Povertà energetica in crescita in Italia: quando il caro-bollette diventa emergenza sociale

Novembre 4, 2025 - 02:30
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Povertà energetica in crescita in Italia: quando il caro-bollette diventa emergenza sociale

Un’indagine della Fondazione Giuseppe Di Vittorio per le principali associazioni dei consumatori rivela un aumento del 25% della povertà energetica in Italia negli ultimi due anni. Criticità strutturali, inefficienza edilizia e scarsa informazione impediscono a oltre 2,2 milioni di famiglie di accedere a energia adeguata e sostenibile

La transizione ecologica non procede in un vuoto sociale. Se da un lato l’Italia si colloca tra le economie europee impegnate nella decarbonizzazione, dall’altro cresce una frattura interna: oltre 2,2 milioni di famiglie non riescono a sostenere i costi minimi per luce e riscaldamento, quota che è aumentata del 25% nell’ultimo biennio.

Sono i dati emersi dall’indagine condotta dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio per conto delle associazioni dei consumatori Unc, Adoc e Udicon, con il contributo del Ministero del Lavoro.

Il quadro esposto evidenzia il rischio di un nuovo dualismo energetico, dove chi meno consuma paga proporzionalmente di più. Dualismo che si sta consolidando: tra il 2021 e il 2023 la spesa energetica delle famiglie vulnerabili è cresciuta del 35% e in molti casi supera il 15% del reddito disponibile.

Un’incidenza più che doppia rispetto alla soglia di sostenibilità riconosciuta a livello internazionale.

Le famiglie più colpite e le geografie della vulnerabilità

Il fenomeno interessa in media l’8-10% dei nuclei italiani, con punte oltre il 20% nel Mezzogiorno e nelle aree interne. I profili più esposti includono famiglie monoreddito, nuclei numerosi con minori, anziani soli e cittadini costretti a ridurre o sospendere il riscaldamento domestico.

È un ritorno, in forme nuove, alle stanze fredde della tradizione contadina, ma senza il conforto della prossimità comunitaria che storicamente mitigava la fragilità.

infografica povertà energetica

Non sorprende che il 58% delle famiglie vulnerabili abiti edifici costruiti prima del 1980, privi di isolamento adeguato e che solo il 28% abbia potuto accedere a interventi di efficientamento negli ultimi cinque anni, prevalentemente grazie a incentivi pubblici.

La povertà energetica non è mero dato statistico: rappresenta una condizione che incide sul benessere psicofisico. Oltre il 60% dei nuclei coinvolti segnala ansia e stress; il 70% riduce spese alimentari o sanitarie per pagare le bollette.

Un segnale che richiama l’urgenza di strumenti sociali e tecnologici in grado di coniugare equità, efficienza e sostenibilità. Un passaggio critico riguarda la conoscenza degli strumenti disponibili.

Solo il 31% delle famiglie dichiara familiarità con bonus e agevolazioni; un cittadino su due li considera troppo complessi. Il 40% non ha mai ricevuto informativa da enti locali o fornitori.

La transizione, dunque, non è ostacolata solo da infrastrutture e redditi insufficienti, ma anche da un divario informativo che colpisce proprio i soggetti più fragili.

Povertà energetica e accesso equo all’energia: un volume sul tema

Il 77% degli italiani si dice preoccupato per l’aumento dei costi dell’energia e del gas e teme di non riuscire a sostenere le bollette nei prossimi anni, mentre due cittadini su tre ritengono che, senza interventi strutturali, la povertà energetica sia destinata ad aggravarsi.

In un volume realizzato dalla Fondazione Banco dell’energia in collaborazione con l’Università Luiss e pubblicato dalla casa editrice Luiss University Press vengono raccolti i dati sulla povertà energetica in Italia, elaborati da Oipe e Ipsos.

Povertà energetica e accesso equo all’energia: una riflessione sulla società contemporanea – questo il titolo – intreccia dati, testimonianze ed esperienze, analizzando il fenomeno non come un fatto isolato, ma come cartina tornasole delle diseguaglianze che attraversano la nostra società, attraverso tre prospettive complementari che collegano storia, economia e società.

Il saggista e scrittore Cesare Alemanni ricostruisce l’evoluzione del rapporto tra civiltà ed energia, mostrando come l’accesso a quest’ultima resti oggi una misura concreta di giustizia sociale e di inclusione.

Cesare Pozzi, professore di economia politica, analizza invece le cause economiche strutturali della povertà energetica, evidenziando come l’aumento delle disparità di reddito e ricchezza incida sull’accesso ai beni essenziali e sul rischio di esclusione.

La presidentessa dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, Paola Valbonesi, e Nando Pagnoncelli, presidente Luiss School of Government e Ipsos, infine, restituiscono il quadro nazionale e la percezione del fenomeno tra i cittadini.

La Fondazione Banco dell’energia, che ha dato vita a questo libro, lo scorso anno ha raccolto oltre 13 milioni di euro a sostegno di più di 17mila beneficiari e oltre 4 milioni di fondi impegnati in azioni concrete.

Programmi pilota e impatti concreti

Durante i 18 mesi del progetto CircE, Rete Assist ha sperimentato interventi in quattro città – Bologna, Roma, Torino e Reggio Calabria – monitorando consumi domestici e promuovendo comportamenti virtuosi.

L’iniziativa ha dimostrato che azioni semplici, come la gestione corretta della temperatura o la riduzione dello standby, possono incidere sui consumi in modo significativo quando accompagnate da formazione e supporto continuativo.

In parallelo, sono stati formati oltre 100 Tutor dell’energia domestica e attivati sportelli che hanno intercettato più di 800 casi di vulnerabilità, con distribuzione di oltre 10.000 materiali informativi.

Il quadro delineato impone però una riflessione strutturale: l’efficienza edilizia, la digitalizzazione dei consumi e l’accesso equo alle tecnologie pulite non possono restare privilegio di chi dispone di risorse economiche.

La tradizione italiana di politiche sociali universalistiche deve oggi tradursi in strumenti che rendano la decarbonizzazione un processo partecipato, non un moltiplicatore di disuguaglianze.

In questo senso, progetti territoriali, strumenti di prossimità e formazione diffusa costituiscono elementi essenziali per una transizione energetica realmente inclusiva e radicata nel tessuto sociale nazionale.

Crediti immagine: Depositphotos

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