Gaza, Meloni vola a Sharm el-Sheikh per la firma degli accordi

L’invito ufficiale è arrivato venerdì in serata a Palazzo Chigi e Giorgia Meloni ha subito deciso di accettarlo. La presidente del Consiglio lunedì sarà a Sharm el-Sheikh per partecipare alla cerimonia per la firma degli accordi su Gaza.
Il vertice presieduto da Trump e al-Sisi, ci saranno Macron e Sanchez
Il vertice sarà presieduto congiuntamente dal presidente egiziano Al Sisi e da quello statunitense Donald Trump. Tra gli altri invitati i principali Paesi europei: Francia, Spagna (con Macron e Sanchez che hanno già annunciato la loro presenza) Germania, Regno Unito, Grecia e Unione europea. Nutrita anche la presenza di paesi arabi e islamici, a partire dai mediatori che hanno definito l’accordo tra Israele e Hamas (ovvero, oltre all’Egitto, Qatar e Turchia).
Per la premier Meloni sarà l’occasione per avviare, con i partner internazionali, la discussione sull’attuazione della prima fase dell’accordo e sull’impegno che l’Italia dovrà sostenere nell’ambito delle operazioni di pace-keeping. Il governo e la maggioranza continuano del resto a rivendicare il ruolo svolto nel processo che ha condotto la tregua, ma in Italia non si placano le polemiche con l’opposizione.
“Sinistra peggio di Hamas”, l’ira delle opposizioni
A riaccenderle, da ultima, è stata la stessa presidente del Consiglio nel comizio tenuto ieri a Firenze per la chiusura della campagna elettorale per le regionali in Toscana: “La sinistra non è riuscita a votare la mozione” sul piano Trump in Parlamento, mentre “ha detto di sì anche Hamas. Per cui la sinistra italiana è più fondamentalista anche di Hamas. Sono più estremisti degli estremisti, prigionieri di un radicalismo ideologico”, ha detto Meloni.
Dichiarazioni che anche oggi la minoranza non riesce a digerire. “Vorrei fare un invito alla presidente del Consiglio e al governo ad abbassare i toni – afferma la segretaria dem Elly Schlein – abbiamo sentito parole che in una democrazia non si sono mai sentite. Non si è mai sentito in una democrazia che la presidente desse dei terroristi alle opposizioni”.
Più duro il senatore, e compagno di partito, Gianni Cuperlo: “La più alta carica istituzionale di governo del nostro Paese, prigioniera di una retorica incendiaria, ha paragonato le forze che democraticamente e legittimamente si oppongono al suo governo ai metodi e alla cultura di un terrorismo che ammazza le persone. Una battuta infelice scappata per caso? Fosse pure così, c’è qualcosa di enorme contenuto non tanto ‘dentro’, ma ‘dietro’ quell’aggressione. Qualcosa che ha a che vedere con la natura, la cultura, e in fondo anche lo stile di una leadership”.
Per Nicola Fratoianni di Avs la premier “ha veramente superato il limite. Ma non è un caso – prosegue il leader di Si – che usi questi toni e questo linguaggio, lo fa perché non vuole che si parli degli stipendi fermi al palo mentre l’inflazione si mangia il potere d’acquisto delle famiglie, non vuole che si parli dei problemi veri degli italiani a cui questo governo non riesce a dare alcuna risposta”. “È incredibile che un momento delicato come quello attuale la presidente del Consiglio, invece di abbassare i toni per festeggiare senza divisioni la pace a Gaza, vada su un palco e paragoni le opposizioni ad Hamas”, chiosa Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva.
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