Grant Museum of Zoology: il tesoro nascosto di Londra

Novembre 9, 2025 - 07:00
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Grant Museum of Zoology: il tesoro nascosto di Londra

Tra i tanti musei che costellano la capitale britannica, ce n’è uno che racchiude un fascino particolare, quasi segreto. È un luogo dove la curiosità scientifica incontra la meraviglia, dove ogni vetrina racconta la storia dell’evoluzione e della vita sulla Terra. Si tratta del Grant Museum of Zoology, il museo di zoologia dell’University College London, un gioiello poco conosciuto ma straordinario, capace di sorprendere chiunque ami la scienza, la natura o semplicemente i luoghi autentici e pieni di storia. Situato a pochi passi da Euston Square, questo piccolo scrigno vittoriano custodisce oltre 68.000 esemplari provenienti da ogni angolo del mondo, e rappresenta uno degli ultimi musei universitari di zoologia ancora attivi nel Regno Unito.

Alle origini di una collezione unica

La nascita del Grant Museum of Zoology risale al 1828, grazie al lavoro e alla visione di Robert Edmond Grant, primo professore di Zoologia e Anatomia comparata del Regno Unito e uno dei pionieri del pensiero evoluzionista. Grant era un personaggio carismatico e radicale, influenzato dalle idee di Lamarck e precursore del giovane Charles Darwin, che fu suo studente a Edimburgo. Il professore credeva che la conoscenza della natura dovesse passare dallo studio diretto degli organismi, e per questo iniziò a raccogliere campioni animali per le sue lezioni all’University College London, fondando così la prima collezione zoologica universitaria del Paese.

Teschio con grandi palchi del Megaloceros giganteus esposto al Grant Museum of Zoology di UCL, raro cervo estinto.
Teschio del Megaloceros giganteus con palchi monumentali: un capolavoro della collezione pleistocenica del Grant Museum (UCL).

All’inizio la collezione aveva uno scopo puramente didattico: serviva per insegnare anatomia comparata agli studenti di medicina e biologia, mostrando le somiglianze e le differenze tra le varie specie animali. Ma con il tempo si trasformò in un archivio straordinario della biodiversità mondiale, un vero e proprio atlante in tre dimensioni della vita animale. Dopo la morte di Grant, avvenuta nel 1874, il museo continuò a crescere grazie ai successivi curatori e alle donazioni di istituzioni scientifiche britanniche, fino a diventare uno dei centri di studio più importanti per l’evoluzione e l’anatomia animale.

Nel corso dei decenni il museo ha cambiato più volte sede, seguendo gli spostamenti dell’università. Oggi si trova all’interno del Rockefeller Building in University Street, nel cuore del campus UCL, dove occupa un’unica grande sala foderata di legno, vetrine e specimen che evocano immediatamente l’atmosfera dei gabinetti di curiosità ottocenteschi. È questo uno degli aspetti più affascinanti del Grant Museum: visitandolo si ha la sensazione di compiere un viaggio nel tempo, in un’epoca in cui la scienza era ancora una forma di esplorazione romantica e manuale, fatta di osservazione, studio e meraviglia.

Un viaggio nella biodiversità

L’attuale collezione del Grant Museum of Zoology conta migliaia di esemplari conservati in vari modi: scheletri, crani, animali impagliati, preparati in formalina, campioni microscopici. Ogni vetrina rappresenta un capitolo della storia naturale e offre una panoramica completa sull’evoluzione del mondo animale, dai più semplici invertebrati fino ai mammiferi complessi.

Uno degli esemplari più rari e simbolici è lo scheletro del Quagga, una sottospecie estinta di zebra sudafricana scomparsa alla fine dell’Ottocento. Quello del Grant Museum è uno dei pochi scheletri completi esistenti al mondo, e rappresenta un potente memento della fragilità delle specie e dell’impatto dell’uomo sulla natura. Accanto al Quagga, un’altra curiosità che attira i visitatori è costituita dai resti del Dodo, l’uccello di Mauritius diventato emblema dell’estinzione.

Ma ciò che più sorprende è la varietà delle collezioni minori: enormi serpenti scheletrizzati avvolti su rami, teschi umani e animali accostati per lo studio dell’anatomia comparata, collezioni di cervelli, pesci conservati in barattoli, e intere serie di animali marini che raccontano la complessità della vita negli oceani. Tra le vetrine più fotografate spicca quella dedicata alle “specie doppie”, con campioni di animali deformi o duplicati, usati nel XIX secolo per spiegare mutazioni e anomalie naturali.

Una sezione speciale è la Micrarium, una stanza interamente rivestita di vetrini al microscopio retroilluminati, che mostrano organismi invisibili a occhio nudo: protozoi, piccoli insetti, larve, cellule. Entrarvi è come addentrarsi in un universo parallelo di forme e colori, un omaggio poetico alla scienza e alla meraviglia del microcosmo. Secondo il museo stesso, oltre il 95% delle specie animali sulla Terra è di dimensioni inferiori a un pollice, e la Micrarium rappresenta un modo per dare “spazio ai piccoli”.

Questa impostazione conferisce al Grant Museum una duplice identità: è al tempo stesso un museo della scienza e un museo dell’immaginazione, dove ogni oggetto racconta non solo una storia naturale, ma anche un modo di guardare il mondo.

La filosofia di un museo universitario

Ciò che distingue il Grant Museum da altri musei londinesi, come il Natural History Museum, è il suo legame accademico. Fa parte del University College London, una delle università più prestigiose del Regno Unito, e mantiene ancora oggi una forte funzione educativa. Gli studenti di biologia, medicina e archeologia lo utilizzano come laboratorio didattico, e molti dei reperti vengono impiegati per studi, analisi morfologiche e ricerche scientifiche.

