Ilaria Salis salva, la commissione dell’Europarlamento vota contro la revoca dell’immunità: richiesta di Orban respinta per un voto

Settembre 23, 2025 - 23:30
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Ilaria Salis salva, la commissione dell’Europarlamento vota contro la revoca dell’immunità: richiesta di Orban respinta per un voto

Ilaria Salis si salva. La commissione Juri del Parlamento europeo, delegata agli affari giuridici, ha votato contro la revoca dell’immunità all’eurodeputata italiana di Alleanza Verdi-Sinistra.

I voti contrari sono stati 13, dodici quelli a favore: decisivi sono stati due eletti del Partito Popolare, che hanno votato contro la revoca dell’immunità spaccando il gruppo di centrodestra. Alla vigilia infatti gli schieramenti erano noti: socialisti, sinistra, verdi e liberali avevano a disposizione 11 membri su 25; i gruppi di estrema destra come patrioti, sovranisti e conservatori sette membri, mentre altri sette erano espressione dei popolari. Dunque per il risultato finale sono stati decisivi i due popolari che hanno scelto di votare a sostegno di Salis.

Una scelta che scatena la rabbia in Italia di Lega e Fratelli d’Italia, col Carroccio che parla di “eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra. I deputati del Ppe dovranno spiegare ai propri elettori il perché di un voto miseramente politico”. Durissimo anche Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: “Il Ppe colga l’opportunità di rimediare nella votazione in plenaria a ottobre”.

Questo è il primo giudizio per l’europarlamentare italiana, con la palla che passa al Parlamento europeo che si riunirà il 7 ottobre in seduta plenaria per decidere sul destino di Salis. Il parere della commissione non è vincolante, in Plenaria gli eurodeputati potranno dunque votare come ritengono opportuno ma è chiaro che quanto accaduto in commissione Juri è una indicazione di quanto potrà accadere in Parlamento.

Ilaria Salis, attivista anti-fascista, venne arrestata l’11 febbraio del 2023 in Ungheria, a margine di una manifestazione organizzata per contrapporsi al “Giorno dell’Onore”, che ogni anno richiama nella capitale Budapest migliaia di nostalgici del nazismo da tutta Europa: l’accusa era quella di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra.

Da quel giorno ha trascorso 15 mesi in detenzione preventiva in carcere, in condizioni disumane e degradanti: il suo caso esplose con la pubblicazione del suo diario e poi, ancor di più, con le immagini dell’attivista portata in tribunale in catene.

Per impedire quello che è chiaramente un processo di matrice politica, in un Paese come l’Ungheria dove la presa del governo autocratico di Viktor Orban sulla magistratura è praticamente totale, nel giugno del 20245 Alleanza Verdi-Sinistra decide di candidare Salis alle elezioni europee per tirarla fuori dal carcere: risultato raggiunto con successo, con l’eurodeputata eletta a Strasburgo forte di 176mila preferenze nella circoscrizione Nord-Ovest.

Dall’Ungheria però l’esecutivo di Orban non ha mai mollato la presa. Il 10 ottobre scorso le autorità ungheresi hanno trasmesso al parlamento europeo la richiesta di revoca della sua immunità. A dicembre la richiesta era stata affidata alla commissione Juri che aveva designato come relatore il deputato spagnolo del Partito Popolare Adrian Vazquez Lazara. Secondo il relatore, che aveva chiesto nel suo documento la revoca dell’immunità per Salis, “questo voto rappresenta un pericoloso e brutto precedente. La posizione giudiziaria di Salis è più debole di prima. Prevedo che l’Ungheria presenterà ricorso alla Corte di giustizia europea e che l’immunità finisca per essere revocata dal tribunale Ue in Lussemburgo”.

Proprio oggi Ilaria Salis era tornata a parlare del suo caso personale in un colloquio col Corriere della Sera. “Io non voglio sottrarmi al processo. Anzi, voglio essere processata. Ma non in Ungheria, dove sarebbe un processo politico, dove la sentenza è già scritta. Voglio essere processata nel mio Paese. In Italia. Io ho fiducia nella magistratura. Ho fiducia della magistratura italiana”, le sue parole

“La mia intenzione – sottolineava l’eurodeputata eletta nelle liste di AVS – non è mai stata quella di sottrarmi a un processo. Rivendico, come chiunque altro, il diritto a un processo equo e giusto, con tutte le garanzie democratiche del caso. In Ungheria questo non è evidentemente possibile. Per questo la difesa della mia immunità è oggi fondamentale”. Salis ha ricordato che “negli ultimi giorni il portavoce del governo ungherese è arrivato a inviarmi le coordinate del carcere dove progettano di rinchiudermi, mentre Orban in persona mi ha descritto come una terrorista. Revocare l’immunità significherebbe consegnarmi a una persecuzione già in atto. La mia condanna è stata di fatto sancita in anticipo dal potere politico, in un Paese dove la magistratura non è indipendente e dove verrei sottoposta, come ritorsione, a condizioni detentive disumane”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia