Manovra 2026, Giorgetti tira dritto: “Siamo nel giusto”. Schlein attacca: “Redistribuire ricchezze”
Giancarlo Giorgetti scende in trincea dopo giorni di aspre critiche alla manovra, dai rilievi di Istat, Bankitalia e Upb nelle audizioni fino ai continui attacchi delle opposizioni. “Una volta che abbiamo cercato di ovviare non per i ricchi ma per quelli che guadagnano cifre ragionevoli – affonda -, siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare. Ma non è un problema, perché riteniamo di essere nel giusto“. Il ministro dell’Economia tira dritto e rivendica l’operato dell’esecutivo. “A giudicare gli altri si fa in fretta – rimarca -, prendere decisioni quando abbiamo guerre armate, guerre commerciali e instabilità di ogni tipo è un po’ più complicato. Mi dispiace che le analisi si concentrano solo su una annualità, dimenticando che abbiamo reso stabili e definitivi i tagli del cuneo contributivo”.
Giorgetti: “Se è ricco chi guadagna 45mila euro lordi l’anno…”
Parole che sembrano indirizzate tanto al centrosinistra, quanto a chi nelle audizioni ha sottolineato come il taglio dell’Irpef avvantaggi le famiglie più ricche. Ed è proprio sulla definizione di ricchezza che Giorgetti insiste: “Se è ricco chi guadagna 45mila euro lordi all’anno, cioè poco più di 2mila euro netti al mese, forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno una concezione della vita un po’… Noi siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio, perché i ceti più svantaggiati sono stati attenzionati negli anni scorsi“.
Schlein torna alla carica: “Redistribuire le ricchezze”
Precisazioni che non placano il fuoco delle opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein non molla e torna alla carica. “La destra come al solito aiuta chi è già più ricco e dimentica chi fa fatica e rimane ai margini“, dice al Congresso nazionale dei Giovani democratici. Poi, in giorni in cui infiamma la polemica sulla tassa patrimoniale, torna ad affrontare l’argomento, senza tuttavia entrare nel merito della questione. “Saremo quelli – scandisce – che vogliono riportare una parola fondamentale per la sinistra al centro del dibattito, che è la redistribuzione. Redistribuzione delle ricchezze, del potere, ma anche del tempo, che è diventata una risorsa fondamentale nelle vite delle persone”. Ad attaccare frontalmente Giorgetti, tra i dem, ci pensa invece la responsabile Lavoro, Maria Cecilia Guerra, che torna sulle audizioni in Parlamento sulla manovra e incalza: “Il ministro non sembra quindi aver letto ciò di cui parla, ma come tutta la maggioranza è infastidito dai dati oggettivi“.
La reazione di M5S e Avs
Dura anche la reazione del presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Abbiamo il record di pressione fiscale dai tempi di Monti: possiamo ancora sopportare – scrive in un post – che il Governo delle tasse di Meloni non agisca con forza contro il crollo del potere d’acquisto, ma voli a Washington a rassicurare Trump che saremo clementi con le tasse ai miliardari del web e generosi negli acquisti di armi e gas americani?”. E aggiunge: “Hanno messo i penultimi contro gli ultimi e così sono riusciti a proteggere i gruppi di potere economico e finanziario a cui prestano servile omaggio”. Critico anche il giudizio di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, secondo cui “con la destra al governo aumenta l’ingiustizia“. Angelo Bonelli di Europa Verde rincara la dose: “Giorgetti nel panico oggi prova a difendere l’indifendibile dicendo che non è una manovra per i ricchi. Ma i dati ufficiali dicono il contrario. Questa manovra aumenta le diseguaglianze, allarga le distanze sociali e scarica sui più fragili il peso dell’inflazione e del caro-vita”.
Landini: “Governo non vuole sciopero? Apra trattativa e cambi legge”
“È venuto il momento di fare delle scelte. Come voi vedete non vogliono che si facciano sciopero. Bene, aprano una trattativa e cambino la legge. Altrimenti quale altro strumento abbiamo se non ci ascoltano, se mettono la fiducia se fanno i condoni? È il momento che la gente deve rivoltarsi deve scendere in piazza, deve mobilitarsi, deve dire basta”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine di ‘Relind – Forum delle Relazioni industriali’ organizzato da Assolombarda a Milano.
“Questo è il quadro della situazione, questo è quello che ci ha portato ad avanzare la proposta dello sciopero, compreso il fatto che noi vediamo anche una situazione di crisi industriale e non solo che sta venendo avanti al di là delle balle che raccontano”, ha aggiunto.
Landini: “Il no alla patrimoniale privilegia 500mila ricchi”
“Uno che prende 40.000 euro, visto che” Giorgetti “stesso ha detto che uno con 40.000 euro non è ricco, pure noi sappiamo che uno non è ricco con 40.000 euro. Uno che prende 40.000 euro dal 2023 al 2025 in questi tre anni ha pagato di tasse in più che non doveva pagare 3.500 euro. E con i soldi che adesso gli danno gli stanno dando 18 euro al mese, gli stanno dando 340 euro quando ne ha pagati 3.500 in più. Stiamo parlando di persone normali, non stiamo parlando di persone ricche”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine di ‘Relind – Forum delle Relazioni industriali’ organizzato da Assolombarda a Milano, parlando della richiesta del sindacato di una patrimoniale. “Stiamo parlando di persone che lavorano. Perché questi debbono aver pagato 3.500 euro di tasse in più che non dovevano pagare? E perché non glieli devi dare indietro? E se tu chiedi a quelli che invece si sono arricchiti grazie al lavoro di queste persone perché la ricchezza che si è concentrata in mano a pochi, si è costruita grazie a chi la produce questa ricchezza, che sono quelli che lavorano. Quindi questa è una questione di giustizia”, ha aggiunto. “Non volerlo fare vuol dire fare una scelta politica. Vuol dire che tu stai privilegiando 500.000 ricchi contro 40.000.000 di persone oneste che pagano le tasse, che lavorano e che tengono in piedi questo paese”, ha sottolineato parlando della patrimoniale.
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