Pioraco, la Venezia delle Marche: dove carta, acqua e roccia diventano storia viva
Arrivare a Pioraco è come entrare in una valle stretta e verde, dove la roccia incontra l’acqua e il paese sembra incastrato con cura in mezzo alle montagne. I fiumi non scorrono solo intorno al borgo, perché in alcuni tratti arrivano vicino alle case, creando rapide e piccoli salti d’acqua che diventano parte del paesaggio urbano.
Grazie all’abbondanza e alla qualità dell’acqua, qui si produce carta da secoli. Molto prima delle industrie moderne, la forza dell’acqua muoveva le gualchiere, frantumava gli stracci e alimentava un mestiere che ha legato la vita del paese al suono dei canali. Pioraco è nato così: non da un castello, non da una strada commerciale, ma da un lavoro che richiedeva acqua buona e artigiani tenaci. Oggi il villaggio resta piccolo, raccolto e sincero e si visita a piedi e senza fretta.
Cosa vedere a Pioraco
Prima di iniziare a girarlo, è utile saperlo: Pioraco si scopre camminando piano, anche perché ogni strada riconduce all’acqua (non a caso, è affettuosamente chiamato la “Venezia delle Marche”) o alla roccia. Le attrazioni non sono distanti tra loro e molte si raggiungono in pochi minuti. Alcune sono piccole, altre sorprendono, ma quel che è certo è che tutte raccontano un pezzo diverso della sua storia.
Centro storico e canali
Il nucleo antico è caratterizzato dalla presenza di vie strette in pietra che seguono l’andamento naturale della roccia. Le case sembrano incastrate una nell’altra e spesso affacciano direttamente sull’acqua. In diversi punti il Potenza e lo Scarsito passano a ridosso delle abitazioni, tanto che il rumore delle rapide fa parte della vita quotidiana.
I canali interni, un tempo fondamentali per muovere le antiche gualchiere della carta, oggi regalano scorci molto particolari: passerelle basse, piccole dighe, ponticelli in pietra e viuzze che si aprono su improvvisi salti d’acqua. Il più noto è il Ponte del Bacio, stretto e scenografico, che unisce due parti del paese sopra un tratto di torrente corto ma impetuoso.
Museo della Carta e della Filigrana
Qui si capisce perché Pioraco è soprannominato (anche) “paese della carta”. Il museo racconta una tradizione che affonda le radici nel XIV secolo, e la parte più interessante è l’esperienza nella Gualchiera Prolaquense, in cui il processo è mostrato come si faceva nei secoli passati: gesti precisi, fibre nell’acqua, telai e pressature. Ciò vuol dire che la carta nasce da mani, acqua e pazienza, non da macchine.
Pieve di San Vittorino
Dall’esterno sembra una chiesa semplice, quasi nascosta tra le case, ma entrando si capisce subito che è più antica di quanto appaia. La Pieve di San Vittorino è costruita sopra i resti di un tempio romano, al punto che alcuni blocchi di roccia e materiali di spoglio sono ancora riconoscibili nelle murature e nella zona dell’abside. All’interno si conservano affreschi frammentari, decorazioni sobrie e un fonte battesimale del 1646, scolpita in pietra locale.
Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco nacque nel 1327, quando i frati arrivarono in paese e costruirono un edificio in pieno stile gotico, con linee essenziali e un’abside poligonale. Nei secoli è stata modificata, ma guardando l’abside e alcune parti della navata si riconosce ancora la struttura medievale.
Tra le sue mura vi sono opere di valore per un paese così piccolo. La più importante è l’Annunciazione attribuita ad Arcangelo di Cola, pittore attivo tra Marche e Umbria nel Quattrocento. Un’altra presenza significativa è la Via Crucis realizzata da Francesco Mancini nel XVIII secolo: tavole grandi, luminose, con figure che riempiono la navata senza appesantirla. A fianco della chiesa c’è il chiostro dell’ex convento: portici bassi, colonne semplici e un cortile che sa di pace e ombra nelle ore più calde.
Oratorio del Santissimo Crocifisso
Degno di nota è anche l’Oratorio del Santissimo Crocifisso, un piccolo edificio in stile gotico-lombardo che sfoggia una facciata sobria e linee pulite. Archi a sesto acuto, pietra locale e un interno che mantiene l’atmosfera delle chiese medievali, rendono l’esperienza di visita particolarmente suggestiva. L’opera più rilevante è il Crocifisso ligneo attribuito a Girolamo di Giovanni, scultore attivo nel Quattrocento nella cerchia dei Da Varano.
Chiesa della Madonna della Grotta
Particolarmente affascinante è anche la Chiesa della Madonna della Grotta e il motivo è molto semplice: non è costruita “vicino” alla roccia, ne fa parte. L’edificio si appoggia a una cavità naturale, come se la montagna lo avesse inglobato. Da fuori sembra quasi mimetizzata, una piccola facciata addossata alla parete di pietra, con poche decorazioni e un portale semplice. Ci si arriva risalendo una strada tranquilla, lontana dal centro, ed è per questo che molti viandanti ci capitano solo per curiosità.
Cosa fare a Pioraco
Il borgo delle Marche mette a disposizione sentieri, musei piccoli ma pieni di storia, e luoghi dove l’acqua e la carta diventano esperienza concreta.
- Passeggiata sul Sentiero Li Vurgacci: è la parte più scenografica per chi ama camminare ma non vuole scalare montagne in quanto si passa dentro la gola scavata dal Potenza, tra pareti di roccia, passerelle e tratti d’acqua che scorrono a pochi passi. In alcuni tratti sembra di essere in un piccolo canyon alpino, ma la verità è che è perfetto per famiglie, fotografi e chi vuole respirare aria buona.
- Camminare tra gole e boschi: più in alto, i percorsi tra la vegetazione aprono punti panoramici sulle rapide e sulla valle, con viste che cambiano a seconda della luce e della stagione.
- Visitare i musei: carta e filigrana, fossili e funghi. Piccoli, ma curati.
- Seguire gli eventi: soprattutto la Festa dei Cartai, i mercatini estivi e Musicarte.
- Assaggiare la cucina locale: sapori montani, funghi, tartufi, formaggi e carne alla brace.

Come arrivare
Pioraco prende vita nell’entroterra della provincia di Macerata, in una valle modellata dai monti Primo, Gemmo e Gualdo. È qui che il torrente Scarsito si unisce al fiume Potenza, creando le rapide e i salti d’acqua che lo attraversano. Da Macerata ci vogliono circa 45 minuti in auto, seguendo per San Severino Marche; da Camerino bastano una ventina di minuti; da Fabriano, poco più di mezz’ora.
La stazione più vicina è Castelraimondo–Camerino, poi si prosegue in autobus. Chi viaggia in camper trova spazi dedicati per sostare e rifornirsi.
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