Le emissioni di CO2 della Cina sono stabili da 18 mesi grazie alla diffusione di auto elettriche e rinnovabili

Novembre 12, 2025 - 02:30
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Le emissioni di CO2 della Cina sono stabili da 18 mesi grazie alla diffusione di auto elettriche e rinnovabili

Le emissioni di CO2 in Cina sono rimaste stabili nel terzo trimestre 2025, rispetto allo stesso periodo scorso anno, grazie allo sviluppo dei veicoli elettrici e alla diffusione delle rinnovabili. Un dato che a questo punto fa registrare un nuovo record a Pechino: il trend di stabilità o calo delle emissioni è iniziato nel marzo 2024 e dunque ormai sono 18 mesi che il segno più non compare nei monitoraggi cinesi.

In un’analisi pubblicata dal sito specializzato Carbon bref viene spiegato che il risultato è soprattutto frutto della rapida diffusione dei veicoli elettrici, che ha portato a una riduzione della CO2 derivanti dai carburanti per il trasporto del 5% su base annua, mentre si sono registrati cali del gas climalterante anche nella produzione di cemento e acciaio. I dati raccolti nell’ultimo periodo segnalano anche che le emissioni di biossido d’azoto del settore energetico sono rimaste invariate nel terzo trimestre di quest’anno nonostante la crescita della domanda di elettricità abbia registrato un’accelerazione dal 3,7% della prima metà dell’anno al 6,1%. Questo risultato, viene sottolineato, è stato ottenuto grazie all’aumento della produzione di energia elettrica da fonti solari del 46% e da fonti eoliche dell’11% su base annua nel terzo trimestre del 2025. Un aumento che ha fatto sì che nei primi nove mesi dell’anno la Cina abbia completato 240 gigawatt (GW) di capacità solare e 61 GW di capacità eolica, mettendosi sulla buona strada per un nuovo record nel settore delle energie rinnovabili nel 2025. Contemporaneamente, si legge nell’analisi di Carbon bref, mentre la domanda di petrolio e le emissioni nel settore dei trasporti sono diminuite del 5% nel terzo trimestre, sono invece aumentate del 10% in altri settori, a causa dell’impennata della produzione di plastica e altre sostanze chimiche.

Per questo 2025, spiegano gli autori dell’indagine, le emissioni in Cina sono «in equilibrio tra un leggero calo o un leggero aumento, a seconda di ciò che accadrà nell’ultimo trimestre». Ma, primo, un calo del totale annuale è diventato molto più probabile dopo settembre, mese in cui si è registrato un calo delle emissioni di circa il 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E, secondo, scrivono gli autori del report, il punto importante è il trend segnato in questi ultimi 18 mesi. «Sebbene un aumento o una diminuzione delle emissioni dell’1% o meno possa non fare una grande differenza da un punto di vista oggettivo, riveste un'importanza simbolica maggiore», si legge nell’analisi, «poiché i responsabili politici cinesi hanno lasciato un margine di manovra per un aumento delle emissioni ancora per diversi anni».

La Cina - che alla Cop30 in corso a Belém si è presentata come una paladina della transizione verde di contro a un’America assente al vertice Onu - si sta confermando come il Paese che emette più gas serra (la stima per il 2025 è di 15,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente), sia quello che sta investendo maggiormente in infrastrutture per le energie rinnovabili e auto elettriche. Il momento preciso in cui le emissioni cinesi raggiungeranno il picco rimane incerto. Si tratta tuttavia di un dato essenziale per misurare i progressi compiuti da Pechino, che a settembre ha reso pubblico un obiettivo quantificato in termini di riduzione delle emissioni nette di gas serra: dal 7 al 10% entro il 2035.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia