Ospitalità 4.0: Blu Hotels digitalizza l’esperienza e rinnova il modello turistico
Articolo tratto dal numero di ottobre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Con un volume d’affari di 90 milioni di euro, circa 1.200 dipendenti, 32 strutture e 3.210 camere distribuite in tutta Italia, Blu Hotels è oggi un punto di riferimento per il turismo alberghiero nazionale. Fondato nel 1993 dal presidente Nicola Risatti insieme al cugino Fabrizio Piantoni, vicepresidente, il gruppo è cresciuto fino a diventare una delle realtà più solide e riconosciute del settore leisure, con una presenza capillare in 25 destinazioni tra mare, montagna e laghi.
“Le aspettative per l’esercizio in corso sono molto positive, con una proiezione sui ricavi in crescita dell’11% sull’esercizio precedente, che porterà il fatturato a superare gli 85 milioni di euro”, racconta il presidente. “Questo risultato è stato ottenuto in parte incrementando il numero di camere disponibili alla vendita (+6,7%), soprattutto con l’introduzione di nuove strutture all’interno del gruppo, in parte ottimizzando i ricavi alberghieri grazie a un effetto combinato tra maggiore occupazione (+1,1%) e incremento tariffario (+3,8%). Dopo una chiusura della stagione invernale un po’ sottotono e le proiezioni iniziali sulla stagione estiva che hanno destato qualche preoccupazione, a consuntivo sono stati realizzati ottimi risultati, centrando gli obiettivi posti in sede di budget, in termini sia di costi che di ricavi. L’ampia diversificazione di destinazioni turistiche ci permette di mediare e assorbire i cali di domanda che possono colpire alcune mete, mantenendo complessivamente una crescita stabile e costante”.
Accanto a questa solidità imprenditoriale, Blu Hotels ha fatto dell’innovazione uno dei pilastri della propria strategia di sviluppo, adottando nuove tecnologie e ripensando processi e modelli gestionali per migliorare l’esperienza del cliente: dalla prenotazione alla gestione delle informazioni, fino all’erogazione di un servizio sempre più personalizzato ed efficiente. “Nel mondo dell’hôtellerie, un elemento centrale è la distribuzione”, sottolinea Risatti. “Il nostro servizio ha natura deperibile: una camera non venduta oggi rappresenta un’opportunità persa che non può essere recuperata. Per questo è essenziale massimizzare le vendite e gestire la distribuzione con strumenti digitali rapidi, integrati ed efficaci”.
Negli ultimi anni le abitudini di prenotazione sono cambiate, andando sempre più verso il last minute, con un terzo delle vendite concentrate nei tre-quattro giorni precedenti il soggiorno. Una tendenza che rende indispensabile disporre di piattaforme tecnologiche in grado di aggiornare in tempo reale disponibilità e tariffe su tutti i canali di vendita. Per affrontare questa sfida, Blu Hotels ha investito significativamente nel cloud, implementando un applicativo digitale che ha consentito la migrazione centralizzata dei dati di tutte le strutture. Un progetto seguito da Mattia Risatti, chief strategy officer del gruppo e primogenito di Nicola, che ha coinvolto più di 200 persone in un percorso formativo dedicato. “Solo un terzo dell’impatto di trasformazioni di questo tipo è tecnologico. Il resto riguarda le persone”, evidenzia il presidente.
Grazie a questo passaggio, l’azienda ha adottato una logica gestionale più industriale, evitando di delegare freddamente alla tecnologia, ma sfruttandola come leva per migliorare l’esperienza del cliente e garantire efficienza, reattività e precisione operativa. “In Blu Hotels stiamo lavorando per una visione più strutturata del settore turistico, sviluppando una cultura industriale nel senso più ampio del termine”, prosegue Risatti. “È fondamentale avere un approccio organizzativo e gestionale standardizzato e metodico, supportato da un utilizzo sempre più evoluto dell’analisi dei dati e della ricerca. Vogliamo guardare al turismo non solo come a un servizio, ma come a una vera industria, con processi e strategie ben definiti”.
In Italia, il settore dell’ospitalità è ancora caratterizzato in larga parte dalla presenza di strutture a conduzione familiare, mentre il tasso di penetrazione delle catene internazionali rimane relativamente basso. Questa peculiarità dell‘accoglienza italiana potrebbe però comportare il rischio che molte strutture locali si confrontino prevalentemente tra loro, limitando così le opportunità di crescita e riducendo la competitività complessiva. Per non rischiare di essere superati da altre destinazioni del Mediterraneo, diventa quindi fondamentale imparare a competere con player di livello globale. “In questo scenario”, conclude Risatti, “è necessario investire in innovazione, soprattutto nella distribuzione automatica, nel digital marketing e nella presenza sulle piattaforme di metasearch. Si tratta di ambiti strategici che permettono di restare competitivi rispetto ad altre destinazioni e ai grandi gruppi internazionali, la cui presenza in Italia è ancora esigua, ma che sono già fortemente strutturati”.
L’articolo Ospitalità 4.0: Blu Hotels digitalizza l’esperienza e rinnova il modello turistico è tratto da Forbes Italia.
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