Ecco perché aziende e lavoratori apprezzano sempre più automazione e robotica

Ottobre 9, 2025 - 23:30
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Ecco perché aziende e lavoratori apprezzano sempre più automazione e robotica

lo studio di UR

Ecco perché aziende e lavoratori apprezzano sempre più automazione e robotica



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Secondo il “Rapporto sullo stato dell’automazione industriale 2025” di Universal Robots le aziende europee, spinte principalmente dalla ricerca di produttività ed efficienza, guardano all’automazione e alla robotica non più con timore, ma con ottimismo. A guidare le scelte di investimento è la produttività, mentre l’AI entra nella fase mainstream come moltiplicatore di valore. In Italia la robotica è considerata la tecnologia con maggiore potenziale trasformativo

Pubblicato il 9 ott 2025



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Sempre più aziende in Italia e in Europa guardano all’automazione e alla robotica con ottimismo, percependola non con timore ma come motore di crescita e innovazione: è quanto emerge dal “Rapporto sullo stato dell’automazione industriale 2025” realizzato da Universal Robots (UR) sulla base di interviste con oltre 2.000 professionisti che operano in aziende di otto Paesi europei che hanno intrapreso, a vari livelli, un percorso di adozione dell’automazione

Il rapporto evidenzia che la produttività è il principale driver che guida l’adozione delle tecnologie di automazione.

Le risposte fornite dai professionisti intervistati, inoltre, confermano che si è raggiunto un punto di svolta nel modo in cui l’automazione viene percepita: accolta e non temuta.

L’85% degli intervistati riporta infatti un sentimento positivo da parte dei dipendenti verso l’implementazione dei robot, mentre solo il 3% cita resistenze.

Produttività, AI e persone: i driver che guidano l’adozione delle tecnologie di automazione

Un punto cruciale emerso dal rapporto di Universal Robots è che la produttività rimane il principale fattore trainante per le aziende europee, che considerano l’automazione essenziale per migliorare l’efficienza operativa e la produzione.

Altro diver è rappresentato dall’intelligenza artificiale, che sta entrando nella fase mainstream, con le aziende che la studiano e implementano attivamente per abilitare un’automazione più intelligente.

Sebbene la consapevolezza dei benefici sia elevata in tutta Europa, l’adozione varia a seconda del mercato, sottolineando la necessità di percorsi di implementazione più accessibili.

Altro elemento fondamentale è che le persone continuano a essere centrali in questo processo: la formazione della forza lavoro e la gestione del cambiamento sono considerate fattori critici di successo, confermando che l’automazione funziona con le persone, non al loro posto.

In Italia le imprese puntano sulla robotica per migliorare la produttività

In Italia l’adozione dell’automazione industriale è guidata da una chiara e pragmatica enfasi sul miglioramento delle performance operative: il miglioramento della produttività (63%) e della qualità (59%) sono i motori principali che spingono i leader industriali italiani, mentre la carenza di manodopera è citata solo dal 13% come fattore primario.

Quest’ultimo dato suggerisce che l’automazione è vista come uno strumento per ottimizzare i processi e le operazioni esistenti, piuttosto che come una strategia di sostituzione del personale.

Tale orientamento è rafforzato dalla fiducia riposta nell’automazione fisica: il 51% degli intervistati italiani identifica la robotica come la tecnologia che trasformerà maggiormente il settore entro il 2030. Un dato superiore alla media europea e che posiziona l’automazione saldamente al centro della strategia di trasformazione digitale del Paese, davanti all’intelligenza artificiale (33%).

Il costo iniziale dell’investimento è la principale barriera alla diffusione della robotica collaborativa

Di particolare rilevanza la fiducia con cui i rispondenti italiani guardano alla robotica e, nello specifico, alla robotica collaborativa.

Per la grande maggioranza (più del 90%), i cobot rappresentano una leva concreta per superare la carenza di manodopera, consentendo di automatizzare attività ripetitive o gravose e liberando le persone per compiti a maggior valore aggiunto.

Questi dati mostrano chiaramente come la robotica collaborativa stia diventando non solo un fattore di supporto all’efficienza, ma anche un elemento chiave per la resilienza del mercato del lavoro italiano.

Nonostante questo slancio persistono barriere significative all’adozione della robotica collaborativa. Nello specifico, i professionisti italiani individuano nel costo iniziale dell’investimento il principale ostacolo (35% dei rispondenti).

A livello europeo, invece, prevale la preoccupazione per l’integrazione con i sistemi esistenti.

Tuttavia la familiarità con i cobot è alta (il 38% li utilizza attivamente) e si nutre un cauto ottimismo sull’impatto occupazionale: il 50% degli intervistati ritiene che l’automazione creerà più posti di lavoro di quanti ne eliminerà entro il 2030.

