Indovina chi viene a casa? Quando il volontariato bussa alla porta degli anziani

Dicembre 18, 2025 - 14:45
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Indovina chi viene a casa? Quando il volontariato bussa alla porta degli anziani

«Se non avessi avuto loro, mi sarei un po’ buttata giù, perché sono una ragazza che ha bisogno di compagnia». Francesca è una degli 82 anziani coinvolti nel primo anno di Indovina chi viene a casa, il progetto dedicato a persone over 75 sole, residenti al domicilio e a rischio di isolamento promosso da Fondazione Amplifon e Fondazione di Comunità Milano in partnership con Fondazione Aquilone e La Bottega di Quartiere. Il progetto è stato lanciato nel dicembre 2024 nel Municipio 9 di Milano, quello che conta il maggior numero di anziani senza una rete di prossimità: secondo i dati disponibili, circa 22mila, che arrivano a 52mila se si tiene conto anche della fascia 60-75. A queste persone, i volontari offrono compagnia e assistenza nelle faccende quotidiane. Si va dalla semplice condivisione di un po’ di tempo assieme, in cui bere un caffè, chiacchierare o fare qualche attività come disegni e parole crociate, fino all’accompagnamento in commissioni come la spesa, la visita medica, andare in farmacia. Non manca il supporto in mansioni tecnologiche di base, dallo sblocco del telefono all’attivazione di una casella di posta elettronica. Inoltre, esiste tutto un palinsesto di attività da fare fuori dall’abitazione: concerti, spettacoli teatrali, laboratori, incontri culturali.

«Io mi sono occupata soprattutto di interventi di piccola manutenzione, come la tinteggiatura dell’appartamento o la riparazione di qualche mobile, ma durante questi interventi si entra in contatto con le persone e si scambiano opinioni ed esperienze ed è questa la parte più bella e più preziosa del progetto», racconta Barbara, 38 anni, volontaria del progetto per Fondazione Amplifon. «Quelle che assistiamo sono persone sole e per questo ci si potrebbe aspettare un po’ di diffidenza, dato che gli entrano in casa degli estranei: invece ho sempre trovato molta gratitudine e volontà di aprirsi e condividere. L’ultimo intervento che ho fatto è quello che mi è rimasto più nel cuore: siamo andati a casa di questa signora sull’ottantina che nonostante abbia avuto diversi episodi difficili nella sua vita ha conservato uno spirito indomabile. Non smette di sognare, fa progetti, magari anche campati per aria, ma rimane sempre positiva e mi ha lasciato davvero una sensazione di arricchimento».

A spingere Barbara a mettersi in gioco con Indovina chi viene a casa, è stato il desiderio di fare qualcosa di tangibile per gli altri: «Il progetto mi è interessato perché ti permette di vedere subito il valore e il risultato di quello che fai. Così, ti rendi conto di quanto un piccolo intervento possa aiutare le persone a vivere in condizioni migliori. In futuro, però, vorrei conoscere meglio le persone da cui vado, costruire con loro un rapporto di continuità».

Nel suo primo anno di attività, Indovina chi viene a casa ha coinvolto 82 anziani, raggiunti da 87 volontari per un totale di oltre 4mila ore di volontariato, ed effettuato 36 interventi di manutenzione negli appartamenti. Secondo un monitoraggio indipendente affidato all’Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, gli anziani raggiunti sono per il 74% donne tra gli 85 e gli 89 anni che risiedono nei quartieri Comasina e Bovisasca, spesso in abitazioni di edilizia popolare.  Si tratta di persone sole che non hanno i requisiti per l’accesso dei servizi sociali comunali, ma sono ritenute fragili – per problematiche fisiche e sociali – per cui vengono seguite dal «Custode Sociale», il principale canale di contatto con cui gli operatori esperti di Fondazione Aquilone intercettano gli anziani. I volontari, invece, hanno in media 44 anni e sono in maggioranza donne con un titolo di studio medio-alto e un’occupazione impiegatizia.

La maggior parte dei volontari è di Fondazione Aquilone. «Da sempre progettiamo e realizziamo i nostri servizi avendo cura di costruire una integrazione tra operatori professionali e volontari. È una scelta che ha l’obiettivo di rispondere ai bisogni dei più fragili coinvolgendo persone di diverse fasce di età, integrandone le risorse relazionali e amplificando così l’impatto sociale dei nostri progetti», sottolinea il direttore Fausto Rizzi. Il progetto, aggiunge, è un «prezioso antidoto alla solitudine».

Per il presidente di Fondazione di Comunità Milano, Carlo Marchetti, con Indovina chi viene a casa « non solo si intercettano fragilità poco visibili, ma si “tessono” nuovi legami, che attraversano le generazioni e irrobustiscono la trama della comunità», mentre per Maria Cristina Ferradini, consigliera delegata di Fondazione Amplifon, il progetto porta «attenzione, gentilezza, relazioni e dignità abitativa nelle case di chi vive solo», contrastando l’isolamento e la vulnerabilità sociale.

In apertura: un intervento del progetto Indovina chi viene a casa (foto di Elena Galimberti via Fondazione di Comunità Milano)

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