Delpini: «Preghiamo per tutti i defunti, soprattutto per chi ha subito una morte ingiusta»

Novembre 2, 2025 - 18:00
 0
Delpini: «Preghiamo per tutti i defunti, soprattutto per chi ha subito una morte ingiusta»
Foto Andrea Cherchi

«Abbiamo la persuasione della sacralità della vita e della dignità di ogni persona viva o morta, quindi, abbiamo rispetto per ciò che anche la morte causa nella gente e che non può essere  trascurato. Siamo convinti che le persone quando muoiono non vanno a finire nel nulla, ma restano una presenza nella comunità come ricordo e corpi in attesa di risurrezione. In questo senso anche le ceneri meritano rispetto e di non essere sottratte al suffragio, al lutto e alla preghiera della comunità. Certamente, ciascuno ha il suo dolore, ma nulla è egoisticamente sequestrabile: io rispetto tutte le sensibilità però, se dobbiamo esprimere una  prospettiva cristiana, ogni sofferenza è anche una sofferenza condivisa e ogni morte un fatto che interessa tutta la comunità».

A dirlo, a margine  della sua visita e della celebrazione tradizionale al cimitero Monumentale, è l’Arcivescovo che così approfondisce la logica con cui i 10 Vescovi di Lombardia hanno scritto la Nota dal titolo, Credo la risurrezione della carne e la vita eterna. Indicazioni liturgiche e pastorali circa le prassi post-cremazione. Un testo importante per fare chiarezza, aggiunge monsignor Delpini che, dopo aver sostato a lungo in ginocchio nella cappella all’ingresso del cimitero – dove lascia una pianta e una preghiera al “Dio misericordioso” da lui composta – sale nel Famedio con l’assessora al Decentramento, Quartieri e Partecipazione, Servizi Civici e Generali del Comune di Milano, Gaia Romani che rappresenta, indossando la fascia tricolore, il sindaco Sala. Accanto a  loro di fronte alla stele marmorea con incisi i nomi dei milanesi illustri scomparsi durante l’anno in corso, la direttrice del Monumentale, Giovanna Colace.

Foto Andrea Cherchi

Poi, sotto un cielo grigio umido e autunnale, nel piazzale d’ingresso, la Messa di suffragio, concelebrata dai frati Francescani Minori del vicino convento di Sant’Antonio, affidatari del cimitero, che si apre sulle note di speranza dell’inno giubilare.  

Preghiamo per tutte le morti, specie le più ingiuste  

«Ciascuno qui, naturalmente, prega per i suoi morti, ma in questo momento e in questo luogo, l’invito è a pregare per tutti i morti, in particolare per coloro che hanno vissuto una morte troppo tragica, troppo ingiusta», dice in apertura del rito, il vescovo Mario, rivolgendosi ai tanti fedeli che gli stringono intorno. «I tanti morti – ripete – della violenza domestica, le donne, i morti dei molti incidenti stradali, dei suicidi in carcere, quelli in attesa di sepoltura perché i parenti non si interessano di loro».

Non manca un pensiero alla Terra santa, da cui l’Arcivescovo è appena rientrato insieme ai Vescovi lombardi. «Sono tornato da Gerusalemme dove la morte, soprattutto nella striscia di Gaza ha rovinato la vita di tante persone. Portiamo davanti al Signore anche le morti drammatiche di  tutte le guerre della terra, avendo fiducia. Il Signore è capace di abbracciare uno a uno tutti i morti e di consolarli, facendo quello che noi non sappiamo fare: proteggere i deboli, garantire la gioia».

Dalle letture del giorno prende avvio l’omelia, che risuona delle parole del libro dell’Apocalisse con «coloro che sono segnati dal sigillo del Dio vivente, presenti in ogni situazione e in ogni epoca della storia». Ossia i martiri, i testimoni, i santi, quelli che, pur nella tribolazioni, hanno creduto e non hanno mai reso al  male, il male.

Essere operatori di pace

«Il sigillo del Dio vivente è inciso nella loro vita, dichiara l’appartenenza al Regno di Dio, la vocazione alla sequela e alla conformazione a Gesù in coloro che conoscono il Figlio di Dio, che non lo conoscono e non ne hanno mai sentito parlare». 

Foto Andrea Cherchi

Insomma, per usare ancora le parole dell’Arcivescovo, «coloro che si riconoscono per una volontà tenace e una irrevocabile determinazione a costruire la pace, a operare per la giustizia e che si esercitano per essere misericordiosi come è misericordioso Dio».

Non un’impresa impossibile, non un’immagine «improbabile da contemplare», ma una chiamata rivolta a tutti quelli che sanno stare in piedi e «non sono prostrati nell’adorazione degli idoli, nell’ossequio servile ai potenti e ai dominatori di questo mondo, insofferenti a ogni ossequio al conformismo».

Da qui la domanda delle domande. «Anche tu vuoi portare il segno dell’amore crocifisso e unirti al cantico di gioia che fa sintesi della vita e della storia, che esprime la speranza che non si lascia mortificare dalle prove della vita?».  

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia