L’Ucraina ha bisogno dei Tomahawk, ma la Nato fa finta di non sentire

Novembre 4, 2025 - 03:30
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L’Ucraina ha bisogno dei Tomahawk, ma la Nato fa finta di non sentire

La Germania ha appena inviato aerei e batterie Patriot che rafforzano la difesa antiaerea ucraina. È un aiuto difensivo accolto con sollievo dal presidente Volodymyr Zelensky. Ma l’esercito di Kyjiv avrebbe bisogno anche armi offensive capaci di colpire le piattaforme di lancio di droni, i depositi logistici e le postazioni missilistiche lontane dalla prima linea: i missili a lungo raggio Tomahawk, di cui si parla da mesi, entrerebbero in quel perimetro. Il Pentagono ha autorizzato l’eventualità di una fornitura di questi missili all’Ucraina, ma Donald Trump finora ha sempre preso tempo, citando dubbi su escalation e controllo dei lanci. L’ultima dichiarazione in merito è arrivata nella notte italiana tra domenica e lunedì.

In queste ore se ne sta parlando anche nello Stato Maggiore della Nato a Bruxelles. Secondo alcuni vertici dell’Alleanza, in caso di fornitura di Tomahawk la reazione di Mosca potrebbe andare oltre le rappresaglie convenzionali. È il solito timore del rischio escalation, che però se diventa solo paura di dare a Kyjiv ciò di cui ha bisogno è – come logica conseguenza – un assist al Cremlino.

Secondo Repubblica, ad esempio, dare all’Ucraina missili Tomahawk aumenterebbe il rischio di errori dovuti alla tensione: «Confusione, interpretazioni sbagliate dei segnali, attacchi accidentali. In uno scenario già punteggiato da nuove capacità russe – dal drone subacqueo nucleare Poseidon alle esercitazioni con missili a lungo raggio – e dall’ampliamento dell’arsenale cinese, l’asticella del rischio strategico è più alta». Ma è sempre il solito discorso: Kyjiv chiede questi sistemi d’arma per motivi ben precisi. E cioè che colpire la Russia più in profondità sul suo territorio, su bersagli strategici, significherebbe limitarne la capacità bellica nel presente e nel futuro, quindi evitare nuove morti e nuovi danni a strutture e infrastrutture sul territorio ucraino.

Fornire a Kyjiv questi missili potrebbe rafforzare la sua capacità di dettare il ritmo del confronto. L’unico rischio escalation che alcuni timorosi europei vedono è, in realtà, quella che decide quotidianamente l’esercito di Vladimir Putin da quasi quattro anni, aumentando o diminuendo il numero di testate lanciate sul territorio ucraino. Ogni volta che la Nato prende tempo non fa altro che aiutare la Russia.

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Redazione Redazione Eventi e News