuna confezione di carne racconta questa storia. Nessuna spiega l’impatto ambientale, le condizioni di allevamento, o le emissioni climalteranti legate alla produzione.
Etica, salute, ambiente: un solo grande tema
Non possiamo più separare i temi. La salute umana dipende da quella degli animali e dell’ambiente. Parlare di carne significa parlare di tutto questo insieme.
Significa chiedersi non solo cosa mangiamo, ma come è stato prodotto, a quale costo, e con quali conseguenze. Un’etichetta può davvero cambiare il mondo? No, l’etichetta non risolve. Ma aiuta.
Aiuta chi vuole mangiare meglio, vivere in salute, rispettare gli animali e lasciare un Pianeta più vivibile a chi verrà dopo di noi. Aiuta a spezzare l’invisibilità di un sistema che ci nutre ma ci avvelena, che produce cibo ma consuma il futuro.
L’etichetta ambientale è una lente di verità. Sta a noi decidere se vogliamo usarla, o continuare a scegliere al buio. Il mercato si cambia nel carrello. Ogni acquisto è una dichiarazione d’intenti.
Se premiamo i produttori che rispettano l’ambiente e gli animali, spingiamo l’intero sistema verso un futuro più giusto. Se ignoriamo l’impatto ambientale della carne, contribuiamo – senza volerlo – a peggiorarlo.
L’etichettatura ambientale è lo strumento che può trasformare ogni consumatore in un attore del cambiamento. Basta sapere dove guardare. Basta scegliere.
Crediti immagine: Depositphotos
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