Il nuovo Manuale di economia ecologica e politiche ambientali è arrivato alla Camera

Settembre 27, 2025 - 15:00
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Il nuovo Manuale di economia ecologica e politiche ambientali è arrivato alla Camera

Dopo le presentazioni all’Università di Firenze e alla Festa Nazionale dell’Unità su infrastrutture e trasporti – svoltasi quest’estate a Livorno –, il nuovo Manuale di economia ecologica e politiche ambientali (Franco Angeli) è arrivato ieri alla Camera dei Deputati.

È stata un’occasione preziosa per interrogarsi sull’attuale modello di sviluppo, dato che in Italia le emissioni sono calate del 28,7% rispetto al 1990 e del 37,6% rispetto al 2005, ma la rotta è tutt’altro che sostenibile: non solo perché il ritmo di riduzione delle emissioni è del tutto insufficiente a traguardare gli obiettivi climatici, ma anche perché sebbene in questi ultimi 20 anni il Pil sia cresciuto del +46%, al contempo i salari reali sono in calo del -2,9% dal 1990 (unico Paese Ocse) e dell’8,7% rispetto al 2008, con disuguaglianze socioeconomiche in forte crescita. Un contesto che alimenta il comprensibile risentimento delle classi popolari contro l’autorità generalmente intesa, sfruttato dai partiti di estrema destra – come i fascismi del secolo scorso – per mantenere lo status quo proteggendo i relativi privilegi.

Il Manuale è un testo didattico di livello universitario curato dall’economista dell’Università di Pisa Tommaso Luzzati insieme a Jordi Roca Jusmet e Joan Martinez-Alier, con la prefazione affidata all’economista ambientale Massimiliano Mazzanti: esamina l'economia come sistema aperto – ovvero le interazioni tra economia e ambiente, analizzando i flussi energetici e materiali per comprendere la complessità dei sistemi economici – e gli strumenti di politica ambientale, tra cui regolamentazioni, imposte ambientali, permessi di inquinamento negoziabili e valuta l'efficacia di queste politiche nel promuovere la sostenibilità e la competitività economica.

L’appuntamento è stato organizzato su iniziativa di Patty L’Abbate (economista ecologica e vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, espressa dal M5S), che ha partecipato al tavolo di confronto insieme a Luzzati, Marco Simiani (capogruppo Pd in commissione Ambiente), Leonardo Becchetti (professore di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e tra le principali voci dell’economia civile nel Paese), Nicola Bertolini (dirigente Ambiente srl) ed Elisa Meloni (economista ecologica ed esponente del partito paneuropeo Volt, research manager all'Università degli Studi di Firenze), con la moderazione di greenreport.

Ad aprire il tavolo di confronto è stato Tommaso Luzzati, con un’introduzione sui principi dell’economia ecologica condensati nel libro, e sull’importanza di un’educazione accademica su questo fronte che vada oltre la fallace ideologia di una crescita quantitativamente infinita all’interno di un pianeta con un capitale naturale finito. Becchetti, che ha recentemente pubblicato insieme a Stefano Zamagni e Luigino Bruni una sorta di testo gemello – Principi di economia. Un testo di economia civile –, ha invece sottolineato che «il bagno di sangue non è la transizione ecologica, ma il non farla», portando alla luce i profondi intrecci tra economia civile ed economia ecologica.

Simiani ha colto un punto importante dell’attuale dibattito pubblico e politico sulla transizione ecologica, spiegando che «proteggere la natura è diverso dal conservare lo status quo», portando l’esempio della Maremma toscana dove da sempre il paesaggio è trasformato dall’uomo: oggi la sfida è semmai quella di governare con coraggio questi processi di trasformazione, come ad esempio si sta facendo nell’area grazie all’istituzione del Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della laguna di Orbetello.

Bertolini ha portato in sala l’esperienza di Ambiente srl – da 40 anni azienda di consulenza e ingegneria ambientale tra le maggiori in Italia, con sede principale a Carrara –, per mostrare con un caso pratico come sia possibile fare impresa e creare lavoro seguendo i principi dell’economia ecologica, mentre Elisa Meloni – dopo aver ricordato l’importanza della normativa ambientale Ue, dalla quale deriva la quasi totalità di quella italiana – ha attenzionato due esperienze virtuose che dal contesto europeo potrebbero essere utilmente calate in quello nazionale: il vuoto a rendere (che a Firenze fa parte del programma politico della sindaca Funaro, in sperimentazione in alcuni quartieri della città) e il débat public per contribuire a superare le sindromi Nimby e Nimto che bloccano la realizzazione dei necessari impianti per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti, come nel caso dei termovalorizzatori e degli altri impianti di recupero energetico.

L’onere e l’onore di tirare le fila del dibattito è spettato a L’Abbate, che ha sottolineato l’importanza di «sensibilizzare i cittadini spiegando che la transizione ecologica è importante per migliorare la vita quotidiana» e quanto sia difficile farlo oggi quando sono in primo luogo i poteri consolidati ad alimentare la disinformazione, come mostrato platealmente nei giorni scorsi dagli interventi di Donald Trump e Giorgia Meloni all’Assemblea generale dell’Onu: «L’economia – ha concluso L’Abbate – si basa sul capitale naturale, che deve essere distribuito in modo equo e tutelato nella sua qualità, e lo stesso perseguimento della pace a livello internazionale passa dal superamento dei combustibili fossili come dall’abbandono delle guerre per le risorse. Noi policy maker siamo purtroppo lenti nell’intraprendere la strada che la scienza ci indica». Per chi avesse perso la bussola, almeno ora c’è un Manuale dove poterla ritrovare. Mentre la registrazione video dell’incontro alla Camera è disponibile qui: https://webtv.camera.it/evento/29060.

foto camera gruppo 1

 

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