Parolin benedice centro di riabilitazione: “Un segno di speranza”
Ha invitato a ispirarsi alla carità, al sorriso e alla generosità del pontefice di cui porta il nome, il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin inaugurando a Roma il nuovo centro di riabilitazione “Giovanni Paolo I”. La struttura è specializzata nella cura di giovani e adulti con diversi tipi di disabilità. Un’apertura significativa, ha continuato Parolin, perché avviene durante il Giubileo.
Ispirarsi alla carità
“Iniziare questo percorso con il sorriso della carità, come quello di Giovanni Paolo I, che deve essere per noi ispirazione: non basta metterne il nome, ma occorre ispirarsi al suo modo di fare e alla sua grande carità”. Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, inaugurando stasera a Roma il nuovo Centro riabilitativo Giovanni Paolo I, specializzato nella cura di giovani e adulti con disabilità fisica, psicologica o sensoriale. Benedicendo la struttura, Parolin si è soffermato a riflettere sul pontificato di Giovanni Paolo I, rievocando il grande debito che la Chiesa ha nei confronti del suo breve pontificato. “Un pontificato improntato al sorriso e alla generosità nei confronti dei poveri. I poveri sono il vero tesoro della Chiesa e vanno aiutati in ogni modo, non solo ad avere, ma a essere di più, senza essere umiliati. Giovanni Paolo I voleva inserire tra i precetti della Chiesa la solidarietà, perché fosse riconosciuta come un dovere preciso dei cristiani verso gli altri. Insegnava che si ama Dio amando il prossimo, perché l’amore di Dio e quello del prossimo sono gemelli inseparabili”.
Apertura nell’Anno Santo
Quella di Giovanni Paolo I, ha spiegato il segretario di Stato, “era una carità vissuta nel quotidiano, fatta di piccole attenzioni, densa di giustizia, umiltà e compassione”. Per il segretario di Stato “questa inaugurazione è ancora più significativa perché avviene nell’Anno Santo che ha questa caratteristica di attenzione nei confronti degli altri e soprattutto dei sofferenti e dei più bisognosi. Questa struttura, all’interno di questa grande periferia romana, appare sempre più come un segno di speranza e speriamo che le buone pratiche si moltiplichino e ne sorgano molte altre”.
Fratellanza in crisi
Lasciando il Centro riabilitativo, il cardinale, rispondendo al Sir sullo “stato di salute della fratellanza”, ha concluso: “La fratellanza è in crisi perché è in crisi il concetto di famiglia del mondo, della comunità mondiale. Un concetto sul quale la Chiesa torna molto spesso ma sul quale oggi trova poca applicazione. Da qui nasce il concetto di fratellanza, quello di avere un Padre comune che ci rende tutti fratelli, ma dobbiamo lavorare perché questa fratellanza aumenti e cresca e porti frutti nel mondo”. Un esempio è “la cura di tanti bambini da Gaza e dai teatri di guerra presso l’ospedale Bambino Gesù e in tanti altri ospedali. Questo fa onore all’Italia e fa onore alla Chiesa”. All’inaugurazione sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, e Marco Vincenzi in rappresentanza del Comune di Roma.
Fonte Agensir
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