Ne faccio una marea e li vendo tutti: me l’ha insegnato una sarta

Con una forcina, del filo di macramè e una perlina di legno si possono piccole opere d’arte. Un’idea semplice, rilassante e perfetta anche da vendere ai mercatini.
Non c’è bisogno di grandi strumenti per creare qualcosa di bello. A volte basta un filo, una forcina e un po’ di pazienza. La prima volta che ho visto queste bamboline in macramè ero convinta che ci volesse chissà quale manualità, invece dietro c’è un metodo semplice, quasi meditativo. Me l’ha mostrato una sarta, una di quelle persone che lavorano in silenzio, con le mani che si muovono veloci mentre ti raccontano storie di stoffe e bottoni. Diceva che il segreto non è la precisione ma la calma, e che ogni nodo deve avere il suo tempo.
Da allora, quando ho un pomeriggio libero, mi ritrovo a farne una dopo l’altra. A volte ne regalo qualcuna, altre le metto online e vanno via subito. Forse perché non sono solo oggetti, ma piccole figure che trasmettono serenità. Ogni bambolina ha un volto diverso, un carattere suo, anche se il procedimento è lo stesso. E più le fai, più ti rendi conto che c’è qualcosa di terapeutico in quei gesti ripetuti, nel vedere il filo che prende forma e si trasforma in qualcosa che ha un’anima.
Bamboline, angeli e decorazioni in macramè: il segreto è nei nodi
Realizzare una bambolina in macramè comincia sempre nello stesso modo, con il gesto più semplice di tutti: prendere una forcina per capelli e aprirla leggermente, fino a renderla dritta. Poi si tagliano alcune code di topo, cioè quei fili lisci e leggermente lucidi usati nel macramè, lunghi più o meno quanto un braccio. Si parte da quattro fili per lato, ma non c’è una regola rigida: dipende da quanto si vuole che le braccia siano voluminose. Il primo nodo è quello più importante, quello che decide la simmetria di tutto il lavoro. Lo si lega alla forcina facendo un piccolo cappio, lasciando libere le due estremità. Poi lo si ripete, filo dopo filo, alternando i lati per ottenere una base bilanciata.
Quando la forcina comincia a riempirsi di fili intrecciati, il disegno inizia a prendere forma. A quel punto si incrociano le code di topo al centro, intrecciandole come si farebbe con le dita per una treccia semplice. È un gesto ripetitivo, ma è proprio lì che si entra nel ritmo giusto: il filo scorre, si tende, si ammorbidisce. Quando il nodo è compatto e regolare, si può sfilare la forcina. È il momento in cui la struttura diventa indipendente, una piccola figura sospesa tra le mani.
La testa è una perlina di legno, rotonda e liscia. Alcuni la lasciano neutra, altri disegnano un viso con un pennarello sottile: due occhi chiusi, un sorriso appena accennato, come se dormisse. Per fissarla basta far passare le estremità centrali dei fili attraverso il foro e tirare con delicatezza. Subito sopra, si aggiungono altre code di topo o fili di cotone colorato per creare i capelli. Si può scegliere qualsiasi colore, dal biondo naturale al rosso intenso, oppure mescolare tonalità diverse per un effetto più giocoso. I capelli vengono legati al centro, poi aperti con un pettinino e spazzolati finché diventano morbidi come lana.
Sotto la testa, le code di topo già annodate si aprono a ventaglio e formano il corpo. Alcuni preferiscono lasciarle lunghe e dritte, altri le spazzolano per ottenere un effetto più vaporoso, simile a un vestito. Il trucco per farle sembrare davvero tessuto è spruzzare un po’ di lacca per capelli: mantiene la forma ma lascia il movimento. È in questo passaggio che la bambolina comincia a “vivere”, quando le frange diventano come un abito che si muove da solo.
Si può decidere di fermarsi qui, oppure aggiungere dettagli. Un piccolo nodo sotto il mento per creare un colletto, un fiocco colorato alla vita, una perla tra le mani. Ogni scelta cambia il carattere della bambolina. Alcuni le fanno diventare angioletti natalizi, altri figure decorative da appendere in camera o vicino a una finestra. Qualcuno le infila su una corda di juta, trasformandole in una ghirlanda. Qualunque forma assumano, l’effetto è sempre lo stesso: leggerezza, calma, bellezza semplice.
L’ultimo passaggio è quello della rifinitura. Con le forbici si pareggiano le estremità dei fili per dare proporzione al vestito. Si può lasciare la base sfilacciata per un effetto naturale oppure regolare con precisione millimetrica, come fanno le sarte. Quando tutto è in ordine, basta un piccolo anello di spago sulla sommità della testa per appenderla. A quel punto, la bambolina è pronta: non serve altro. In poche ore si è passati da una forcina e qualche filo a un oggetto che sembra fatto per durare.
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