Questo ottimismo è particolarmente marcato verso i cobot, ritenuti ampiamente capaci di contribuire a ridurre la carenza di manodopera globale.

Guardando al futuro gli intervistati prevedono che i cobot rivoluzioneranno entro il 2030 i settori chiave della logistica (55%), dell’automotive (52%) e dell’elettronica (48%), evidenziando come l’automazione sia considerata un fattore essenziale non solo per la resilienza ma anche per la crescita a lungo termine del tessuto industriale italiano.

Lo stato dell’automazione in Europa

L’analisi dello scenario europeo mostra che le aziende, in un contesto economico instabile, considerano l’automazione come un potente catalizzatore di crescita e non solo una tattica di sopravvivenza.

La produttività è il principale motore degli investimenti nell’automazione anche a livello europeo (citata dal 68% degli intervistati), seguita dalla riduzione dei costi (58%) e dal miglioramento della qualità (54%).

In particolare, i cobot stanno dimostrando una grande efficacia: ben l’89% delle aziende ha registrato miglioramenti misurabili della produttività dopo l’introduzione dei robot collaborativi, con il 52% che ha osservato incrementi tra il 10% e il 25%.

Prospettive e scenari di crescita del mercato europeo dei cobot

Riguardo alle prospettive future, l’adozione dei cobot è destinata ad accelerare: il 93% dei leader industriali prevede che almeno il 10% della propria forza lavoro utilizzerà i cobot nei prossimi 10 anni.

La visione sull’impatto occupazionale è prevalentemente ottimistica o neutrale (78% degli intervistati): oltre la metà (51%) crede che entro il 2030 i robot creeranno più posti di lavoro di quanti ne elimineranno, dimostrando un netto cambiamento rispetto alla “vecchia narrativa” della sostituzione dei lavoratori.

A rafforzare questa percezione, il 91% degli intervistati ritiene che i cobot possano contribuire a ridurre la carenza globale di manodopera, fungendo da leva pratica contro le pressioni demografiche in Europa.

Per affrontare le sfide residue, come la mancanza di lavoratori qualificati e la complessità percepita nell’utilizzo, si evidenzia la necessità di migliorare le competenze e di rendere le interfacce ancora più user-friendly, sottolineando che l’automazione collaborativa deve evolvere non solo tecnologicamente, ma anche culturalmente, per potenziare la forza lavoro.

L’era dell’automazione intelligente: l’impatto dell’AI sulla robotica

Il rapporto presenta anche un focus sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella robotica, grazie anche al contributo di Bruno Siciliano, uno dei massimi esperti del settore e Professore di Robotica presso l’Università di Napoli Federico II.

“Le innovazioni recenti nell’intelligenza artificiale fisica – come Gemini Robotics di Google e Isaac GR00T N1 di NVIDIA – segnano una svolta: dalla tecnologia dell’informazione (IT) si passa a quella dell’interazione (IAT). Un cambio di paradigma, in cui l’IA integrata in sistemi fisici dotati di sensori e attuatori dà vita a robot capaci di percepire, interpretare e intervenire nel mondo reale”, spiega il professore.

L’attuale panorama industriale è infatti segnato dall’arrivo dell’automazione intelligente, dove le innovazioni nell’AI stanno trasformando i robot da semplici esecutori di compiti a partner intelligenti e adattabili. Questa evoluzione sta rivoluzionando i compiti più gravosi e difficili dal punto di vista ergonomico, aprendo nuove frontiere di efficienza.

L’architettura di questa nuova era si fonda su tre pilastri: sensori avanzati per raccogliere dati in tempo reale, algoritmi per interpretarli e agire autonomamente, e la capacità di collaborare in sicurezza con le persone in contesti dinamici. Tale architettura risponde alle sfide dell’industria moderna, come la produzione su misura e la carenza di manodopera qualificata.

La ricerca rivela un ottimismo travolgente tra i leader industriali riguardo all’impatto della robotica basata sull’AI: la stragrande maggioranza prevede miglioramenti aziendali significativi nei prossimi cinque anni grazie all‘analisi predittiva e alle operazioni adattive.

Questo ampio consenso sottolinea che l’AI non è più facoltativa, ma un elemento essenziale della trasformazione digitale. Oltre un terzo (38%) degli intervistati identifica l’AI e l’apprendimento automatico come le tecnologie più rivoluzionarie entro il 2030, vedendole non come una minaccia, ma come un potente moltiplicatore di produttività con il potenziale per migliorare sia le persone sia i processi.

Di conseguenza, le aziende che adottano l’automazione intelligente oggi saranno meglio posizionate per guidare il settore domani, ottenendo nuovi livelli di prestazioni e vantaggio competitivo.

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