Ponte di Messina in stallo, la Commissione Ue chiede chiarimenti. Ma la vera sfida è trovare manodopera qualificata

Settembre 24, 2025 - 01:00
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Ponte di Messina in stallo, la Commissione Ue chiede chiarimenti. Ma la vera sfida è trovare manodopera qualificata

Si fa presto a dire il ponte di Messina. Si fa presto ad esaltare un’opera faraonica che ancora non c’è. Per carità, è una costruzione che unirà la Sicilia al continente, una infrastruttura multi modale con tre corsie stradali e due binari ferroviari. Un’opera ciclopica, una campata di 3.300 metri. Sarà il ponte sospeso più lungo del mondo. Il Cipess ha approvato in agosto il progetto definitivo. Allora tutti bene? Si comincia davvero dopo Capodanno 26?

Calma. Domanda della casalinga di Voghera: ma chi lo costruirà? Domanda legittima, forse banale visto il can canc di questi mesi, ma inevitabile data la penuria di manodopera qualificata.

Ponte di Messina, la vera sfida è trovare risorse professionali

Servono carpentieri, tecnici di cantiere, saldatori, ingegneri strutturali, operatori dì macchinari complessi. Dove trovarli? Ne servono in media 4.300 all’anno con un picco di 7.000 nelle fasi più intense. Secondo gli ultimi dati Unioncamere-Excelsior il 50% delle posizioni tecniche qualificate è oggi “di difficile reperimento”. E qui entra in gioco il tema della immigrazione qualificata. La Ue ha gli strumenti necessari per attrarre competenze dall’estero, primo fra tutti la “Blue Card” ampiamente usata dalla Germania. Invece l’Italia, almeno secondo Eurostat (l’ufficio statistico della Unione Europea con sede in Lussemburgo), procede con lentezza. È più interessata a inseguire la manodopera a bassa qualificazione che non aprirsi “verso specialisti e talenti internazionali”, come suggerisce Andrea Benigni ad di Eca Italia, società leader nella gestione delle risorse umane internazionali.

Il rendering del Ponte di Messina
Ponte di Messina in stallo, la Commissione Ue chiede chiarimenti. Ma la vera sfida è trovare manodopera qualificata (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

La Commissione Europea chiede chiarimenti

È notizia di giorni fa, resa nota solo in queste ultime ore. L’esecutivo Ue ha chiesto formalmente al governo Meloni dei chiarimenti sull’impatto ambientale che avrà il ponte sullo Stretto. Spiegazioni che Bruxelles ritiene necessarie “prima di concedere l’autorizzazione ad avviare i lavori”. Chiarimenti sull’habitat degli animali, misure di compensazione per mitigare l’impatto e questioni relative ad acqua, inquinamento atmosferico, idrico e acustico. Ci sarebbe anche una seconda lettera che riguarda la questione degli appalti. I costi sono saliti a 13,5 miliardi.

Ergo, l’iter del progetto pare destinato a nuovi ritardi  soprattutto se i rilievi della Commissione dovessero andare avanti. Il crono programma del ponte ne uscirebbe stravolto. Ma Roma minimizza  (“ è soltanto la normale e prevista dialettica tra Stato italiano e Unione Europea”). Sarà.

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