Bronzo per Nadia Battocletti sui 5.000 metri: l'Italia firma il nuovo record di medaglie ai Mondiali

È un’Italia da record quella che si congeda dalla penultima giornata della 20ª edizione dei Campionati Mondiali di atletica leggera. Una scatenata Nadia Battocletti, dopo la piazza d’onore firmata sui 10.000 metri nell’opening di sabato 13 settembre, si è andata a prendere il bronzo sulla pista del National Stadium di Tokyo (Giappone), stavolta sulla distanza più corta dei 5.000, in cui nell’agosto del 2024 chiuse quarta ai Giochi Olimpici di Parigi. Per il nostro Paese si tratta di un risultato storico. Quando manca una sola giornata alla conclusione della rassegna iridata in terra nipponica, infatti, la Nazionale è riuscita già nell’impresa di conquistare sette medaglie (un oro, tre argenti e tre bronzi), superando il precedente primato di sei stabilito nell'edizione svedese di Göteborg 1995 (due ori, due argenti e due bronzi).
Autrice del secondo miglior tempo nelle batterie (14:46.36), la fuoriclasse di Cavareno (foto ANSA), che ha riportato un’azzurra sul podio iridato in questa specialità a 28 anni di distanza dall’argento vinto da Roberta Brunet in Grecia ad Atene 1997, si è mantenuta fissa nel quartetto di testa all’interno di una gara tattica sin dal primo giro. Ad avere la meglio al termine di una volata mozzafiato sono state le keniane: successo per la primatista mondiale Beatrice Chebet (oro in 14:54.36) davanti alla campionessa uscente Faith Kipyegon (argento in 14:55.07). A completare il podio la venticinquenne trentina, riuscita a mettere le mani (in pochi giorni) anche sul secondo metallo iridato della carriera ed entrata di fatto nella leggenda diventando la prima donna azzurra a poter festeggiare due medaglie nella stessa edizione dei Mondiali. Ci erano riusciti a livello maschile soltanto Pietro Mennea (argento con la 4x100 e bronzo nei 200 ad Helsinki 1983) e Francesco Panetta (oro nei 3.000 siepi ed argento nei 10.000 nel a Roma 1987). Nulla da fare, quindi, per la statunitense Shelby Houlihan (quarta in 14:57.42) e l'etiope Gudaf Tsegay (quinta in 14:57.82), che invano hanno provato ad insidiare la terza piazza occupata alla fine dall'italiana.
“Mi sono detta che era il giorno giusto per provare a osare e sono molto felice e fiera di me stessa. L’idea è balenata alla vigilia insieme al papà-coach Giuliano: ho pensato che forse nei 10.000 avevo perso quell’attimo, anche se probabilmente non sarebbe cambiato il risultato della gara, che mi ha fatto capire di doverci provare. La tattica delle americane, a lungo in testa, mi ha agevolato e a 600 metri dal traguardo quando ho visto salire le africane mi sono messa subito al comando. Trovarmi davanti all’ultimo giro è stato emozionante, ai duecento eravamo un quartetto e ho pensato che comunque non potevo rischiare troppo, si deve essere anche scaltri e le ho fatte passare, cercando di scalare una marcia nel finale. In mente avevo ‘Rain, in your black eyes’ di Ezio Bosso, una melodia che aumenta di ritmo negli ultimi minuti. Ero arrivata qui per mostrare a me stessa che stavo bene, che gli allenamenti prima o poi pagano, e adesso sto raccogliendo tanto. Mi piace trovarmi in questa posizione, mi piace il confronto e la competitività con le migliori al mondo, ma prima e dopo la gara c’è molto rispetto: è proprio questo che mi è sempre piaciuto dell’atletica e che mi ha portato a continuare”, il commento di Battocletti al termine della finale.
Alla vigilia del closing in Giappone, quindi, la Nazionale ha potuto festeggiare la conquista della storica settima medaglia, la terza di bronzo dopo quelle firmate da Leonardo Fabbri (getto del peso) ed Iliass Aouani (maratona), che si vanno ad aggiungere all’epico oro di Mattia Furlani (salto in lungo) e agli argenti della stessa Battocletti (10.000 metri), Antonella Palmisano nella gara non olimpica dei 35 km di marcia ed Andrea Dallavalle (salto triplo). (agc)
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