Israele vs Italia, anche a Genova il presidio di protesta sotto la Rai: “Normalizza il genocidio”


Genova. Potere al Popolo, insieme a Calp e all’associazione sportiva La Resistente, ha annunciato un presidio di protesta sotto la sede Rai di Genova, in adesione alla mobilitazione nazionale “Show Israel the red card“. La manifestazione si terrà domani, martedì 14 ottobre, in concomitanza con la partita di qualificazione ai Mondiali di calcio tra Italia e Israele, trasmessa in serata dalla Rai.
L’iniziativa genovese rientra in una protesta più ampia che coinvolgerà oltre 50 città italiane con presidi sotto le sedi Rai e Coni, e una grande manifestazione centrale a Udine, città dove si disputerà l’incontro.
Contro la “Normalizzazione del Genocidio”
Nella nota stampa che annuncia l’iniziativa Potere al Popolo esprime una forte condanna per la partecipazione di Israele alle competizioni sportive internazionali e per la trasmissione della partita da parte del servizio pubblico. “La presenza di Israele e la trasmissione delle sue partite da parte della Rai è una vergogna alla luce del genocidio perpetrato dall’esercito israeliano in Palestina – si legge nel comunicato stampa – È inaccettabile che una nazionale come quella israeliana, rappresentante di uno Stato che ha massacrato civili, bombardato ospedali e campi profughi commettendo crimini di guerra davanti agli occhi del mondo, venga trattata come un interlocutore “normale” nello sport internazionale”.
“Non c’è nulla di normale nel dare spazio e visibilità a chi pratica l’apartheid, l’occupazione e la pulizia etnica.
Permettere che si giochi e si trasmetta questa partita è una scelta politica: significa normalizzare il genocidio contro il popolo palestinese e contribuire alla sua cancellazione – sottolineano – Domani, martedì 14, in tutta Italia si terranno presidi sotto le sedi Rai e Coni, a Udine ci sarà una grande manifestazione e anche noi, Potere al Popolo Genova, insieme al Calp e alla Resistente, saremo sotto la sede Rai per dare sostegno alla Palestina e alla sua causa, con la convinzione che lottare contro la guerra voglia anche dire lottare per noi, per i nostri salari, per i nostri servizi come la sanità, i trasporti e l’istruzione, anche in sostegno al benessere psico-fisico che lo sport rappresenta”.
L’iniziativa è solo l’ultima di una lunga serie di mobilitazioni che chiedono di”rescindere tutti gli accordi con Israele in ogni ambito”. Un boicottaggio organizzato che riprende lo slogan “Blocchiamo tutto” che in queste settimane ha riempito le piazze del paese.
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