Ex Ilva, i sindacati ai partiti: prevedere risorse in Manovra e il Dri a Taranto

Il piano di investimenti necessario per la decarbonizzazione di Ex Ilva “dovrà prevedere fondi pubblici, e se possibile anche privati. È necessaria la garanzia della politica tutta e delle istituzioni dello Stato a tutti i livelli, a partire da un ruolo diretto dello Stato, prevedendo un adeguato stanziamento di risorse economiche a partire dal disegno di Legge di Stabilità 2026, nella gestione e a garanzia di tutti gli aspetti realizzativi del piano industriale volto alla decarbonizzazione”. E’ quanto si legge nel documento consegnato oggi dalle sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm alle delegazioni parlamentari con le quali si sono svolti incontri questa mattina a Roma.
Per garantire la sostenibilità e la “credibilità” del piano di rilancio e riconversione, Taranto “ha bisogno che anche il Dri sia prodotto in loco”, ribadiscono in coro i sindacati. In primo luogo, “per le esigenze ambientali. Produrlo altrove, trasportarlo, riscaldarlo, avrebbe impatti ambientali maggiori rispetto alla sua produzione e immissione nei forni. In secondo, non meno importante, la realizzazione degli impianti di Dri produrrebbe occupazione a cui dedicare i lavoratori impiegati ad oggi su impianti utili solo nel ciclo integrale, che verranno progressivamente dismessi”, si legge ancora nel documento.
Per Fim Fiom Uilm l’intesa firmata lo scorso 12 agosto tra governo e Istituzioni locali “non ha definito gli aspetti cruciali della vertenza Ilva sia dal punto di vista produttivo che ambientale ed occupazionale”. Le sigle sindacali metalmeccaniche chiedono alla politica, “tutta”, ribadiscono, “un forte segnale di coesione e unità su ciò che da tempo, da tutte le forze politiche e sindacali è stato richiesto: rendere l’Ex Ilva ecocompatibile con un ciclo produttivo che coniughi ambiente e salute, salvaguardando l’occupazione e con lo Stato garante della transizione”. Per questo motivo, le organizzazioni sindacali “rimarcano con forza che il piano e, quindi, il bando di gara, debba rispondere a quattro obiettivi fondamentali: l’integrità del gruppo siderurgico, il risanamento ambientale, la decarbonizzazione, le garanzie occupazionali. Cambiare ciclo produttivo, passare dalla produzione di acciaio da Altoforno a Forno Elettrico non può prescindere dall’uso del gas e del Dri (preridotto), questo è un dato tecnico-scientifico che non può essere strumentalizzato”.
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