Ad Assisi il Movimento Laudato si’ lancia la chiamata alla transizione ecologica

In occasione dell’800esimo anniversario del Cantico delle Creature di San Francesco e nel decimo della Laudato si’, il Movimento Laudato Si’, insieme al Sacro Convento di San Francesco, alle famiglie francescane, alla Diocesi di Assisi, al Vescovo di Gubbio e a 40 organizzazioni cattoliche, tra cui Acli, Agesci, Azione Cattolica Italiana, Masci, Coldiretti, ha lanciato oggi ad Assisi la “Chiamata alla responsabilità per la transizione ecologica: dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare”.
L’appello
L’Appello nasce dalla convinzione che: «La dimensione dalla quale è possibile partire per muovere gli animi di ogni donna e uomo di buona volontà è quella della spiritualità ecologica, il cuore della conversione». Ed è concreto e immediato: «Oggi, più che mai, siamo chiamati a passare dal dire al fare, dai dibattiti ai dialoghi, dalle dichiarazioni alle scelte quotidiane. Servono gesti concreti, comunità vive per la costruzione di un futuro giusto. Ci sarà vera transizione solo con la partecipazione».
La spiritualità ecologica – prosegue l’Appello – ci invita a resistere all’indifferenza e a scegliere la cura e la prossimità. È lì che si coltiva un’energia diversa: rinnovabile, democratica, comunitaria.
Tre le “chiamate” dell’appello
La prima è alla responsabilità collettiva per la transizione ecologica. “Siamo chiamati urgentemente a una conversione integrale, personale e comunitaria, che metta in relazione l’ambiente, l’economia, la società, la politica, la cultura, la giustizia, la spiritualità – si legge -. L’urgenza è quella di avviare una transizione ecologica dal basso”.
La seconda è ad avere una coscienza critica e informata. Cioè a “riconoscere il valore di un patrimonio tanto prezioso quanto fragile. Prendersene cura è un gesto d’amore verso il futuro e un segno di solidarietà verso i più vulnerabili, che già oggi subiscono gli impatti più gravi della crisi climatica. Non possiamo restare indifferenti: il grido della terra e dei poveri ci interpella e ci chiede di scegliere da che parte stare”.
Infine, la terza chiamata è al dialogo come metodo e valore. Cioè, continua l’Appello “Chiamiamo le comunità, ed in particolare le basi dei nostri movimenti, parrocchie ed associazioni, a praticare il dialogo costruttivo con l’intera società civile e ad interessarsi con responsabilità del territorio, della vita civile, dell’ambiente in cui abitiamo”.
«Ottocento anni fa san Francesco chiamava a raccolta l’intera creazione perché con lui elevasse un cantico di lode al Dio creatore. Purtroppo però, come dice papa Francesco nella Laudato si’, “per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio” (LS 33). Oggi noi, insieme, chiamiamo a raccolta l’intera umanità, amata da Dio, perché il canto della creazione possa continuare a librarsi nell’aria» ha detto Fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, durante il suo intervento.
E ancora: «Una chiamata alla responsabilità di ciascuno, perché le voci di tutti, in dialogo tra loro, risuonino in armonia e diffondano pace».
Il ruolo del dialogo
«Il “Dialogo” è stata una delle parole pronunciate da papa Leone XIV nel suo primo saluto: Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco! Sono grata al Sacro Convento di San Francesco in Assisi, le famiglie francescane e la Diocesi di Assisi, il Vescovo di Gubbio, alle 40 organizzazioni cattoliche membro e partner, alle realtà della Conferenza Episcopale Italiana ed alla migliaia di Animatori Laudato Si e Circoli attivi sul tutto il territorio nazionale per lanciare insieme oggi da Assisi nell’800esimo anniversario del Cantico delle Creature, questa “Chiamata” con la volontà condivisa di dare slancio all’impegno per la transizione ecologica fuori dai combustibili fossili verso un sistema energetico rinnovabile e decentralizzato. Dieci anni fa su questi temi non eravamo così attivi e partecipi, ora ci siamo! Laudato Si’!!!» ha aggiunto Cecilia Dall’Oglio, responsabile Italia e Global Movement Advisor Movimento Laudato Si’
Da parte sua il presidente nazionale di Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano ha sottolineato come per l’Ac «l’impegno nel Movimento Laudato Si’ è una scelta prioritaria. La cura del Creato diventa oggi impegno per costruire pace e rigenerare la democrazia. È la forma concreta della Speranza che ci chiedono i giovani e che il Giubileo ci invita a rinnovare».
La custodia del creato e il grido dei poveri
«Laudato Si’ lega indissolubilmente la custodia del creato al grido dei poveri e della Terra», ha aggiunto nel suo intervento Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli. «Non è solo ecologia, ma giustizia sociale e fraternità globale. Le guerre nascono dall’accaparramento delle risorse e dalle diseguaglianze. Solo insieme, con un pensiero diverso, saremo capaci di costruire amicizia sociale e pace».
I presidenti Agesci, Francesco Scoppola e Roberta Vincini, hanno sottolineato «La nostra Terra è casa, dono e relazione. In un tempo in cui il grido del Creato si fa sempre più forte, sentiamo il dovere di rispondere con speranza. La firma della Chiamata alla responsabilità è un gesto concreto: come guide e scout siamo da sempre parte attiva di quel cambiamento che mette al centro cura, giustizia e pace».
Massimiliano Costa, presidente Masci ha aggiunto: «Il Masci vive la responsabilità come vocazione: essere parte di un tutto più grande. Testimoni di speranza, che per noi non è ottimismo ma certezza che la vita ha senso perché radicata in Cristo.”
Servono facilitatori capaci di ascolto
All’appello ha risposto per esempio la sociologa Marianella Sclavi: «Questa tavola rotonda e la Chiamata alla responsabilità portano l’attenzione sul “dialogo”, un modo di comunicare completamente diverso dal “dibattito”» ha sottolineato. «Nel dialogo c’è spazio per l’ascolto attivo e per la soluzione creativa dei conflitti. Per passare dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare, servono facilitatori capaci di ascolto, intelligenza plurale e umorismo. Per approfondimenti rimando al piccolo vademecum per la facilitazione su questi temi, redatto proprio per questa Chiamata, intitolato Le sfide della transizione ecologica: dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare in Quaderni dell’Aiems n.6 (link)»
Ambiente, economia e società sono in relazione
Il professore ordinario di Pianificazione ecologica del territorio, Università La Sapienza di Roma, Marco Marchetti, ha aggiunto: «Il sistema energetico evolve troppo lentamente, mentre le emissioni continuano a salire. È urgente una responsabilità collettiva per la transizione ecologica, una conversione integrale che, come dice la Chiamata, metta in relazione ambiente, economia, società, politica e spiritualità. È necessario sostenere i tanti nuclei coraggiosi e tenaci che oggi possono avere un ruolo simile a quello dei monaci nell’Alto Medioevo».
«Benché i rischi del cambiamento climatico siano noti da decenni, assistiamo a un’ondata di negazione della realtà», ha detto Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana. «Comunicare la crisi climatica significa spiegare la gravità degli scenari ma anche fornire soluzioni concrete per i comportamenti individuali e collettivi. La tecnologia da sola non sarà sufficiente a garantire una pace duratura con la natura».
In allegato la “Chiamata alla Responsabilità per la transizione ecologica: dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare” e l’elenco degli aderenti
In apertura i partecipanti all’incontro davanti alla basilica di Assisi – tutte le foto da ufficio stampa
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