Gallarate, l’oratorio apre il cortile e si mette in gioco

Settembre 30, 2025 - 14:00
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Gallarate, l’oratorio apre il cortile e si mette in gioco

«Fatevi avanti, uscite di casa, fate le cose insieme». A Gallarate, negli oratori della Comunità pastorale San Cristoforo, si è convinti già da tempo che il messaggio rivolto quest’anno dall’Arcivescovo ai ragazzi non valga solo per chi partecipa alle attività abituali dell’oratorio, ma possa essere esteso davvero a tutti.

Così – spiega Federico Zanardo, educatore che coordina i quattro oratori della comunità – è nato il Laboratorio sulla povertà: un invito a mettersi in gioco che l’oratorio estende a tutte le scuole superiori di Gallarate, per portare gli adolescenti a essere protagonisti, anche solo in un percorso di conoscenza, delle iniziative di carità presenti sul territorio. «Insieme all’associazione Santa Eurosia (che riunisce tutte le attività caritative delle parrocchie di Gallarate) attraverso alcuni incontri portiamo i ragazzi a comprendere quali sono le dinamiche che innescano situazioni di povertà», spiega Zanardo. Non solo povertà materiale, ma anche sociale e di relazioni. «Raccontiamo le storie degli ospiti della mensa dei poveri cittadina – prosegue l’educatore – come il Ristoro del Buon Samaritano che ogni giorno accoglie 50 persone. In maggioranza italiani. Invitiamo poi i ragazzi maggiorenni, se lo desiderano, a prendere parte al servizio. E già ora alcuni adolescenti dei nostri oratori, al sabato, sono disponibili, se c’è da sostituire qualcuno degli altri volontari».

Un momento del Laboratorio sulla povertà

Ma da questo laboratorio, proposto in forma più semplice anche alle classi di catechismo della Cresima, nascono anche idee più immediate: «C’è chi, incontrando sempre un ragazzo africano che chiede l’elemosina davanti al supermercato, ha pensato di informarlo dell’esistenza di questa mensa», racconta l’educatore.

Anche l’oratorio è però chiamato a “farsi avanti”, a uscire verso altri ragazzi. Anche solo aprendo i propri cancelli. Avviene ogni venerdì pomeriggio, in un momento che si chiama «Cortile aperto». «Al venerdì non ci sono le attività legate al catechismo, e i ragazzi che di solito si ritrovano fuori, alla stazione, sanno che qui c’è chi li attende, che c’è un posto per loro», racconta Zanardo. Non sono ragazzi che verrebbero al gruppo adolescenti. Molti sono italiani di seconda generazione, tanti sono già grandi: si va, infatti, dai 15 fino ai 20-22 anni. Tra loro non è bandito il termine “maranza”, anzi. Ma è un appellativo che «non viene utilizzato mai come un’etichetta negativa, quanto, piuttosto, per entrare in un rapporto di fiducia», puntualizza l’educatore.  

Il «Cortile Aperto»

Un’accoglienza che viene colta dai ragazzi. Così, tra bar e campo da calcio, nel “cortile” dell’oratorio arrivano in questi pomeriggi fino a cento persone. A essere presente per questi giovani da anni è don Simone Arosio, il coadiutore della pastorale giovanile. «Accompagnare con costanza questi ragazzi è la cosa più difficile – nota Zanardo -. Alcuni di loro, infatti, si aprono solo dopo molto tempo». Ma con chi ormai viene da tanto tempo, don Simone arriva a chiacchierare di quella che è la vita quotidiana: perché non sono a scuola, se stanno cercando lavoro… «Abbiamo accompagnato alcuni di loro proprio ai servizi competenti sul territorio per stendere il curriculum e iniziare a cercare un impiego», racconta Zanardo. Così capita che alcuni passino ad avvisare: «Venerdì prossimo non ci sono, perché inizio a lavorare». Ed è, assicura il loro educatore, una soddisfazione.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia