Monta la protesta ai Licei di Viale dei Tigli. “Ignorati sulla settimana corta”


La questione della settimana corta ai Licei di viale dei Tigli a Gallarate continua a dividere. Dopo la mobilitazione degli studenti a fine giugno, che avevano denunciato di “non contare nulla” nelle decisioni dell’istituto, ora si aggiunge anche un gruppo di genitori a sollevare critiche dure e argomentate.
«Una mancanza totale di ascolto e confronto, in perfetta continuità con quanto già espresso dagli studenti a giugno – questa la denuncia dei genitori -. Non solo la volontà della maggioranza di un’intera comunità scolastica è stata disattesa, ma anche una richiesta formale e argomentata non ha ricevuto nemmeno l’attenzione di una risposta. E questo sembra gravissimo».
Con una lettera il gruppo dei genitori degli studenti fa riferimento a un sondaggio aperto lo scorso a tutta la comunità scolastica. «Un’adesione altissima, oltre 2000 partecipanti, e una preferenza per le lezioni distribuite su cinque giorni. Nonostante ciò, il Consiglio d’Istituto ha deliberato il passaggio alla settimana corta soltanto a partire dalle future classi prime del 2026/27.
Un disappunto già manifestato dai rappresentati dei genitori con una nota formale che il 31 luglio recitava: « Chiedete ai genitori – nei patti di corresponsabilità, nei consigli di classe, nei colloqui individuali – di essere presenti, sostenere le scelte educative dell’Istituto, fare squadra. Ma come possiamo sostenere una scelta che contraddice i principi stessi di ascolto, confronto e trasparenza?»
«Se il messaggio che arriva agli studenti è che il loro parere può essere raccolto ma non considerato, che la maggioranza può essere ignorata, che la prudenza vale più del dialogo, allora non stiamo educando: stiamo semplicemente amministrando». «La credibilità di una scuola si misura nelle scelte. Quelle concrete, democratiche e trasparenti. Nel coraggio di fare la cosa giusta, anche quando costa di più».
Alleghiamo il testo integrale della nota pubblica il 2 settembre:
Licei Di Viale Dei Tigli – Gallarate: una scuola statale che chiede partecipazione e ignora la volontà espressa.
Dopo le proteste degli studenti a fine giugno, che hanno denunciato pubblicamente di “non contare nulla” nella gestione delle decisioni scolastiche (VareseNews, 28/06/2025), ora a farsi sentire sono i genitori, che di fatto hanno ricevuto lo stesso trattamento.
I fatti, in ordine cronologico:
3 GIUGNO 2025
Il Consiglio d’Istituto dei Licei “Viale dei Tigli” di Gallarate indice un sondaggio rivolto ai genitori degli studenti frequentanti l’a.s. 2024/25, per valutare la possibile adozione della settimana scolastica su 5 giorni in sostituzione dell’attuale modello su 6 giorni. Il sondaggio resta aperto dal 14 al 16 giugno 2025 (Circ. 1041 allegata).Hanno votato anche gli alunni esclusi quelle che hanno frequentato la classe quinta nell’anno scolastico24/25, i docenti ed il personale ATA.
RISULTATI DEL SONDAGGIO
L’adesione è altissima, oltre 2000 partecipanti, con una preferenza netta per la settimana corta (esito sul sito della scuola https://www.liceogallarate.edu.it/orario-work-in-progress/)Studenti: 64% favorevoli ai 5 giorni
Genitori: 55% favorevoli ai 5 giorni
Docenti: consultati con un sondaggio strutturato diversamente rispetto alle altre componenti (indice di scarsa trasparenza), ma la somma delle due opzioni favorevoli al modello a 5 giorni è del 50%, rispetto al 43% di chi desidera mantenere quello a 6 giorni
Personale ATA: 96,7% favorevole ai 5 giorni5 LUGLIO 2025
Solo alcuni rappresentanti dei genitori diffondono in modo informale, con l’inoltro di un messaggio whatsapp, la notizia che il Consiglio d’Istituto ha deliberato il passaggio ai 5 giorni solo a partire dalle future classi prime dell’a.s. 2026/27, escludendo tutte le classi attuali, comprese quelle che hano partecipato al sondaggio. Nessuna comunicazione ufficiale da parte della scuola, nonostante l’importanza della questione.31 LUGLIO 2025
I rappresentanti dei genitori delle classi prime dell’a.s. 2024/25 (future seconde) inviano una lettera formale di protestaalla dirigenza e al Consiglio d’Istituto (Lettera in allegato).Una presa di posizione chiara e motivata, che denuncia una gestione ritenuta non trasparente, senza confronto e profondamente non rispettosa della volontà della comunità scolastica consultata.
Passaggi significativi dalla lettera:
« Chiedete ai genitori – nei patti di corresponsabilità, nei consigli di classe, nei colloqui individuali – di essere presenti, sostenere le scelte educative dell’Istituto, fare squadra. Ma come possiamo sostenere una scelta che contraddice i principi stessi di ascolto, confronto e trasparenza?»
«Se il messaggio che arriva agli studenti è che il loro parere può essere raccolto ma non considerato, che la maggioranza può essere ignorata, che la prudenza vale più del dialogo, allora non stiamo educando: stiamo semplicemente amministrando.»
«La credibilità di una scuola si misura nelle scelte. Quelle concrete, democratiche e trasparenti. Nel coraggio di fare la cosa giusta, anche quando costa di più.»I PARADOSSI
Nel testo del sondaggio non è mai stato dichiarato che le classi votanti sarebbero state escluse dall’applicazione dell’esito.
Le future classi seconde, firmatarie della protesta, hanno già frequentato l’intero anno scolastico 2024/25 con l’orario su cinque giorni, a causa di lavori alle palestre. Un’esperienza vissuta con efficacia e senza criticità, pur in assenza di una comunicazione ufficiale, e nonostante all’open day fosse stato presentato un modello a sei giorni — ora indicato come unico vincolo formale.NESSUNA RISPOSTA
La dirigenza non ha fornito alcun riscontro alla lettera firmata da numerosi rappresentanti dei genitori delle future classi seconde.26 AGOSTO 2025
Viene pubblicata la comunicazione (Circ. 1075 allegata), che conferma l’orario su 6 giorni per tutti gli indirizzi (escluso lo sportivo), “come da delibera del Consiglio del 4 luglio”.GRANDISSIMA DELUSIONE TRA FAMIGLIE E STUDENTI
I genitori denunciano una mancanza totale di ascolto e confronto, in perfetta continuità con quanto già espresso dagli studenti a giugno. Non solo la volontà della maggioranza di un’intera comunità scolastica è stata disattesa, ma anche una richiesta formale e argomentata non ha ricevuto nemmeno l’attenzione di una risposta. E questo sembra gravissimo.
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