Cassetto con ossa autentiche di Dodo (Raphus cucullatus) al Grant Museum of Zoology di UCL, testimonianza di estinzione.
Ossa del Dodo provenienti da Mauritius: un reperto iconico che racconta l’estinzione al Grant Museum of Zoology (UCL).

Tuttavia, a partire dagli anni Novanta, l’università ha deciso di aprirlo anche al pubblico, trasformandolo in un museo accessibile ma sempre fedele alla sua vocazione originaria. Questo equilibrio tra istituzione accademica e spazio divulgativo è uno degli elementi che lo rendono più autentici e interessanti. A differenza di molti musei commerciali o turistici, il Grant Museum conserva un’aura di autenticità: i campioni non sono oggetti decorativi, ma strumenti di studio, veri testimoni dell’evoluzione biologica.

Dal punto di vista museografico, il museo ha scelto di mantenere il fascino “antico” delle collezioni, evitando l’eccessiva modernizzazione. Le etichette scritte a mano, le scaffalature in legno scuro e l’illuminazione soffusa contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa, quasi teatrale, in cui il visitatore diventa parte del processo di scoperta.

Negli ultimi anni il museo ha rinnovato la propria missione, avviando progetti che collegano la scienza alla società contemporanea. Le mostre temporanee affrontano temi come la conservazione ambientale, l’estinzione e la biodiversità urbana. Iniziative come Humanimals e Displays of Power invitano il pubblico a riflettere sul rapporto tra esseri umani e animali, sulla rappresentazione della natura nei musei e sull’etica della conservazione.

Un’esperienza di visita fuori dal tempo

Visitare il Grant Museum of Zoology è un’esperienza diversa da quella offerta dai grandi musei londinesi. Non si tratta di un’attrazione monumentale, ma di un luogo intimo e raccolto, perfetto per chi cerca una pausa dalla frenesia della città. Situato al numero 21 di University Street, nel Rockefeller Building, il museo si trova a pochi minuti a piedi dalle stazioni di Euston Square e Goodge Street.

L’ingresso è gratuito, e l’atmosfera all’interno è quella di un luogo quasi segreto, frequentato da studenti, ricercatori, famiglie e curiosi. Le dimensioni ridotte permettono di esplorarlo con calma in un’ora circa, osservando ogni dettaglio. Non esistono percorsi rigidi o audioguide: la visita è libera e stimola la curiosità personale. Ogni teca, ogni etichetta diventa un invito all’osservazione e alla riflessione.

Il personale, composto da curatori e studenti volontari, è sempre disponibile a rispondere alle domande o a raccontare aneddoti legati agli oggetti esposti. Uno degli aspetti più interessanti è il dialogo continuo tra pubblico e scienza: il museo promuove laboratori per bambini, eventi divulgativi e incontri con ricercatori.

Per gli italiani a Londra, questo museo rappresenta anche un’occasione per riscoprire il legame tra scienza, cultura e bellezza. L’allestimento, con la sua estetica vittoriana e i suoi colori caldi, ricorda le collezioni naturalistiche storiche presenti in molte città italiane, come il Museo di Storia Naturale di Firenze o quello di Bologna.

Curiosità e aneddoti dal mondo di Grant

Tra le storie più curiose legate al museo c’è quella dello scheletro del Quagga, al centro di un progetto di ricerca genetica volto a studiare la possibilità di “riportare in vita” la specie attraverso tecniche di de-estinzione. Un’altra riguarda un raro esemplare di anatra in formalina datato 1860, usato per decenni come campione didattico e recentemente restaurato.

Il museo ospita anche reperti che testimoniano l’evoluzione della scienza stessa. Nelle vetrine si trovano preparati ottocenteschi che illustrano la nascita della biologia comparata, accanto a collezioni moderne che raccontano l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi. Ogni oggetto ha una doppia valenza: storica e scientifica.

Un angolo particolarmente amato dai visitatori è quello dei “Museums Labels”, dove vengono raccolti vecchi cartellini scritti a mano con descrizioni spesso imprecise o poetiche, come “Serpente marino, probabile provenienza ignota”, o “Pesce mostruoso, non identificato”. Questi dettagli restituiscono l’umanità della ricerca e ricordano che la scienza è fatta anche di errori, tentativi e meraviglia.

Domande frequenti sul Grant Museum of Zoology

Il museo è adatto ai bambini?
Sì, è perfetto anche per famiglie. Le dimensioni contenute e la varietà degli esemplari lo rendono accessibile e affascinante anche per i più piccoli.

Serve prenotare?
No, l’ingresso è libero e gratuito. Solo i gruppi numerosi devono prenotare in anticipo attraverso il sito ufficiale dell’UCL.

Quanto tempo occorre per la visita?
Circa 45 minuti per un giro completo, fino a un’ora e mezza se si vuole leggere ogni etichetta e approfondire.

Sono disponibili tour in italiano?
Attualmente no, ma il personale è disponibile a fornire spiegazioni in inglese semplice.

Ci sono servizi aggiuntivi?
Il museo non dispone di bar o bookshop interni, ma nelle vicinanze del campus ci sono numerosi caffè e librerie universitarie.

È accessibile alle persone con disabilità?
Sì, l’edificio dispone di accesso facilitato e ascensore, anche se alcune aree possono risultare strette.


Le immagini utilizzate sono su Common free license o tutelate da copyright. È vietata la ripubblicazione, duplicazione e download senza il consenso dell’autore.

Immagini di copertina e interne: By Laika ac from UK – Grant Museum of Zoology, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49185216, By Emőke Dénes – kindly granted by the author, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17559271, By Emőke Dénes – kindly granted by the author, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17592420, 

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