Il 4 ottobre torna la Festa Nazionale di San Francesco: cosa cambia in busta paga?

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Il 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi, diventa di nuovo festa nazionale e ci potrebbero essere novità in busta paga. La proposta di legge al vaglio del Parlamento prevede celebrazioni in scuole ed enti e retribuzione garantita ai lavoratori pubblici e privati.
Il calendario delle festività italiane si arricchirà presto di una nuova data di rilevanza nazionale: il 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, sarà nuovamente festa nazionale. La novità arriva dal Parlamento, dove è in corso l’iter della proposta di legge che mira a reintrodurre la ricorrenza come giornata festiva in tutto il Paese, proprio in coincidenza con l’ottavo centenario della morte del patrono d’Italia che si celebrerà nel 2026.
Ritorna in calendario una celebrazione abrogata dal 1997
La finalità è più ampia e simbolica: il testo di legge richiama espressamente i valori universali legati alla figura di San Francesco – pace, solidarietà, fraternità, inclusione e tutela dell’ambiente – e punta a trasformare la giornata in un’occasione collettiva di riflessione e di iniziative pubbliche. Le scuole, le amministrazioni, gli enti locali e le realtà del Terzo settore potranno infatti promuovere eventi, manifestazioni e attività didattiche per diffondere gli insegnamenti del santo, senza nuovi costi per lo Stato, salvo quelli necessari a garantire le indennità dei dipendenti pubblici che presteranno servizio nella giornata festiva.
Il 4 ottobre, attualmente considerato “solennità civile”, aveva perso lo status di festa nazionale nel 1977 con la legge n. 54. La proposta in discussione alla Camera e destinata a passare al vaglio del Senato punta a riportarlo tra le ricorrenze riconosciute al pari delle altre giornate stabilite dalla legge n. 260 del 1949, come il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, il 15 agosto o ancora l’8 dicembre.
Il 4 ottobre torna la Festa Nazionale di San Francesco: cosa cambia in busta paga?
La domanda che molti lavoratori si pongono riguarda inevitabilmente la busta paga. La risposta è chiara: la nuova festività sarà retribuita come le altre già in vigore.
Questo significa che i lavoratori del settore privato riceveranno la normale paga giornaliera, comprensiva delle indennità, anche se non lavorano.
Chi viene pagato a ore avrà comunque diritto alla retribuzione proporzionata all’orario settimanale, mentre chi sarà chiamato a lavorare il 4 ottobre vedrà applicata la maggiorazione prevista dal contratto collettivo per il lavoro festivo.
Per il settore pubblico è già previsto uno stanziamento specifico, pari a poco più di 10 milioni di euro, destinato soprattutto al personale della sicurezza, della sanità e del soccorso pubblico.
Sebbene la legge dovrebbe entrare in vigore dal 2026, i lavoratori e gli studenti potranno effettivamente beneficiare della nuova festa solo dal 2027. Nel 2026, infatti, il 4 ottobre cadrà di domenica, con la conseguenza che non produrrà effetti concreti sul calendario lavorativo.
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