“Non c’è un modello, c’è un cammino”: il racconto autentico di una famiglia adottiva

Novembre 13, 2025 - 05:00
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“Non c’è un modello, c’è un cammino”: il racconto autentico di una famiglia adottiva
Materia Varesenews

«Non esiste un modello, esiste un cammino». Da questa consapevolezza, pronunciata con semplicità e fermezza da Mara e Matteo durante la prima presentazione pubblica del libro La costruzione di un amore, è partita a Materia una serata intensa, fatta di verità, emozioni e domande profonde sulla famiglia, sull’adozione e sul legame di coppia. Un dialogo guidato dal direttore di Varesenews, Marco Giovannelli, insieme all’autore del libro, Fabio Cavallari, che ha raccolto e restituito la voce dei protagonisti con uno sguardo rispettoso e partecipe.

Cavallari, abituato a dare voce alle storie delle persone più fragili o marginali, ha spiegato come questo libro sia nato da un incontro del tutto casuale avvenuto anni fa, durante una presentazione tenuta proprio a casa di Mara e Matteo. «Mi trovai davanti una famiglia composita, curiosa, eterogenea», ha raccontato. «Mi colpì la loro autenticità. Scrivere questo libro è stato un modo per entrare nella loro intimità e lasciare che fossero loro a guidarmi».

L’origine di una famiglia

La serata ha ripercorso le tappe che hanno portato Mara e Matteo a incontrarsi, scegliersi e decidere di intraprendere il cammino dell’adozione. Un percorso segnato da spontaneità e decisione, ma anche da dubbi, slanci, fatica e responsabilità.

Matteo ha ricordato il momento in cui, appena conosciuti, rivelò a Mara di non poter avere figli biologici: «Lei rispose semplicemente: “Se sarà, lo affronteremo insieme”. Da lì è iniziato tutto». Il desiderio di adottare, hanno spiegato entrambi, non è nato come ripiego, ma come possibilità piena, libera, consapevole.

Le diverse maternità e paternità

Il cuore della serata si è concentrato sul racconto vivo e non idealizzato dell’esperienza genitoriale. Ogni figlio — uno arrivato da neonato, uno da sei mesi, la terza da quattro anni — ha portato un cammino diverso, fatto di riconoscimenti lenti, sfide emotive, ostacoli inattesi.

Mara, con grande sincerità, ha condiviso la fatica di imparare a essere madre nei tempi e nei modi che ciascun figlio richiedeva: «Non è vero che ci si innamora sempre al primo sguardo. Con ognuno di loro è stato un percorso diverso. Il riconoscimento reciproco è un cammino, non un istante». A volte, hanno raccontato, sono stati proprio i figli — con la loro capacità di guardare oltre — a guidare i genitori nei momenti più difficili.

Una coppia che attraversa la realtà

Un altro tema centrale affrontato riguarda il ruolo della coppia all’interno del percorso adottivo. Cavallari, che nel libro alterna le voci di Mara e Matteo, ha sottolineato come l’essere coppia sia la condizione primaria per poter diventare famiglia. Le crisi, hanno ribadito entrambi, non sono fallimenti: sono parte naturale di un cammino che richiede verità, fiducia e la disponibilità a scegliere l’altro ogni giorno.

«Il nostro matrimonio è sempre più vero», ha riflettuto Matteo. «Non perché sia stato facile, ma proprio perché abbiamo attraversato momenti duri senza rinunciare a interrogarci sul perché eravamo lì».

Il viaggio più importante

Ampio spazio è stato dedicato al racconto dell’adozione in Congo, segnata da difficoltà politiche, mesi di attesa, paure, precarietà. Un’esperienza che, come ha spiegato Matteo con emozione, ha lasciato un segno profondo: «Lì ho capito davvero cosa conta. In quel balcone minuscolo, in condizioni difficilissime, la nostra famiglia era più viva che mai».

Una testimonianza che genera pensiero

La serata si è chiusa con domande e testimonianze del pubblico, che hanno confermato quanto il tema dell’adozione apra interrogativi universali: la costruzione dei legami, il desiderio di essere genitori, il bisogno di verità dei figli, la complessità del crescere insieme.

Cavallari ha ricordato una delle domande-cardine del libro, ereditata dalla tradizione classica: stai andando fino in fondo al tuo desiderio? Una domanda che, ha detto, non riguarda solo chi adotta, ma ogni persona che vuole vivere la propria storia fino in fondo. La costruzione di un amore appare così come un invito: guardare la famiglia non come modello perfetto, ma come viaggio in cui ogni passo — anche il più faticoso — diventa occasione per scoprire ciò che si è e ciò che si può diventare.

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Redazione Redazione Eventi e News